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Quante volte vi è capitato, dopo aver iniziato a coltivare una passione, di vedere le cose in modo completamente diverso da prima?
Può capitare, ad esempio, con le motociclette: Tizio è al bar e sente il potente rombo di una moto, qual è la reazione comune (ammesso che ce ne sia una)? "Toh, sta passando una moto". Cosa succede, invece, quando Tizio è un appassionato delle due ruote? "Wooo senti che bicilindrico! Sarà un'Harley? Magari da qui la vedo, fammi dare un'occhiata!"
Allo stesso modo, fino a poco tempo fa, dalle strade del Novarese vedevo le montagne come una sorta di anonima decorazione: belle, per carità, ma erano lì da sempre e mi sembravano più o meno tutte uguali. O forse nemmeno le vedevo, ahimè; sicuramente non ci facevo troppo caso. Dopo decine di scarpinate e (soprattutto) un anno intero vissuto a ridosso dei monti, il panorama dalla pianura è diventato irresistibilmente attraente!
In una giornata serena, fermo al semaforo di Bornate, mi era caduto in particolare lo sguardo su una chiesa appollaiata sotto al Fenera: "Se io la vedo da qua, vuol dire che da là vedo fin qua, e quindi ci sarà anche molto altro da vedere... Dov'è, cos'è e soprattutto come si raggiunge?"
Si vede anche dalla panchina gigante di Prato Sesia
Appurato che si trattava della Chiesa di Sant'Agata di Ara, a soli 450 mt di altitudine (meno di 150 mt dal fondovalle, quindi), si presentava come un'ottima occasione per una breve passeggiata invernale. Ci sono tanti sentieri che, dal basso, salgono alla frazione: non pensavo che avrei finito per percorrerne quattro!
Parcheggio prima del sottopassaggio convinto di trovare il sentiero ma, dopo alcuni tentativi senza successo, rientro in paese e mi dirigo verso una traccia alternativa. La partenza non promette nulla di buono: non ho trovato la strada che volevo prendere e, per di più, quella su cui ho ripiegato è stretta, ripida e pure molle e fangosa! Mi rassegno all'idea di inzaccherare gli scarponi (d'altronde, a cosa servono se non si sporcano?) mentre inizio a scarpinare sul sentiero, che gradualmente muta verso un aspetto più dolce, comodo e asciutto.
Gli alberi spogli lasciano penetrare il sole
Il tempo vola mentre assaporo la passeggiata; ignoro il primo bivio ma, nei pressi della frazione Bertasacco, cambio invece direzione e proseguo a sinistra in leggera discesa. Il primo tratto è dietro una collina all'ombra ma non mi dispiace, iniziavo ad avere davvero caldo! Continuo fino a raggiungere alcune panche da pic-nic che mi accendono una specie di dejà-vu: di solito sono piazzate prima di un punto panoramico, chissà che vista da quassù!
Scommetto che là dietro c'è un panorama mozzafiato!
Salgo sulla piccola altura più che incuriosito, ma mi sfugge qualche imprecazione quando riscontro solamente altra boscaglia. Ero convinto che mi aspettasse una vista come dal punto panoramico Sasei!! Un po' stizzito rientro quindi sul sentiero, che riconquista la mia fiducia dopo solo pochi secondi, giungendo al Parco delle grotte di Ara.
(altre foto del parco a fondo pagina)
L'ingresso è libero ma oggi non mi va di curiosare, quindi proseguo verso il paese. Poco dopo sto già calpestando l'asfalto di Ara; scatto una foto al Monte Barone e attraverso il borgo, che a una prima occhiata mi piace molto! Non siamo in né montagna né in pianura ma trovo elementi di uno e dell'altro contesto, in un abbinamento che mi affascina e rallegra.
Le curve dolci, come quelle del Monte Barone, caratterizzeranno la gita
La frazione è piccola e, poco dopo, sto già attraversando l'arcata che precede la chiesa. Mentre cammino su questo vialetto ciottolato mi vien da pensare ai credenti che, nel recarsi alla parrocchia, sono già messi alla prova dalla salita, prima ancora di potersi confessare! Trovo tutto molto coerente ed efficace, ma il tempo per queste osservazioni finisce subito: eccomi a destinazione!
Chiesa di Sant'Agata
Panorama sulla valle
Mi accorgo di avere ancora tanta voglia di scarpinare: decido così di togliermi uno sfizio e di esplorare gli altri due sentieri che scendono al fondovalle. Dopo un tratto di carrozzabile prendo perciò la vecchia via pedonale, poco panoramica ma comodissima, scendendo fin quasi toccare lo stradone provinciale; svolto poi a sinistra, sul sentiero del Rio Magiaiga. Si tratta di una strada gippabile, che costeggia il torrente senza farmi faticare troppo; progressivamente diventa un sentiero e abbandona il fiume solo nell'ultimo tratto, dove la pendenza aumenta piacevolmente e mi cade l'occhio sui tanti fiorellini del sottobosco.
Scorcio del torrente
Le grotte non si fanno attendere e da lì imbocco con furore il quarto sentiero, quello che avevo "mancato" a inizio gita: voglio proprio sapere dove ho sbagliato due ore fa! L'entusiasmo rende il mio passo più simile a un trotto che a una passeggiata, anche quando il sentiero inizia, lievemente ma inaspettatamente, a salire un po'. Ignoro una deviazione (è per lo stesso raccordo che avevo incrociato a inizio gita) e continuo in discesa verso Grignasco; l'ambiente intorno a me si fa percettibilmente più umido, direi addirittura quasi "afoso", rammentandomi le prime sensazioni della scarpinata odierna.
Un'ultima occhiata in basso
Approdo alla Via Crucis della chiesa di San Graziano e comprendo finalmente la magagna: il sentiero passa sopra alla galleria vicino al parcheggio, non inizia da sotto! A posteriori sono però contento di aver sbagliato partenza: la passeggiata è stata molto più lunga e divertente di quanto avessi previsto!
...e la traccia GPS ricorda un petto di pollo! Neh?
Alcune foto di fine estate!
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