Condivido due cose, forse ovvie per qualcuno, ma che io prima non sapevo o credevo esageratamente amplificate dalla cultura di massa. Nel senso, quando ogni cosa viene bollata come estremamente pericolosa, a quel punto uno inizia a pensare che o è pericoloso tutto o non lo è niente, no?
Internet è una fonte di dati incredibilmente vasta anche se, spesso, discordante e poco attendibile. Le idee per le escursioni non mancano: basta inserire un hashtag su un social per venire sommersi da foto di posti stupendi e più vicini a noi di quanto crediamo.
Prima di tutto è necessario scegliere un percorso alla nostra portata: lunghezza, dislivello, pendenza, varie ed eventuali (guadi, esposizione, ecc). Tornano molto utili il sito del CAI di Varallo e applicazioni come Locus Map o similari... Oltre che le scarpinate del Davide!
Magari informarsi anche su parcheggi e ZTL (parcheggio Wold di Alagna)
Credo che una persona giovane e in salute, anche se non allenata, non abbia problemi a sopportare 500 mt di dislivello positivo; meglio se spalmati su più chilometri per ridurre la pendenza media (a proposito, si calcola facendo (dislivello/lunghezza)x100. Esempio: 500 mt di dislivello su 4 km di sentiero -> 500/4000 = 12,5%). Una pendenza inferiore al 10% è poco più che pianeggiante, sul 20% direi media e dal 30% in su taglia le gambe e il fiato!
"Forse dovrei fumare meno" (sentiero Campertogno-Argnaccia)
Per avere un'idea grossolana del tempo necessario, il metodo che trovo più realistico (e adattabile al proprio passo) è questo: calcolare 1 ora per ogni 5 km di lunghezza e aggiungere un'ora per ogni 500 mt di dislivello positivo. Esempio, 6 km con 700 mt di dislivello: 6/5 + 700/500 = 2,6 ore, poco più di due ore e mezza. Per la discesa utilizzo lo stesso calcolo dimezzando il dislivello negativo, esempio di prima: 6/5 + (700/2)/500 = 1,9 ore (oppure, se il percorso è lo stesso dell'ascesa, si può ridurre semplicemente il tempo di salita del 30%). Col tempo ci si renderà conto se si ha un passo più veloce o più lento di questa stima, aumentando o diminuendo il valore orario di lunghezza e dislivello.
Meglio tornare al parcheggio prima del tramonto, no? (alba su Rossa a San Silvestro)
Un sentiero che abbia tanti alpeggi sul percorso è la scelta migliore, in particolare se non si è sicuri della propria forma fisica: è davvero brutto fermarsi in mezzo al nulla e fare dietrofront per la stanchezza, quando magari la prossima baita/meta intermedia è a un'ora o più di cammino. Se il percorso ha invece tanti punti di interesse, è più facile (e sicuro) fare uno sforzo di ulteriori dieci minuti per fare poi merenda in un punto relativamente riparato da sole, vento e acqua; non dimentichiamo l'importante fattore psicologico dell'aver raggiunto in ogni caso un traguardo, sia pur intermedio.
Avere una sola scelta equivale a non averne (alpeggi sopra San Gottardo di Rimella)
I giri ad anello sono più soddisfacenti ed entusiasmanti, tuttavia è bene informarsi minuziosamente sul sentiero che sceglieremo per la discesa: se a metà strada il percorso fosse interrotto o nascosto e non fosse possibile proseguire per quella via, saremo costretti a risalire in cima e a rientrare dallo stesso sentiero dell'ascesa, perdendo molto tempo prezioso e tanta energia. Data la componente aleatoria sempre presente, suggerisco quindi di scegliere il percorso meno agevole per la salita, in modo da poter tornare facilmente sui propri passi in caso di problemi: meglio una gita troppo corta e deludente che una troppo lunga e pericolosa.
Niente paura: sta trasportando materiale edile (Rossa)
Le montagne sono enormi per antonomasia e, in quanto tali, possono fare parecchia ombra! A ridosso del solstizio d'inverno, in particolare, l'elevazione massima del Sole scende fino a circa 20° (alla latitudine di Varallo Sesia): meno di un terzo dei 67° del 21 giugno! Alcune zone hanno la caratteristica quasi "polare" di ricevere pochissima luce, se non di rimanere completamente all'ombra per giorni o settimane intere; è vero che camminando ci si scalda, ma a lungo andare freddo e buio demoliscono l'umore.
La strategia più istantanea è quella di controllare la mappa: se il sentiero che abbiamo scelto ha delle cime alte immediatamente a sud, è assai probabile che di sole ce ne sia ben poco (e viceversa: se i rilievi sono a nord, è molto probabile che ci abbronzeremo). Per avere dei dati più precisi senza riempire un quaderno con calcoli trigonometrici, ci sono app che fanno il lavoro per voi: io ad esempio uso PeakFinder, ottima app (a pagamento per pochi euro) per identificare panorami, che ho scoperto da poco svolgere anche questa funzione "solare".
"Ho le chiappe gelate!"
(foto nei pressi di Failungo)
Preferisco avere addosso qualche etto in più piuttosto che rischiare freddo e fame.
Portare una maglia di ricambio, o anche due se si suda parecchio, oltre a una felpa: sembra scontato, ma in montagna fa freddo!! La temperatura reale e percepita varia molto nell'arco della giornata, a volte basta girare un angolo per passare dall'estate all'autunno. Cappello per evitare fastidiose emicranie solari, foulard/fazzoletto per proteggere il collo da vento e sole, pantaloni lunghi e scarpe adatte. Non uso quasi mai gli occhiali da sole perchè mi dà fastidio continuare a metterli e toglierli passando da sole a ombra. Un impermeabile (di quelli praticamente tascabili) è sempre meglio averlo, a meno che il meteo giuri e spergiuri che non pioverà nel raggio di 50 km per tutto il giorno.
Acqua, naturalmente, e cibo quanto basta; non amo pranzare nei rifugi perchè, se troppo lontani, potrei non arrivarci e tornare giù digiuno. Se troppo vicini, beh... Difficile proseguire la salita con lo stomaco pieno di polenta e spezzatino!!
Vale anche per polenta, tapulone e birra!
L'inverno merita un discorso a parte, anche perchè ho ben poca esperienza in merito; recentemente ho apprezzato l'aderenza dei ramponcini sul ghiaccio e sulla neve compatta, ma sul morbido tende invece a formarsi uno zoccolo fastidioso che ne vanifica l'utilizzo, oltre che zavorrare i piedi.
Più che la classica cartina escursionistica (non sempre è facile capire su quale sentiero siamo), consiglio le app di tracking (tipo la Locus Map menzionata sopra): il gps finora non mi ha mai abbandonato, nemmeno quando il segnale telefonico era assente da ore. Scaricare però prima le mappe offline!!! Se il gps funziona ma il segnale internet non è sufficiente a scaricare l'immagine, la nostra app segnerà un bel puntino in mezzo al nulla. Con Locus Map si possono usare gratis le OpenAndroMaps, bisogna solo smanettare un attimo con la guida perchè non è proprio intuitivo. Ho notato che l'altitudine viene sballata quando entra in funzione la precisione della geolocalizzazione (ad esempio tramite le reti wifi che capita di agganciare): se si vuole avere un rendiconto abbastanza preciso del dislivello percorso è meglio quindi disabilitarla e affidarsi al solo GPS, ma comunque l'orientamento non ne risente in nessuno dei due casi.
Inizialmente tenevo una foto pronta da consultare nella galleria dello smartphone
L'entusiasmo porta facilmente, nei primi momenti della gita, a scarpinare più molto velocemente di quanto si sia in grado: questo ci obbligherà a fare frequenti pause che, se non rallentiamo il ritmo di marcia, saranno presto così irrinunciabili da indurci a fare dietro-front per l'esaurimento di energie.
Consiglio di utilizzare la collaudata tecnica del "pas d'la vaca vegia" (passo della vacca vecchia): appena la strada inizia a salire, fateci caso e rallentate il passo in proporzione alla pendenza, prima che sia il fiato corto a obbligarvi a farlo. Non importa se la volta precedente vi era sembrato di arrampicarvi su per le rocce come un camoscio: come mi insegnò un escursionista solitario nella Valle dei Tremendi, "Da un giorno all'altro mica cammini sempre uguale, eh! A volte di più, a volte di meno...."
A volte superiamo di gran lunga le nostre stesse aspettative...
... altre volte raggiungiamo a stento il minimo sindacale. È così!
Una pioggia leggera ma prolungata irriga i campi molto meglio di un violento acquazzone, esattamente come accade al nostro corpo: meglio bere qualche sorso ogni tanto, piuttosto che resistere finché si riesce per poi tracannare tutta la borraccia d'un fiato. Anche perchè si resisterà molto meno! Consiglio di tenere sempre l'acqua a portata di mano, magari avete un'apposita tasca davanti o un marsupio con portaborraccia; funziona anche un compagno di scarpinata per estrarsi le bottiglie l'un l'altro, l'importante è non dover togliere lo zaino ogni volta che si vuole bere. Perchè? Perchè se no uno preferisce resistere finché può e poi tracannare tutta la borraccia d'un fiato!
Vale anche, in minor misura, per il cibo: un piccolo snack aumenta la resistenza e toglie i morsi della fame. Senza sovraccaricare la digestione eh, il panino con la mortadella è meglio mangiarlo in cima!
Gelo, nebbia e neve riducono drasticamente lo stimolo della sete
I social hanno ormai costruito un mondo parallelo a quello reale e, in misura più o meno pressante, ne siamo influenzati tutti. Inizialmente tendevo anch'io a fotografare davvero tutto, quasi per avere più materiale da poter sfoggiare più tardi; poi, un bel giorno, mi sono reso conto che continuavo letteralmente a guardarmi in giro alla ricerca di scorci o panorami da immortalare, così tanto che sembrava quasi un dovere e non un piacere, appesantendomi la passeggiata. Il mio consiglio è quindi di godersi l'escursione così come viene: se un paesaggio ispira la voglia di una foto ben venga, se invece ci si abbandona alle chiacchiere, o al flusso di coscienza dei pensieri, ben venga pure quello. Anzi, meglio: lasciamo agli influencers l'onere di dover documentare ogni cosa, un ricordo vale più di tutte le immagini che si possano memorizzare su di un telefono.
Al netto del solito "rispetta la montagna e porta giù la tua spazzatura", che non credo serva ripetere perchè tanto non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, mi verrà in mente qualche altra dritta utile.
Ah, ecco: se scappa la pipì, non rivolgersi alla salita né controvento!!!
... a meno che non riusciate a lavarvi come fa lui! (in foto, Tony detto Mister Tunìn)