IN GIRO PER LEONFORTE Alla scoperta delle sue chiese

di Giuseppe Campagna e Viola Cardaci I G

Mercoledì 29 maggio 2024, le classi prime a tempo prolungato, accompagnate dalla prof.ssa Cangeri, dal prof. Castro e dal prof. Piscitello, hanno fatto visita a due delle chiese più antiche di Leonforte: Santo Stefano e San Giuseppe.

La chiesa di Santo Stefano presenta esteriormente una facciata squadrata di pietra locale, con finestre e portale scolpiti in bassorilievo. Lo stile è settecentesco e la pianta ortogonale. L'edificio è composto da tre navate, si pensa, ciascuna di un'epoca differente. Fu edificata da Giovan Battista Falciglia nel 1657, secondo il Mazzola. A circa un secolo dalla sua erezione, però, la chiesa del Falciglia appare un edificio decrepito e la manutenzione che la fabbriceria parrocchiale può approntare con i normali interventi risulta ormai inefficiente. La chiesa se è sopravvissuta alla alluvione del 1740 che ha travolto i locali dell'ospedale non è rimasta forse del tutto incolume. L'edificio del resto non doveva avere la struttura salda e monumentale che avrà la chiesa che è giunta fino a noi, la chiesa si trova in un paese situato in Sicilia chiamato Leonforte, essa si trova in mezzo a la Leonforte vecchia e quella nuova e all’inizio era un vero e proprio posto di ristoro per i viaggiatori che passavano di lì perché come sappiamo Leonforte si trova al centro della Sicilia così è sempre stato meta di viaggiatori.

Ma adesso entriamo più nel dettaglio, la chiesa è stata edificata nel 1737 e in periodi successivi i religiosi si sono trasferiti lì. È stata voluta dal sacerdote Tommaso Crimì e approvata dal principe, ma in quel periodo era scoppiata un epidemia di peste bubbonica e quindi i frati cappuccini usavano questa chiesa come sito di cura degli appestati. La chiesa è di stile settecentesco e nella facciata si trovano diversi bassorilievi, un portale è una finestra rettangolare ben decorata. Dentro si trovano diverse tele e affreschi e alcuni sono stati venduti e acquistati, il loro autore è Guglielmo Borremans uno dei più celebri pittorica a quei tempi. Era fiammingo e nelle sue opere racchiude personaggi del vecchio e del nuovo testamento; ma dobbiamo sapere anche che lo stile di pittura fiammingo prevede 3 principali aspetti: Raffigura elementi in movimento; Elementi emotivi; Elementi con colori molto chiari.

Guglielmo era solito dipingere le tele con colori scuri e gli affreschi con colori chiari.  Ma nel 1771 la chiesa è stata restaurata e aggiunte 6 colonne d’appoggio e il restauro continua all’Interno perché solo le opere nel presbiterio sono di Borremans per le altre si sono deteriorate e ridipinte da un grandissimo ammiratore Guglielmo (Vincenzo Scillia di Castrogiovanni) ma non è riuscito ad eguagliare la bravura di Borremans. Il sindaco Antonio Longo nel 1870 fece installare un orologio che ai tempi costo 3500 lire ma questo fu uno dei tre insieme a quello dell’Annunziata e della chiesa Madre presi da una ditta di Novara. La chiesa per diversi motivi politici e religiosi possiede dei costosi calici d’argento e diversi strumenti che servono per i sacramenti. E per ulna cosa ma per questo meno importante al di sotto della chiesa si trovano delle misteriose cripte ma questa è un'altra storia.