Narges Mohammadi

Premio Nobel per la pace 2023

di Damiana Mauceri 3 A

Sono passati cinque mesi da quel 6 ottobre 2023, giorno in cui è stato assegnato il 131esimo premio Nobel per la pace all’attivista e giornalista iraniana Narges Mohammadi, attualmente detenuta nel tristemente noto carcere di Evin, a Teheran, dove sta scontando l’ennesima condanna per “diffusione di messaggi inappropriati per la legge islamica”. Narges è stata arrestata 12 volte e condannata complessivamente a più di trent’anni di carcere; negli anni di prigionia ha vissuto sulla propria pelle la crudeltà del regime iraniano: è stata picchiata, torturata, tenuta in isolamento per mesi nonostante le sue precarie condizioni di salute, ma non si è mai arresa. Mohammadi si è distinta “per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti” così recita la motivazione con cui l’Accademia reale svedese l’ha insignita di questo prestigioso riconoscimento.

Nel municipio di Oslo i figli di Narges, Kiana e Ali Rahmani, hanno ritirato il premio al posto della madre. Fortissima è stata l’immagine della sedia vuota in mezzo ai due ragazzi dove doveva sedersi Narges. Mia madre si è sempre battuta per i diritti delle donne e del popolo iraniano, ha messo sempre l’accento sulla resistenza civile - ha dichiarato la figlia dopo avere ritirato il premio. Poi il messaggio della Nobel Il regime religioso è tiranno e misogino e questa tirannia trasforma ogni cosa in morte. (…) Resistenza continua e non violenza sono le migliori strategie per realizzare il cambiamento.

Donna forte e coraggiosa Narges Mohammadi: un esempio per tutti.