I ragazzi della rosa bianca

I giovani giusti

di Guiso Selene, Lo Pumo Gaetano, Salpetro Clarissa 3B


La Rosa Bianca fu un gruppo di resistenza contro il nazionalsocialismo fondato da studenti tedeschi e basato su dei valori cristiani. Questo gruppo fu operativo a Monaco di Baviera ed era formato da 5 studenti: Hans e Sophie Scholl, Cristob Probst, Alexander Schmorell e Will Graf i quali rifiutavano  la violenza della Germania e credevano in una Europa federale aderente ai principi cristiani di tolleranza e giustizia. La loro ideologia si era formata seguendo le tesi del movimento giovanile cattolico, i loro opuscoli inizialmente vennero inviati tramite posta ad intellettuali e persone che credevano maggiormente inclini a recepire il loro messaggio. Successivamente li distribuirono in diverse università come quella di Monaco di Baviera. Sophie Magdalena Scholl è stata un'attivista tedesca legata alla resistenza  che scelse la ribellione non violenta al regime. Insieme al fratello Hans furono i promotori di molte azioni importanti. Nel gruppo La Rosa Bianca Hans si occupò della stesura dei volantini con i quali invitava i cittadini tedeschi alla resistenza passiva contro la dittatura. Sophie ebbe il coraggio di salire in cima alle scale dell’università e buttare gli ultimi volantini del sesto opuscolo, ma il custode Jakob Schmid la scoprì; fu così denunciata e arrestata col fratello. Vennero sottoposti a un interrogatorio da parte della Gestapo insieme a tutto il gruppo, ma i fratelli Scholl si presero la responsabilità degli scritti per proteggere gli altri membri del gruppo. Tutti i funzionari rimasero colpiti per il coraggio e la determinazione dei due giovani. I fratelli Scholl e Probst furono i primi ad affrontare il processo che si scoprì essere una farsa. Il 22 febbraio 1943 si celebrò il processo a Monaco. I tre ragazzi furono condannati a morte dal Tribunale del Popolo, presieduto da Roland Freisler. Furono subito dopo condotti nell'edificio dove avvenivano le esecuzioni capitali, alla prigione di Stadelheim, dove i tre amici furono ghigliottinati dal boia Johann Reichhart. L'esecuzione venne supervisionata dal capo di polizia della corte distrettuale di Monaco. Le ultime parole di Sophie furono:
«Come possiamo aspettarci che la giustizia prevalga quando non c'è quasi nessuno disposto a dare se stesso individualmente per una giusta causa? È una giornata di sole così bella, e devo andare, ma che importa la mia morte, se attraverso di noi migliaia di persone sono risvegliate e suscitate all'azione?». Hans, condotto per ultimo alla morte, gridò le parole che il padre gli aveva insegnato sin da piccolo: «Viva la libertà!»