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Erano un paio di mesi che soggiornavo, in maniera abbastanza continuativa, a casa dell'allora morosa di Varallo. Nonostante i suoi sforzi per assecondare la mia passione per la montagna, era evidente che non le piacessero le scarpinate; alla ricerca di un percorso da affrontare in autonomia, da alcuni giorni avevo così adocchiato il Sentiero di Padre Gallino, che sembrava svolgersi in un contesto tranquillo, poco impegnativo e, soprattutto, sicuro (era la prima vera scarpinata in solitaria, nonostante continui inconsciamente a relegare il primato alla gita a Cervatto).
Ed era vicino casa: vuoi mettere il lusso di partire senza nemmeno prendere l'auto?
Raggiungo di buon mattino l'imboccatura del sentiero, pochi metri prima del Ponte del Buzzo (o Busso); il bosco ombroso e muto mi fa dimenticare subito il brulicare della cittadina che ho lasciato pochi metri prima, regalandomi fin dall'inizio una piacevole sensazione di quiete e leggerezza.
Tratto iniziale del 616
Il sentiero è quasi in piano e assaporo la camminata che, dopo aver superato una cappelletta, mi porta nella viuzza che serve le abitazioni sulla sponda sinistra del Mastallone. Che strano e affascinante contesto! Alla mia destra ho una montagna, davanti a me prati pianeggianti e più in fondo un fiume, chiuso da un'altra montagna!
Alcune abitazioni nei pressi del torrente
Mentre mi godo il paesaggio, mi accorgo di essere arrivato a un bivio: per seguire il 616 dovrei girare a destra, ma quella deviazione mi sembra un po' scomoda e ho qualche dubbio che sia il sentiero ufficiale. Inoltre, non ho preso ancora tanta confidenza con l'applicazione per il tracking e non mi fido tanto di quello che vedo, quindi tiro dritto per il sentiero più comodo. Dopo qualche centinaio di metri mi accorgo di stare ancora costeggiando il torrente e, consultando il gps, è inequivocabile che abbia superato il bivio da un bel pezzo; il tracciato è però così piacevole che decido di allungare il giro sulla variante 617, se dovessi aver problemi posso sempre fare dietro-front, no?
Nei pressi del torrente Bagnola
Sicuramente, ma poco dopo metto da parte anche quest'ultima via di fuga: devo arrampicarmi per un tratto ripido e scivoloso che, sebbene sia alto pochi metri, non ho nessuna voglia di ripercorrere poi in senso opposto. L'app col gps sembra funzionare bene e mi incoraggia mentre proseguo sul tracciato, ora più stretto e meno visibile, fino a raggiungere una fattoria nei pressi di Pozzallo.
La traccia si fa incerta
L'erba qui è cresciuta parecchio e mi blocco alcuni minuti in cerca della prosecuzione del tragitto, che trovo dopo qualche tentativo: rincuorato dai segnali del CAI, continuo nel bosco su pendenza più accentuata fino a raggiungere Verzimo, pittoresca frazione di Varallo, che si ricongiunge col 616 pianificato. Lo smarrimento di poco prima mi fa apprezzare il ritorno alla civiltà, in particolare nel contesto del piccolo borgo poco abitato: incrocio due signore che, salutandomi, mi chiedono se non sia pericoloso avventurarsi da soli in montagna. "Ah non preoccupatevi, ho il navigatore!" e dopo che consulto lo smartphone allontanandomi le sento commentare, sorprese, questa nuova possibilità offerta dalla tecnologia degli ultimi tempi. In effetti, fino a qualche giorno fa non lo sapevo nemmeno io (e poco fa ho comunque sbagliato tragitto...)!
Chiesa di Verzimo
Nei pressi di Gerbidi imbocco, supportato dalla chiara segnaletica verticale, l'ultimo tratto di salita che mi separa dalla cima: la pendenza descresce fino a raggiungere una breve sella, dove poco dopo raggiungo LE croci di vetta!
Ecco perchè si chiama così!
Il mio primo traguardo da solo! Sono a poco più di 900 mt di altitudine ma sono molto soddisfatto e, approfittando di una panca, mi prendo una pausa per uno spuntino. Il panorama è parzialmente coperto dalla vegetazione ma, dopo un tratto in discesa, trovo uno spiazzo più aperto con tanto di pannello informativo che descrive la visuale.
Dovesio tra le foglie e, ben visibile, Arboerio
Raggiungo presto la carrozzabile a nord del Sacro Monte e, non sentendo la necessità di un aiuto nell'orientamento, proseguo a naso fino al parcheggio del santuario. Ce l'ho fatta! I cartelli mi guidano senza dubbi fin giù al parcheggio della funivia, dal quale mi incammino verso a casa attraverso le familiari vie di Varallo: tra poco la mia dolce metà torna dal lavoro e le voglio far trovare il pranzo in tavola!
Emerge il Sacro Monte; Crevola sullo sfondo
(spoiler: dopo una decina di giorni non stavamo già più insieme, ma credetemi quando dico che è un lieto fine!)
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