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La recente passeggiata a Fobello aveva aumentato la voglia di girovagare in Val Mastallone, che da tempo avevo lasciato un po' da parte. Partito alla volta di Rimella, da Varallo iniziavano ad apparire preoccupanti cartelli gialli: "SP9 CHIUSA PER LAVORI - LOCALITA' VOJ"; poco male, pensavo, Voj è dopo Fobello, io devo girare prima. I cartelli si facevano un po' troppo frequenti e sono stato allora assalito da un dubbio amletico: "...ma non è mi confondo con Roy??"
Dopo aver accostato e avuto la conferma che Voj di Cravagliana non è Roy di Fobello (e che non sarei riuscito a raggiungere Rimella), ho invertito quindi la marcia per ripiegare sul piano B già pronto: avevo pianificato da un po' una scarpinata in Val Sabbiola (dal nome dell'omonimo torrente, che affluisce nel Mastallone a circa 550 mt di altitudine), ancora mai esplorata. L'itinerario in questione si presentava come una di quelle passeggiate che, affiancando il fiume, tendono a essere poco faticose, ma che regalano allo stesso tempo scorci fantastici di natura; d'altronde, come potrebbe essere diversamente? Siamo in Val Mastallone!!
Parcheggio dunque a Bocciolaro, curioso di percorrere la mulattiera che sale a Sabbia: non è segnalata dal CAI ma è in ottimo stato, immagino sia stata l'unica via di accesso al paese fino a qualche decennio fa. La giornata è serena e, man mano che mi allontano dal gelido fondovalle, inizio a patire addirittura il caldo! Ho indosso il giaccone invernale, dato che non avevo previsto di scarpinare a bassa quota e (soprattutto) su un versante così assolato; tengo duro fino a raggiungere il centro di Sabbia, dove tutto sembra tacere.
Ah, che bel freschetto che ci dev'essere giù al fiume!
Vorrei levarmi il giubbotto ma non ci sta nello zaino, per cui mi levo almeno il pile e riprendo a camminare. Un tratto asfaltato mi fa sudare ancora di più, ma poco dopo raggiungo finalmente il sentiero vero e proprio: la pendenza minima e l'aria leggera mi fanno tirare un bel respiro di sollievo, mentre visito le prime frazioni sopra al paese.
Cortaccio
Mi fa molto piacere notare che, nonostante la distanza dalle comodità, alcune case sembrino ancora abitate. Lo stile edilizio è comune a tante frazioni di questa zona: la maggior parte degli edifici ha due o tre piani (e magari una soffitta), con balconata esterna dalla quale si accede alle varie stanze, e i piani "terreni" parzialmente interrati per assecondare le pendenze. Proprio come la casetta dei miei nonni a Cervarolo! Mi chiedo come mai si scegliesse questa particolare architettura mentre proseguo sull'itinerario, gettando ogni tanto uno sguardo alle case sul versante opposto.
Salaro
Il torrente Sabbiola, che cede il nome alla valle, è diversi metri più in basso; devo dire che, in questa giornata di febbraio un po' troppo calda, mi sarebbe piaciuto rimanere più vicino al fiume! Quassù il sentiero è interrotto solo da qualche sporadico rivolo d'acqua, che attraverso perlopiù tramite semplici guadi.
Si tratterà di Erbareti?
Continuo a camminare nel bosco finché, buttando uno sguardo nel fondovalle, appaiono due ponti: uno carrozzabile e uno pedonale, lo storico Ponte della Giumenta. Sbuco così sulla strada asfaltata e la percorro, per un breve tratto, in salita più decisa; o almeno così sembra, sul duro si fatica di più! La strada diventa sterrata e, dopo aver oltrepassato un vivace ruscello, raggiungo poco dopo la frazione Montata.
Torrentello prima di Montata
C'è un'auto parcheggiata nel piazzale! Provo un mix di stima e invidia verso i proprietari di chissà quale baita e, mentre cammino fra le poche case del villaggio, capisco che il borgo che vedevo da lontano è proprio la mia meta odierna: i cartelli mi aiutano al bivio successivo, dove imbocco la bella mulattiera che sale senza difficoltà a Erbareti.
Frazione Montata
Poche decine di metri di dislivello e sono arrivato! È davvero strano camminare nei vicoletti tra le case: sembrerebbe quasi di essere in un paesino di collina, non certo a quasi mille metri di altitudine! La sensazione svanisce quando raggiungo la fontanella al centro del villaggio, in una piazzetta che dà la sensazione di essere su un balcone panoramico della Val Sabbiola. Il forte sole in controluce mi impedisce di scattare delle foto decenti... Ma ehi, da qua si vede Montata!
Montata, da Erbareti
C'è una panchina che sembra essere stata piazzata apposta a mo' di trono per il sottoscritto: pare che il borgo sia disabitato, anche se una casa dietro di me ha le finestre aperte. Mi cambio e mi rilasso svariati minuti, godendomi la preziosa quiete che si può trovare solo in posti come questo.
Quando raccatto di malavoglia le mie cose per tornar giù, ecco una coppia che scende da un vialetto: ma allora qualcuno c'è davvero! Sono di mezz'età e, ancora una volta, mi rincuora vedere che ci sono tutt'oggi persone che mantengono in vita le piccole frazioni montane. Mentre scendo verso Montata mi viene la tentazione di allungare il giro per chiudere un anello: all'incrocio con la carrozzabile, quindi, abbandono il sentiero e proseguo su asfalto.
Che bello costeggiare il torrente! La strada è di servizio per le piccole frazioni che sorgono lungo il corso d'acqua;è quasi pianeggiante e attraversa il Sabbiola più volte, regalandomi tanti scorci da immortalare e ancor più emozioni da ricordare.
Uova di rana in uno stagno
Continuo la discesa entusiasta, studiando ogni indicazione per i villaggi sulla sponda sinistra del fiume (in particolare: dal Ponte Baulei si può salire fino alla Sella Vaneccio, collegandosi con le Piane di Cervarolo). Sorpasso la bella Molindelina e poi Crosi, percependo nitidamente di avvicinarmi sempre di più a Sabbia: poco dopo mi inserisco sulla strada che collega il paese a Bocciolaro, da dove sono partito.
Molindelina
Vedendo più in basso la frazione Gabbio, dall'altra parte del fiume, mi viene la tentazione di passare da lì; il sentiero che si stacca dalla strada sembra però un po' incerto e sono piuttosto stanco, così abbandono l'idea. Non mi resta che percorrere gli ultimi metri sulla carrozzabile, per ritornare sano e salvo al parcheggio in riva al Mastallone: non sarà certo l'ultima volta che passo di qui, ne sono sicuro!
Gabbio
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