<<<< Precedente: Piano dell'Erba (1493 mt)
>>>> Successiva: Alpe Campello (1187 mt)
Partenza: Rassa (917 mt)
Lunghezza: 6,7 km
Dislivello: ~800 mt
Pendenza media: 12%
Segnavia: 251
Punti salienti intermedi: Ristorante Heidi, Alpe Sorba, Alpe Massucco
Nel rimettere insieme i pezzi dell'escursione prendo ora consapevolezza che, tra le tante passeggiate in solitudine, questa è stata veramente la più bella. Vuoi per il percorso, vuoi per la giornata, vuoi per un'altra moltitudine di fattori imprevedibili e irripetibili: non ho dubbi in merito.
Parcheggio l'auto prima della zona a traffico limitato e continuo a piedi, lungo la carrozzabile che costeggia il Sorba. L'asfalto rende il primo tratto più faticoso di quanto sembri, ma è questione di un quarto d'ora: poco dopo cammino su un bel sentiero tra i boschi, raggiungendo in breve tempo l'Alpe Campello e il ristorante Heidi. Sorpasso il camino fumante, quasi con noncuranza, e proseguo con decisione lungo l'itinerario.
Ristorante Heidi all'Alpe Campello
Il sentiero diventa di una piacevolezza che mi lascia quasi esterrefatto: ampio, poco ripido, per nulla esposto e in un contesto selvaggio e incontaminato. Nemmeno il tempo di abituarmi alla bellezza di questo percorso e vengo sorpreso un'altra volta! Poco dopo approdo infatti alla spettacolare Alpe Sorba, che sorge su un ampio prato e permette, a differenza di tanti altri alpeggi, di distanziare parecchio le baite tra loro. Pur non notando altri esseri umani oltre al sottoscritto, la fine del villaggio sembra tagliare in due la "valle dei tremendi": da qui in poi la componente selvatica raggiunge un apice che non avevo mai conosciuto prima, pur essendo, tra l'altro, a meno di 1200 mt di altitudine.
L'Alpe Sorba è ancora al buio
La semplicità del sentiero lascia vagare la mente ovunque, tra ricordi passati, situazioni presenti e prospettive future. Fa molto freddo, tanto che infilo la bottiglia d'acqua in una tasca a contatto col corpo per scaldarla: siamo verso fine novembre e la valle, stretta dalle montagne ai lati, è nota per ricevere pochissima luce in questo periodo. Lungo il cammino il Sole continua ad andare e venire e non riesco a decidere se indossare cappello, cuffia o occhiali da sole! Scelgo infine di indossare la cuffia sopra al cappello, accoppiata che mi sembra piuttosto buffa ma che si rivela efficace.
Il Sole si alza e io cammino di buona lena: inizio a scaldarmi e finalmente, mentre supero i ruderi dell'Alpe Dosso, riesco a sfilarmi i guanti senza congelare. Ignoro il bivio per la Cima dell'Artorto e giungo all'Alpe Massucco, in una zona un po' più aperta e illuminata. Odo un curioso gracchiare che non avevo mai sentito prima, non è come i corvi che ci sono in collina! Scoprirò che si tratta del corvo imperiale, al cui verso ormai associo la sensazione di libertà, leggerezza e meditazione della montagna.
Alpe Dosso
Non sono stanco ed è ancora presto, per cui provo a continuare verso il bivacco dell'Alpe Toso. La crescente quota e l'ombra pressoché perenne hanno favorito l'accumulo della neve; si tratta però di pochi centimetri, fortunatamente, e non mi creano difficoltà. Dopo una breve salita raggiungo la baita, chissà se si può entrare? Non ero mai entrato prima in un bivacco incustodito e sono quasi imbarazzato! Busso per non disturbare eventuali ospiti, cosa alquanto improbabile dato il chiavistello chiuso; lo faccio scorrere ed entro nella baita buia. Il locale è molto spartano ma non manca nulla: tavolo, panche, stufa, letti e suppellettili varie. Anche parecchie bottiglie vuote di vetro, purtroppo... Ma, onestamente, non me la sento proprio di giudicare le persone che hanno dormito qui, in un posto così fuori dal mondo.
Interno del bivacco
Approfitto del riparo dalla brezza per cambiarmi velocemente la maglia, quando mi pare di sentire due voci, un uomo e un cane: mi affaccio dall'uscio e, proprio come sembrava, scorgo più in su un signore col suo compagno a quattro zampe, che si dirigono verso la baita. Probabilmente siamo le uniche anime nel raggio di chilometri, è inevitabile e spontaneo fare conoscenza e scambiare due chiacchiere; mentre la mia mano gelida stringe la sua, calda e asciutta, mi racconta che si chiama Sergio ed è in giro per i bricchi dalle sei di mattina! All'Alpe Toso ci aveva anche dormito e mi avverte che il bivacco potrebbe essere inagibile, perché così aveva letto sul sito CAI; non ci sono però cartelli e sorge qualche dubbio, magari devono ancora salire per affiggerli.
Alpe Toso
Ci salutiamo e, mentre lui prosegue la discesa, raccolgo le mie cose per imitarlo: fa freddo e non mi va di mangiare qua, al Massucco però c'era il Sole e si starà sicuramente meglio. Giubbotto, cuffia, guanti e... I guanti sono gelati!!! D'accordo che forse erano un po' umidi di sudore, ma li avevo appoggiati un attimo sul tavolo mentre mi cambiavo, cribbio! Mi metto in moto e, fortunatamente, il movimento attiva la circolazione e riscalda anche le mani, le quali riscaldano i guanti. Ma non doveva essere il contrario?
Meglio pranzare lì
Sergio mi aspetta su una roccia, in mezzo al prato, mentre condivide uno spuntino col suo compagno peloso. Estraggo dallo zaino pizzetta e birra e scambiamo altre due chiacchiere, godendoci i preziosi raggi solari. Stavolta non siamo soli: più in su, verso l'Artorto, ci sono delle piccole sagome in movimento, probabilmente cacciatori. A metà pranzo sento improvvisamente freddo: il Sole si sta già nascondendo dietro le montagne ed è calata l'ombra!!! Ci spostiamo di pari passo una ventina di metri più su, vicino alla baita del Massucco, ancora (per poco) illuminata. Lascio l'ultimo boccone al cane, che non osava chiedermene un pezzo; poi ci separiamo definitivamente, dimenticando più o meno volontariamente di scambiarci un contatto. A ripensarci ora, questo non fa che conferire un'atmosfera ancora più irripetibile a quell'escursione: se ci rincontrassimo, probabilmente non ci riconosceremmo nemmeno. E dire che è una delle poche persone con cui abbia mai pranzato vis-à-vis!
Alpe Massucco
Il rientro procede in maniera spensierata; gli unici ricordi che ho di quel tratto sono una cacca enorme in mezzo al sentiero (che evito di mostrare) e un solo incontro, una coppia di pensionati poco a monte dell'Alpe Sorba. Stavolta però approfitto del ristorante Heidi, dove è rimasto ancora qualche superstite dal pranzo, per un lussuoso caffè caldo!
Alpe Sorba, al rientro
Gli Iron Maiden dall'autoradio non mi hanno mai gasato come quel pomeriggio.
"La natura risveglia i sensi"
<<<< Precedente: Piano dell'Erba (1493 mt)
>>>> Successiva: Alpe Campello (1187 mt)