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Nelle scarpinate precedenti avevo teso, sia pur involontariamente, a snobbare Rimella. L'unica volta che ero salito fino al paese risaliva a 7 anni prima, con la fidanzata dell'epoca: parcheggio, venti metri a piedi e poi "sì sì bello, io odio camminare, andiamo a casa?"... Non sentivo la mancanza di lei, ma di Rimella sì! Scruto la carta escursionistica e l'occhio cade sul 548 della Bocchetta di Campello, che volendo si può allungare con un giro attraverso le frazioni sopra San Gottardo.
Viaggio su due ruote per essere più comodo sulle strette strade dell'alta valle, parcheggiando alla termine della carrozzabile appena prima di San Gottardo. Il sentiero mi entusiasma fin da subito, è un tratto lastricato di forse un centinaio di metri che sembra appartenere a un mondo fantastico!
Il sentiero subito dopo il parcheggio
Arrivo presto a San Gottardo e, una volta attraversato lo splendido borgo, inizio a cercare un incrocio tra il 550 (da cui sono partito) e il 548, che vedo qualche metro più su: la mappa indica un punto in cui i sentieri si sfiorano, si potrà passare da uno all'altro, no? Ebbene, forse non si può, o quantomeno non lì, perciò alla fine mi arrampico goffamente su una salita erbosa fino a trovarmi sulla via corretta. Questo è un tracciato davvero comodo e spazioso, non troppo pendente, che offre vedute stupende sugli alpeggi in alto: ovunque io guardi, mi basta aguzzare un po' la vista per notare qualche baita sperduta!!
Tratto del sentiero 548
Mi piace tantissimo e neanche mi accorgo che sono già arrivato al bivio col 549 per il bivacco Città di Borgomanero; per ora lo ignoro e prendo la mulattiera a sinistra, un po' più ripida, che mi porta sul colle. La sensazione è sempre la stessa, ai confini di provincia: osservo le indicazioni per scendere a Campello Monti nella maniera con cui di solito si osservano i cartelli per Mentone o Lugano, manco fosse in un'altra nazione dove parlano idiomi sconosciuti. Fa freschino e, dopo aver indossato un maglione calduccio, mi godo il pranzo panoramico proprio sotto alla croce.
Croce alla Bocchetta
Vista verso la Val Strona
Scatto una fotografia a due escursionisti che volevano conservare un ricordo, già che ci sono anche un selfie e incomincio la discesa; stavolta al bivio prendo alla mia sinistra, verso il bivacco menzionato sopra. Gli alpeggi sono bellissimi e la sensazione di trovarmi in un mondo magico non accenna a svanire, al contrario della traccia: dopo l'Alpe Sinanecca non capisco bene dove andare e prendo, non convinto, l'unico sentiero visibile. Meno male che ho controllato il GPS!! Il cielo che si rannuvola mi inquieta un pochino mentre, attraversando un prato senza punti di riferimento, la tecnologia mi aiuta a rientrare sull'itinerario programmato. La traccia è ancora poco visibile e mi perdo anche alla successiva Alpe Ratte; in questo caso non sarebbe andata così male anche se avessi proseguito verso sud, ma il GPS mi aiuta ancora e torno sul sentiero per Werch. La difficoltà a orientarsi è comunque compensata (e forse anche correlata) dall'incontaminazione del posto, acuita dalla piacevole solitudine e tranquillità.
Panorama dall'Alpe Pianello
Mi rincuora però udire poco dopo delle voci poco più avanti: ci sono alcuni escursionisti sulla sessantina che si stanno godendo una bella passeggiata, come il sottoscritto. Dopo averli sorpassati noto con la coda dell'occhio che deviano con decisione sul sentiero per San Giorgio, tanto da indurmi a percorrere la stessa traccia; alcuni metri dopo riscontro però dal GPS che, per la terza volta, sono su una strada diversa da quella che avevo programmato! Faccio perciò dietrofront e incrocio di nuovo la comitiva, salutando con una punta di imbarazzo.
Wan
Attraverso perciò l'alpe Werch e subito dopo Wan, che nonostante i nomi ricordino l'oltreoceano sono invece alpeggi tipici della zona (e quindi molto belli!). Giunto all'alpe Selletta, in teoria non dovrei avere problemi: sono già sul 550 che mi porta al parcheggio e non devo arrampicarmi per cambiare sentiero, giusto? Invece sbaglio ancora traccia e finisco proprio sul 548, che prima avevo fatto tanta fatica a raggiungere, anche se ora capisco perchè. La congiunzione tra i due sentieri è infatti poco più in basso di quanto pensassi, ecco l'inghippo!
Torno a San Gottardo e percorro di nuovo la Stairway to Heaven fino al parcheggio, dove un signore mi fa i complimenti per la moto: gli ricorda quando anche lui aveva una Benelli, da ragazzo, e la ammira incantato.
Ancora una foto!
Ringrazio e cerco di dissipare l'imbarazzo sminuendo il valore e la cilindrata del veicolo, così lui risponde prontamente "Non importa che motore abbia... È proprio bella! La Benelli, mamma mia..."
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