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Avevo adocchiato questa cima da alcuni mesi: vicino casa, poco dislivello, possibilità di un giro ad anello o di allungare verso la Valsessera. E poi, diciamola tutta: un nome così biblico non passa certo inosservato!
Dalla zona dell'ospedale mi incammino sulla carrozzabile verso il bosco, su un tratto facente parte del lungo itinerario 724 Crevola-Postua. Oltre l'abitato la strada diventa sterrata e, poco dopo, devio alla mia sinistra su una gippabile in discesa; nei pressi di un'abitazione solitaria svolto infine a destra, imboccando il sentiero vero e proprio!
Primo segnavia del 722. Buona fortuna!
I sentieri della Bassa tendono ad arricchirsi velocemente di vegetazione e, complice la scarsa frequentazione, rischiano per questo di essere disagevoli. Il primo tratto è infatti ripido e scivoloso, oltre che interrotto spesso dalla caduta di rami e alberi; per fortuna non ci sono rovi e riesco così a farmi spazio fino alla cascina Bellaria (l'accento va su Bellària o su Bellarìa?). Anzi, ai ruderi della cascina: ancor più che il sentiero, le rovine sono invase dalle piante e si rendono riconoscibili perlopiù grazie a un'indicazione del Cai.
Ruderi della cascina Bellaria
La segnaletica è comunque ben piazzata e sopperisce ai tratti dove la traccia è difficilmente individuabile. Approdo su una gippabile e mi fermo un attimo: non perchè abbia dubbi su quale direzione prendere, ma per una foto al Monte Barone!
Proseguo sulla strada sterrata, in direzione est (ovvero, in salita). In genere non amo camminare sulle gippabili ma, dopo la vegetazione così fitta di poco fa, è un sollievo camminare a testa alta! È meno piacevole l'ombra del Cimarone che fa rabbrividire il mio fisico gracilino e sudato, anche se confido che tra poco torni il sole. Abbandono la strada solo al bivio successivo, per inerpicarmi nel bosco sulla deviazione verso il Monte Aronne; un grosso ripetitore rettangolare anticipa la vetta, segnalata da un indispensabile cartello tra gli alberi.
Tronchi e rami offuscano infatti la vista verso l'esterno e, perdipiù, la leggera foschia di oggi stronca ogni tentativo di allungare lo sguardo oltre. Va beh, dietro-front! Riapprodo al bivio di poco prima proseguendo stavolta in direzione Cima Croce, dalla quale mi aspetto una buona visuale su Borgosesia. Percorro un tratto in cresta, dove il calore del sole è mitigato (purtroppo) da un venticello tagliente; mi consolo con la vista della croce del Monte Fenera che sbuca ogni tanto... Enorme da là sotto, piccina picciò da qua! Saluto un ciclista su MTB, unica anima incrociata oggi, appena prima di arrivare alla seconda (e ultima) cima del giorno.
Il monumento ai caduti, ben visibile anche da Bornate
Il panorama si apre particolarmente su due lati opposti, consentendo di ammirare i paesaggi a monte e a valle:
Bornate, Serravalle e Grignasco accompagnano il Sesia verso la pianura
Borgosesia con le sue innumerevoli frazioni; al centro, alcune vette della "lontana" Val Mastallone
I ripetitori e le antenne in cima non sono altrettanto romantici, ma sicuramente necessari al mondo iperconnesso dei nostri giorni; un muro riscaldato dal sole mi offre inoltre un provvidenziale riparo dal vento per cambiarmi finalmente la maglia. Scendo quindi alcuni passi dalla vetta per dirigermi verso il sentiero che mi porterà a valle, fermandomi però qualche secondo a fissarlo dal bivio: non ha un bell'aspetto! È comunque la via più breve per scendere (e potrebbe essere comunque meglio del tratto boscoso affrontato all'inizio), perciò lo intraprendo anche se con molta attenzione.
Vado?
La parte alta è in effetti ripida e scivolosa, oltre che stretta e un po' esposta... E all'ombra, per giunta! Se non altro, la discesa impegnativa ha l'effetto di farmi contrarre i muscoli a mo' di freno, scaldandomi un po'. La traccia si addolcisce gradualmente, permettendomi di allungare progressivamente il passo, fino a sbucare infine sulla provinciale sopra Aranco.
Laggiù spiana!
Fortunatamente, l'incrocio è in un punto in cui un eventuale escursionista è ben visibile alle auto che passano di lì: pochi metri più a destra e sarebbe stato ben diverso. Proseguo sulla strada provinciale un po' imbronciato, sia per il traffico che per il freddo umido, per poi svoltare sull'ennesima gippabile alla mia sinistra: con una leggera salita chiudo dell'anello del Monte Aronne e, pochi passi dopo, raggiungo la mia auto piacevolmente scaldata dal Sole!
Che cacchio ci fa qui una palma?
La Cima Croce è raggiungibile anche tramite strada sterrata, meno ripida e più agevole, anche se decisamente meno "wild": dall'ospedale occorre procedere sul 724 fino a raggiungere e superare il Bocchetto (il valico tra Agnona e Guardabosone), dopodiché svoltare a sinistra sulla gippabile che conduce ai ruderi della cascina Bellaria, ricongiungendosi con l'itinerario descritto sopra. In alternativa si può anche partire da Guardabosone, accorciando il tragitto (vedi mappa). D'estate può essere conveniente per evitare la vegetazione che invade i tratti boschivi, anche se offuscherà comunque parte del panorama in cima.
Traccia GPS da Guardabosone: circa 4,5 km per 220 mt di dislivello
Scorcio su Borgosesia e frazioni
Monumento ai Caduti
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