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Agosto era ormai arrivato da qualche giorno, accompagnato come consueto da tanta afa ma anche dalle ferie estive. L'insolazione presa qualche giorno prima all'Alpe Tailly mi aveva persuaso (oltre che a mettere la crema solare) a cercare il fresco in luoghi diversi dall'alta montagna: è vero che a duemila metri la temperatura è più bassa che in pianura, ma là di alberi non ce ne sono e il Sole te lo becchi tutto! Lo "scarpinometro" iniziava così a puntare in direzione Val Mastallone, dove l'ombra e l'acqua non sono più i temibili aguzzini dell'inverno ma si trasformano in preziosi alleati contro la calura estiva.
Oggi guida mio fratello e io mi godo così il paesaggio dal finestrino, risalendo il Mastallone fino a parcheggiare poco oltre il centro di Fobello. Attraversiamo il fiume nei pressi del cimitero e proseguiamo per il centro sportivo "Oltracqua", raggiungendo poco dopo l'omonimo ponte, da cui imbocchiamo il sentiero che sale a Cervatto.
Scorcio del torrente dal ponte d'Oltracqua
Un grande cespuglio di ortensie cattura la mia attenzione appena prima di inoltrarci del bosco; inizia la salita e il fiato si accorcia, ma l'ombra degli alberi mantiene la mulattiera piacevolmente fresca. Che sollievo!! Schivando qualche lumacone (nel vero senso della parola) giungiamo poco dopo al parcheggio davanti al castello di Cervatto, prima tappa del giorno. La vista si apre e possiamo già allungare lo sguardo verso le frazioni alte di Fobello e, dall'altro lato, la frazione Oro Negro di Cervatto; notiamo anche la Via Crucis che sale al castello, così ci concediamo una breve deviazione per percorrerla... D'altronde siamo tutti peccatori, no?
Cervatto e alcune stazioni della Via Crucis
Augurandoci di aver espiato qualche pena, torniamo indietro e proseguiamo su asfalto per scendere fino al torrente Cervo; alcune mucche pascolano sui prati dell'altra sponda, noi attraversiamo il ponticello ma proseguiamo sul sentiero alla nostra sinistra, libero da bovini. Iniziamo così un'altra salita tra gli alberi e costeggiamo un vivace fiumiciattolo, per poi raggiungere la baita di Pianello. Senti che fragranza di polenta abbrustolita!! Un signore che ci ha sentiti esce così dalla porta e ci saluta, confermando che proprio di polenta si tratta... Il profumo è così invitante che rimarrei qui tutto il giorno anche solo per annusare l'aria, ma dopo qualche chiacchiera ci congediamo (a malincuore) e proseguiamo su per il bosco.
Alpe Pianello
La pendenza è modesta e senza faticare troppo raggiungiamo i prati di Oro Negro, rinomata e pittoresca frazione di Cervatto. La giornata è piuttosto nuvolosa ma il panorama ne risente poco: da qui riesco a vedere fino a Rimella! Sostiamo qualche minuto e intanto programmiamo dove e quando sbevazzare una birra, optando per proseguire lungo l'itinerario e decidere strada facendo. Che alla fine è sempre la soluzione migliore!
Dal basso verso l'alto: il castello di Cervatto, l'Alpe Colma di Fobello e Villa Superiore di Rimella
Proseguiamo in discesa sul largo sentiero, toccando di nuovo il Cervo per attraversarlo sul caratteristico ponte a dorso d'asino; giriamo lo sguardo all'insù e risaliamo fino alle abitazioni di Giavina, approdando su asfalto. Proseguiamo verso il paese in leggera discesa, invidiando abitanti e villeggianti: probabilmente queste case ricevono parecchia luce anche in inverno, dev'essere un bel posto dove vivere!
Oro Negro, sullo sfondo, sembra già lontanissima
Giunti a Cadvilli svoltiamo sul sentiero a sinistra, percorrendo un ultimo strappo in salita sul 505 in direzione Roj. Da qui proseguiamo per un lungo tratto, praticamente in piano, ancora una volta sotto la fitta ombra degli alberi: fa proprio freschino qua, ci voleva davvero! Il sentiero, oltre che climatizzato, riesce anche a essere panoramico, regalandoci qualche scorcio delle frazioni alte di Fobello.
Dall'alto verso il basso: Alpe Colma, Gazza, Cagianolo, Cadalmeina
È da un po' che siamo in giro e iniziamo ad avere appetito: arrivati alla frazione Torno ci sediamo su una panca e azzanniamo il trancio di pizza, pentendoci di non aver portato con noi un paio di lattine di birra. Giù a Fobello c'è una festa con tanto di spillatori, vorrà dire che faremo una sosta lì!
Torno
Ammiriamo intanto altre frazioni e alpeggi che sono sbucati da dietro le montagne e dopo pranzo ci rimettiamo in cammino, proseguendo su un tracciato con fondo duro: chissà se da qui ci passano anche in mountain bike? Il tempo vola mentre maciniamo passi al fresco, fino a raggiungere la frazione Roj in quel che sembra un battere di ciglia.
L'Alpe Res sopra alle frazioni Ronco, Boco Superiore e Riva
Da qui proseguiamo in discesa sulla carrozzabile e, dopo aver attraversato l'omonimo torrente Roj dell'omonimo vallone di Roj, scarpiniamo fin giù al Mastallone. Cambiamo sponda (fluviale) e, stufi dell'asfalto, ci infiliamo su una traccia incerta che attraversa Boco Inferiore, costeggiando piacevolmente il fiume fino alla Piana di Roj (ma chi è questo Roj così famoso??). Il sentiero ci riporta infine sulla carrozzabile e continuiamo assetati in direzione Fobello: il chiosco delle birre artigianali è sempre più vicino!
Il Mastallone nei pressi di Piana di Roj
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