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Gennaio non è un mese che adoro per le scarpinate. Fa freddo, la neve rende i movimenti impacciati e bagna i vestiti, il ghiaccio intermittente obbliga a mettere e togliere i ramponcini; ma, cosa più importante, il Sole tende a rimanere nascosto dietro alle montagne, intensificando tutti i fastidi precedenti. Tuttavia, così come il terreno si prepara prima di seminarvi gli ortaggi, questo periodo si presta bene alla pianificazione: studiare la mappa è anche una maniera per sognare un po', giusto?
Una delle mete che mi ero appuntato in quel periodo era proprio la Colma di Fobello, che dalla vetta del Pizzo Tracciora avevo a suo tempo confuso per la Res: entrambi gli alpeggi sorgono infatti su una sella, ed entrambe le selle dividono la valle del Mastallone da quella del Landwasser. Oltre alla curiosità, mi attraeva la posizione soleggiata del sentiero e lo scarso dislivello; era anche una buona occasione per portare con me mio fratello, che da tempo voleva scarpinare un po' in montagna, così organizziamo per una giornata soleggiata di febbraio.
Da Boco Inferiore intraprendiamo la mulattiera verso le frazioni alte, approfittando della modesta pendenza per attivare il metabolismo. Siamo in una parentesi piuttosto calda di metà febbraio, ma siamo anche in montagna: il freddo non è opprimente e anzi rende l'aria piacevolmente fresca, ma la mia vescica deve ancora sincronizzarsi col termometro dell'alta Val Mastallone! Dopo esserci allontanati per alcuni minuti dal paese, metto mano alla zip dei pantaloni e mi fermo per controllare che non ci siano spettatori involontari:
"CHE DIAVOLO STAI PENSANDO DI FARE?"
Ma che animali stupendi! Non mi era mai capitato di vederli così da vicino e così nitidamente! Ne approfittiamo per scattare qualche foto, ma ci leviamo subito dalle scatole: il fatto che non siano scappati vuol dire semplicemente che non hanno paura, o che al primo passo falso il maschione ci prenderà a testate? Nel dubbio proseguiamo per la nostra strada, esaltati per l'incontro e scherzando sulla coincidenza che ci ha portati ad avvistarli.
La pendenza del sentiero aumenta e iniziamo ad annaspare, attraversando le frazioni Campelli, Piana e Costa. Il Sole picchia deciso sui nostri visi pallidi e la quota crescente apre man mano il panorama, finché raggiungiamo Belvedere a circa 1200 mt di altitudine.
In fondo, Cervatto e Oro Negro; in alto a destra, il Pizzo Tracciora inaugura la cresta che separa Cervatto dalla Val Cavaione
Più in là, le baite di Ronco. Che bel quadretto!
Superiamo la frazione, ignoriamo la traccia per La Res (sigh) e svoltiamo a destra, incontrando qualche chiazza di neve mentre attraversiamo il bosco, fino a giungere senza sforzi all'Alpe Colma. C'è il sole, il vento è quasi assente e il panorama è bellissimo: ottima posizione per panino e birretta!
La pittoresca accoppiata Oro Negro-Cervatto
Un bosco sempreverde sopra le frazioni Villa Superiore e Sella (Rimella). Mi piacerebbe fare un giro laggiù!
Dopo pranzo attraversiamo l'alpeggio, provando a esplorare la traccia che dovrebbe scendere a Cagianolo: una lingua di neve e il tappeto di foglie secche ne rende presto impossibile l'individuazione, così procediamo tentoni da un rudere all'altro, senza perder di vista la Colma in caso ci trovassimo costretti a fare dietro-front.
Alpe Colma
Scendiamo lentamente fra gli alberi e, dopo aver guadato un piccolo ruscello e averne attraversato un altro su un rassicurante ponte, intravediamo una traccia e torniamo alla civiltà approdando in località Gazza. Una donna ci saluta da una baita, che bella sorpresa trovare un cristiano quassù!
L'Alpe Colma, oltre il bosco, è ancora visibile da Gazza
Continuiamo a scendere attraverso un comodo (e meritato!) sentiero e, dopo aver dunque superato anche Cagianolo, raggiungiamo la carrozzabile che sale da Fobello. Sono solo le due e mezza ma sembrano già le cinque! Il sole ha terminato infatti il suo "percorso utile", riparandosi dietro alla montagna oltre Cervatto e sembrando dimenticarsi del capoluogo della Val Mastallone.
Cappella di Cagianolo
Allunghiamo un po' il tragitto passando per i vicoli di Fobello, ma non c'è molto scampo: per tornare all'auto bisognerà camminare quasi 1 km su strada asfaltata! Il clima si fa più freddo e ci consoliamo dividendo una barretta cioccolatosa mentre, percorrendo gli ultimi metri, sull'altra sponda del fiume qualcuno sembra aspettarci per il giusto congedo.
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