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Partenza: Fara Novarese (210 mt)
Lunghezza: 11 km
Dislivello: 170 mt
Segnavia: Sentiero Novara 19 + Monteregio in Tour
Punti salienti intermedi: guado sulla Strona, Oratorio di San Giuseppe
L'erba del vicino è sempre più verde, vero? Soprattutto se il vicino è la valle più verde d'Italia!
Ammetto di aver sempre snobbato i colli novaresi, sebbene ci sia nato. Anzi, probabilmente proprio perchè ci sono nato: le infinite strade rurali qui intorno, che da ragazzini percorrevamo spesso in bici, non erano altro che delle mere vie di comunicazione per raggiungere gli amici (e le ragazze) dei paesi limitrofi. Dopo esser tornato in pianura per cause lavorative, l'alta montagna era però diventata lontana, ahimè! Il tempo capriccioso del 2024 decimava le giornate idonee per scarpinare e, con tutta quest'acqua e l'estate alle porte, i sentieri intorno ai monti più bassi (e vicini) venivano presto sommersi dalla vegetazione selvatica.
Insomma, perchè non esplorare le colline? Ok, non ci sono baite sperdute né torrenti cristallini o pascoli, l'aria è pesante e il terreno argilloso... Però, gira e rigira, sono ancora qua!
Dal Castellone di Fara salgo fino alla sterrata che porta a Briona, svoltando però alla mia sinistra per immettermi, dopo aver attraversato la strada asfaltata, sul sentiero dietro alla clinica de I Cedri; percorro una breve discesa per svoltare in un'altra stradina finché, poco dopo, ignoro la salita per il cimitero e proseguo sul ciottolato nel bosco.
Le vigne sopra al Castellone
Al bivio successivo prendo alla mia destra, per superare le colline con un saliscendi: ricordo che da queste parti ci fosse una bell'apertura sul torrente Strona e voglio fare qualche foto! In questa zona il terreno fangoso e la gran quantità di insetti rende la passeggiata piuttosto sgradevole e, dopo aver ravanato per un po' in direzione Briona senza trovare quel posticino fotogenico, mi persuado a tornare indietro per cercare verso Sizzano.
Scorcio di un tratto più asciutto
Il bosco inizia ad alternarsi con qualche prato e, poco dopo, raggiungo il fiume: sulla sponda opposta c'è un'altra strada e sembra proprio di trovarmi davanti a un guado, anche se non so con quali mezzi si possa percorrere. Sicuramente non con la mia utilitaria!
Dopo questo tratto illuminato il sentiero torna a snodarsi nel buio del sottobosco intristendomi un po', ma proseguo di buona lena sull'itinerario (anche se imprecando per gli insetti e le pozzanghere). Quantomeno non sono l'unico a passar di qua: un fruscio mi fa voltare verso un capriolo, che dopo avermi visto scappa frettolosamente a nascondersi tra gli alberi. Cribbio, poteva aspettare trenta secondi per una foto! Pochi minuti dopo raggiungo la Bergamina, sede di memorabili feste paesane; non credo di esserci mai stato di giorno e sicuramente non l'avevo mai raggiunta da questo sentiero, è strano vedere qualcosa di familiare da una nuova angolazione!
Chiesa della Madonna della Pace
Le cascine in fondo al prato, ormai diroccate
Proseguo in direzione Sizzano, passando così al versante meno paludoso e più soleggiato della collina: le vigne tornano a riempire il paesaggio e, ben conoscendo il vino di qui... Fidatevi, ne vale la pena! Mi viene in mente una canzoncina in dialetto che fa più o meno così:
Piuttosto che una donna prendo una damigiana,
mi ubriaco tutta la settimana,
mi ubriaco tutta la settimana...
Il motivetto mi rimane in testa mentre sorpasso l'Oratorio di San Giuseppe, arricchito da un pannello che ne narra le vicende storiche, per continuare poi tra i vigneti verso Fara; un ultimo tratto di bosco mi ricollega al bivio appena sopra al cimitero, permettendomi di chiudere l'anello e rientrare così a casa.
Oratorio di San Giuseppe
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