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Qualcuno una volta mi ha chiesto "e quando finirai tutti i sentieri della Valsesia, dove andrai?". Non ci ho pensato su troppo: "ripasso ancora sugli stessi! Magari in una stagione diversa, no?"
I sentieri della Valsesia non li ho certo "finiti", ma capita già di ripercorrere itinerari più o meno simili a quelli già visti. La prima volta che ero stato nella valle dell'Artogna, in un mese di novembre, la vegetazione era spoglia e morente: facciamo un giro a maggio con la nuova macchina fotografica?
Parcheggio davanti al cimitero di Campertogno sotto un cielo incerto; oggi voglio arrivare almeno fino all'alpe Rosè e mi incammino senza indugio, almeno finché il tempo tiene. Il primo tratto del sentiero mi è ormai familiare (sarà la quarta o quinta volta che passo di qui) e, conoscendone la pendenza tagliafiato, lo affronto molto lentamente ma cercando di non fermarmi... Un po' come un mulo!
Alla chiesetta della Madonna degli Angeli mi concedo una sosta per scattare qualche foto: stavolta non salirò fino alla suggestiva Madonna del Callone, poco più su, e questa è la vista migliore che avrò oggi verso il fondovalle!
Madonna degli Angeli
Riprendo a camminare, oltrepassando le belle baite del Selletto per poi deviare al bivio successivo verso la valle Artogna. Non senza rimpianti: sarebbe bello fare un giro anche su fino all'Argnaccia! Ma bando ai sentimentalismi, questa scarpinata s'ha da fare (anche perchè, conoscendomi, se salissi all'Argnaccia rimpiangerei comunque di non essere passato da qua). La traccia è protetta dagli alberi e lascia poche distrazioni, permettendomi di gustare meglio il profumo dell'umido sottobosco.
Poche distrazioni, ma non nessuna! (Grampa e Goreto di Mollia)
Approdo su una gippabile, intraprendo una breve salita nel bosco e poi di nuovo su gippabile. Poco avventurosa forse, ma l'alternativa sarebbe stata passare dalla cascata del Tinaccio su un percorso che avrebbe perso in difficoltà molto più di quanto avrebbe guadagnato in romanticismo; non mi pesa perciò condividere questo breve tratto con qualche traccia di pneumatici.
Finalmente mi rituffo nel bosco, incontrando qualche rudere e tante felci, finché non vengo travolto improvvisamente da un impetuoso sciabordare d'acqua: ecco l'Artogna!
Prima apparizione!
Il sentiero costeggia arditamente il corso d'acqua, totalmente incurante dell'irruenza di quest'ultimo, accompagnandomi fino all'Alpe Campello: qui il bosco si apre e, tramite un ponte metallico, raggiungo la baita sull'altra sponda del torrente.
Alpe Campello
A fine autunno qui era già bellissimo, ma ora sono più commosso che affascinato! Questo piccolo paradiso mi toglie letteralmente il fiato e mi sento quasi indegno di poterlo ammirare tutto da solo. Sembra esagerato, lo so; forse anche la nostalgia ha avuto il suo peso, ma non mi aspettavo davvero un paesaggio così magico! La vista di un signore in divisa da pescatore mi induce a ricompormi, mentre proseguo ancora estasiato sulla sponda sinistra del torrente: poco oltre mi aspetta l'oratorio di Campello, così statico e immobile in confronto al grintoso fiume su cui si affaccia.
Oratorio di Campello
Le nuvole offuscano il Sole senza troppe minacce, consentendomi così di provare una breve deviazione per raggiungere la Piana; da quest'alpeggio non sono sicuro di riuscire a ricongiungermi con il percorso programmato, per cui torno sui miei passi e proseguo sul più sicuro sentiero di prima. L'Artogna continua a tenermi compagnia mentre guado un suo modesto affluente e, pochi minuti dopo, il bosco si apre nuovamente per presentarmi un alpeggio.
Alpe Rosè
Sembra che queste baite siano ancora frequentate, è difficile da immaginare per noi che viviamo a due passi dal supermercato e dalle comodità!! Il cielo continua a scurirsi e perdo così molto entusiasmo, eleggendo quest'alpeggio a capolinea. Le pietre di un muretto hanno conservato il calore del Sole e ne approfitto per sedermici sopra: ecco perchè si dice "stare col culo al caldo", che lusso!! Giusto il tempo di cambiarmi la maglia e fare uno spuntino, poi saluto quest'angolo di felicità e mi avvio al rientro.
Scorcio della Valle Artogna
L'altra volta ero arrivato fino all'Alpe Campello, oggi fino all'Alpe Rosè. Chissà se la prossima arriverò più su! Non mi dispiacerebbe affatto ripassare di qui... E senza aspettare che "finiscano i sentieri in Valsesia", eh!!
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