"Portami ovunque, tranne che in quella chiesa"

Gildo Claps

di Marta Grillo 3B

Elisa Claps è una ragazza di Potenza, nata il 21 gennaio 1977, scomparsa il12 settembre 1993. La verità sulla  sua scomparsa è rimasta nascosta per ben 17 anni, fino al ritrovamento del corpo nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità nel 2010. Elisa frequentava il terzo anno del liceo Classico di Potenza, con l’ ambizione di laurearsi in Medicina a Salerno. I parenti la descrivevano come una ragazza buona, premurosa che cercava di aiutare sempre tutti e forse è proprio quel lato del suo carattere che la ha ingannata. Era una mattina di settembre e la ragazza doveva prepararsi per andare a messa insieme a una sua amica così appena svegliata si vestì e uscì. Verso mezzogiorno si recò a casa Claps l’amica con cui Elisa aveva appuntamento, la quale disse al fratello di non aver visto Elisa e che non sapeva dove fosse; in realtà Elisa dopo la messa aveva un appuntamento con un ragazzo ovvero Danilo Restivo. L’amica della ragazza ne era a conoscenza ma decise in un primo momento di non dire niente al fratello, fin quando la scomparsa di Elisa divenne sempre più preoccupante. I familiari decisero di denunciare la scomparsa alla polizia, ma si dovevano aspettare 48 ore per cui non si poteva fare alcuna denuncia. Il primo testimone che fu ascoltato dalla polizia fu proprio Danilo Restivo che era stato l’ultimo a vedere Elisa. Dal suo interrogatorio non emerse niente di importante per le indagini. Però la famiglia Claps capì fin da subito che Danilo era coinvolto in questa vicenda, proprio per la presenza di alcuni elementi non chiari. Ad esempio domenica dopo la messa Danilo tornò a casa con un profondo taglio sulla mano sinistra, giustificando il taglio con una caduta dalla scale mobili, inoltre si presentò con i vestiti insanguinati che non vennero neanche esaminati. Successivamente i due fratelli di Elisa chiesero di far perquisire la chiesa, ma le chiavi le aveva solamente il prete della chiesa, “Don Mimì”, che in quel periodo era fuori Potenza. Per ciò la famiglia incominciò a sospettare della presenza di depistaggi nelle indagini, per cui denunciarono la giudice che allora si occupava del caso, che successivamente venne assolta al processo. Passarono gli anni ma le indagini non vennero mai concluse. Nel frattempo Restivo si trasferì in Inghilterra con la moglie, ma anche li venne numerose volte denunciato alla polizia par aver seguito tante donne. La svolta nelle indagini si ebbe quando la polizia inglese aprì un fascicolo contro Restivo per l’omicidio di una donna Heather Barnett, compiuto il 12 novembre 2002. Così la polizia italiana e quella inglese iniziarono a collaborare per fare luce su entrambi i casi. Nel 2010 inseguito a dei lavori di ristrutturazione della chiesa della Santissima Trinità, gli operai ritrovarono un corpo sotto un ammasso di materiale edilizio. La polizia chiamò la famiglia Claps per identificare gli oggetti ritrovati e così si ebbe la certezza che quei resti fossero di Elisa. Successivamente il ritrovamento si ebbe la conferma ulteriore che l’omicidio della giovane italiana  e della povera signora inglese fossero strettamente collegati, proprio per le identiche modalità utilizzate dall’omicida. Alla fine di tali indagini non si ebbe dubbio che l’esecutore di entrambi gli omicidi fosse Danilo Restivo che fu chiaramente arrestato e poi processato e condannato a 30 anni per il delitto Claps. Finalmente dopo 17 lunghi anni si è arrivati alla verità, abbattendo così il muro di omertà che caratterizzò il corso delle indagini. È fondamentale ricordare questo evento per Elisa una ragazza giovane a cui sono stati sottratti dei sogni, ma anche per ricordare la forza che questa famiglia ha avuto nell’affrontare questi 17 anni e il coraggio per raggiungere la verità.