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Partenza: parcheggio del cimitero di Scopa (622 mt)
Lunghezza: 1,4 km
Dislivello: 250 mt
Pendenza media: 18%
Segnavia: 223+(non segnalato)
Punti salienti intermedi: chiesa della Madonna della Neve di Otra
La passione per la montagna non è una novità, in famiglia: una bisnonna materna (più precisamente, la mamma della mamma della mamma) era infatti nativa di Cervarolo, tramandando "sangue montagnino" o, ragione altrettanto probabile, creando inevitabilmente ai discendenti tante occasioni per tornare sui bricchi e innamorarsi dell'alta valle. Mia madre ricorda bene le vacanze estive che passava a Villa Inferiore di Cervarolo ma, in linea con lo spopolamento montano della seconda metà del '900, ha messo sempre più da parte questi posti in favore di mete più accessibili e servite; immaginate perciò l'entusiasmo quando va a trovare il figlio in Valsesia!
Non manca mai il materiale per lavorare agli amigurumi in caso di maltempo (foto: la "Ranùla" e una zucca halloweeniana)
Durante una di queste visite, mentre ammira i Denti di Gavala dall'appartamento di Scopello, prende il binocolo e inizia a scrutare il panorama. L'occhio cade su una cappelletta, apparentemente in mezzo al nulla ma non molto lontana: "Guarda quella chiesetta là! Sei già andato? Dici che ce la faccio anch'io?"
In effetti mi chiedevo da un po' che cosa fosse quel quadratino bianco; avevo precedentemente guardato di sfuggita sulla mappa senza trovare nulla, perciò approfondisco la ricerca aiutandomi con la bussola. La cartina di Locus Map leva ogni dubbio: si tratta della cappelletta appena dietro il Lagone, quest'ultimo accessibile da Scopa tramite un sentiero un po' ripido ma relativamente breve. Dai mamma, duecento metri di dislivello li puoi fare, qua è un po' ripida ma con calma ci arrivi!
Dal cimitero di Scopa proseguiamo verso il Sesia, attraversandolo sul ponte metallico che ricordo bene, dal quale il panorama inizia ad allargarsi: mentre mia madre inizia a scattare una marea di fotografie, mi accorgo che da quel punto è ben visibile il Pizzo Tracciora. Da lassù non ci avevo mica fatto caso! Continuiamo sulla scalinata fino alla Madonna della Neve di Otra, dalla quale si gode di una bella vista sul paese; aggiriamo la chiesa verso il bosco e, nei pressi di una baita dal curioso nome "Ca' dal Lüf", imbocchiamo il sentiero verso la nostra meta.
La segnaletica è ben curata al bivio
Mi sento un po' un Cicerone in questi casi e, mentre iniziamo a salire, spiego alla mamma che questo sentiero arriva fino al Badile, quella vetta col ripetitore in cima che si vede sia da Rossa che da Scopello; la fatica non ha ancora intaccato lo stupore per il paesaggio che la circonda e continua a commentarne la bellezza... Un po' come me, quand'ero salito al Pastore per la prima volta e non credevo ai miei occhi.
Scorcio del sentiero
Il bosco inizia a offuscare il panorama e proseguiamo, lentamente ma senza intoppi, finché la pendenza decrescente preannuncia una sella: lì c'è una grossa pozza d'acqua stagnante, sarà questo il lago dell'Alpe Lagone? Continuiamo mentre fra gli alberi si apre il panorama sui Denti di Gavala (chiamati dalla mamma "Denti del Gavo": non si ricorda mai il nome corretto e le viene da rimpiazzarlo col soprannome di un amico di mio fratello), superando la sella, per giungere in un posto che sembra lontanissimo dalla cittadina lasciata poco fa: qua ci sono solo alberi, prati e montagne!
I Denti "del Gavo" ancora ben illuminati
Un'ultima breve salita e raggiungiamo l'Alpe Lagone, che sorge intorno a un pianoro tanto piccolo quanto affascinante. Che gioiellino questo posto, abbiamo avuto proprio una bella idea a venire qui!
Il sole abbandona le baite dell'alpe
La cappelletta che si vede da casa mia dev'essere da queste parti; sono le quattro di pomeriggio e fra un'ora sarà buio, ma facciamo comunque un tentativo veloce. Un cartello indica la nostra meta e imbocchiamo una traccia non segnalata che, complice il tappeto di foglie secche e la fretta, perdiamo presto di vista. Abbiamo ben chiara però la direzione da seguire e scansiamo gli alberi fino a trovarci sul principio di una discesa tutt'altro che aderente: la nostra meta ci aspetta pochi metri lì sotto, in un punto che offre una bellissima vista sul Sesia... E da cui, come calcolato, si vede casa!
È lei!!
Possiamo permetterci solo una breve occhiata e poche foto (non abbiamo nemmeno capito come si chiami la cappelletta) poi, a malincuore, giriamo i tacchi verso l'alpe; nonostante l'assenza di una traccia evidente, la breve distanza e la presenza di punti di riferimento fanno sì che rientriamo sul sentiero senza difficoltà. Adesso però bisogna muoversi, se non vogliamo rimanere al buio! Scendiamo di buona lena lungo lo stesso sentiero; a dispetto dello scarso allenamento, la mamma raduna forza e concentrazione e prosegue con passo deciso alle mie spalle. Giungiamo così sani e salvi alla Madonna della Neve, con un poco di margine prima del tramonto e qualche minuto utile per scattare altre foto. I lampioncini lungo la gradinata si accendono mentre scendiamo verso il Sesia: va bene, adesso ci possiamo riposare un attimino!
Panorama su Scopello e parte di Scopa
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