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Partenza: piazzale Acqua Bianca, Alagna (1495 mt)
Lunghezza: ~4 km
Dislivello: ~780 mt
Pendenza media: 20%
Segnavia: 207
Punti salienti intermedi: Caldaie del Sesia, Alpe di Bitz, Rifugio Pastore
Il boss finale delle scarpinate!!
Perchè quest'affermazione? Può sembrare, in effetti, un'escursione come tante altre presenti nel sito, a giudicare dai parametri a inizio pagina. È forse il caso di aggiungerne qualcuno per rendere meglio l'idea:
Scarpinate pregresse: ~2
Allenamento pregresso: 2-3 km di camminata in campagna qualche volta l'anno
Esperienza escursionistica: Rifugio Pastore (1575 mt)
Esagerazioni a parte, io e mio fratello avevamo da un po' di tempo l'intenzione di fare una passeggiata in montagna. Nel 2020, le misure adottate contro la pandemia hanno spinto gran parte della popolazione a passare il tempo libero in luoghi poco affollati e, soprattutto, all'aria aperta; questo ha di conseguenza favorito il turismo ad alta quota, rendendo di fatto più facile reperire informazioni su un'escursione e organizzarla.
Lo spunto per questa gita è nato nell'ufficio di mia cognata, dove un collega le aveva suggerito di andare su al Barba Ferrero: percorso facile e ottima meta. La cartina indicava ottocento metri di dislivello e non avevamo idea di quanto avrebbero potuto pesare sulle nostre gambe, perciò ci fidiamo e partiamo; ottocento metri non è neanche un chilometro, che cosa mai sarà?
Traccia creata con Locus Map
Parcheggiamo a Wold poco prima delle dieci e acquistiamo tre biglietti della navetta Wold-Acqua Bianca: la comitiva stavolta è "numerosa" (io, mio fratello e la sua compagna). Non sto nella pelle! Voglio vedere le baite, gli alberi, le capre, le rocce e tutte quelle altre cose bellissime che mi avevano incantato quella volta che ero salito al Pastore... In una parola, la montagna!
Sono emozionato quando la navetta ci scarica nel piazzale sotto le cascate dell'Acqua Bianca, momento da cui la scarpinata ha inizio. Raggiungiamo l'Alpe di Bitz, dove si trova la Casa del Parco dell'Alta Valsesia, in pochi minuti; è infatti un tratto molto breve, ma la volta precedente avevo avuto l'impressione che fosse durato almeno il doppio... Un po' come quando si guida su una strada nuova e sembra non finire mai, ma le volte successive subentra una sorta di pilota automatico e il tempo vola.
1h e 30... Dai, ce la facciamo
Ignoriamo, per ora, il bivio verso il Rifugio Pastore e proseguiamo sul 207, rincuorati dal cartello che indica una sola ora e mezza di cammino. Il sentiero, che si sviluppa tra rocce, arbusti e boschetti, ha una pendenza moderata e proseguiamo entusiasti ma senza strafare. Il diradamento degli alberi coincide più o meno con l'inasprirsi della salita e le pause si fanno più frequenti; non abbiamo app per il tracking, tutt'al più Google Maps (che sarebbe pressoché inutile anche con un segnale internet pieno), perciò non è facilissimo stabilire con precisione dove siamo. Non perchè ci siamo persi eh (il sentiero è evidente e ben segnalato), ma perchè vogliamo sapere quanto manca!! Ho con me la famosa cartina nord-ovest della Valsesia e cerco di farmi un'idea: abbiamo appena superato un cartello per l'Alpe Safejaz, saremo a circa 1800 mt di quota. Meno di metà strada?? Ci autoconvinciamo che non dev'essere così: è già da un po' che siamo in cammino, insomma, ci hanno detto che non era faticoso, non può mancare così tanto.
Il sentiero si sviluppa per gran parte parallelo al Sesia, un ruscello da qui in su
Il cielo si rannuvola e alla fatica si aggiunge la preoccupazione di beccarsi un acquazzone; abbiamo degli impermeabili, ma temiamo che sarà rischioso scendere sulle rocce bagnate. A questo punto valutiamo l'opzione dietro-front: si può sempre ripiegare sul Pastore, ma qual è il rifugio più vicino da raggiungere? Non abbiamo nemmeno un panino con noi! Decidiamo di proseguire la salita, ponendo comunque più fiducia nel tempo che sulle nostre gambe.
Speriamo bene
Il sentiero diventa più aspro e roccioso, se ricordo bene c'è pure un passaggio attrezzato con corda fissa per superare alcune pietre in sicurezza; la pendenza sembra aumentare sempre più ma del rifugio nemmeno l'ombra, dove cacchio sarà?? Siamo stanchi ed è difficile tenere alto il morale, tanto che, in una delle tante pause, mia cognata si siede sconfortata su un masso: "Andate su voi... Io rimango qua fin quando non tornate". Oggi ci scherziamo sopra, ma allora non stava mica bleffando!! Ci rimettiamo comunque tutti in cammino, sempre più lenti, sempre più stanchi... Sempre più vicini, a rigor di logica: il sentiero curva infine a destra e, aggirando un versante, appare finalmente il rifugio!!!
Alleluja!
Solo quando siamo seduti sulle panche riusciamo finalmente a rilassarci, godendoci il panorama, mangiando, bevendo e scattando tante foto; il tempo alla fine ha tenuto, però l'aria è fresca e non ho pensato a portare una maglia di ricambio, quindi indosso comunque l'impermeabile. Deh, ma siamo sicuri che questo sia un sentiero così facile? Non siamo certo degli sportivi, ma neanche messi così male, dai, non è possibile! Evidentemente ognuno ha il suo metro di giudizio e, non sapendo come basarci sui parametri oggettivi, abbiamo dato per scontato che sarebbe stato facile anche per noi.
Vista dal rifugio; si intravedono l'Alpe Fondecco, a destra, e la sagoma dell'Alpe Casera Lunga a valle
La salita è durata molto più del previsto e conviene sbrigarsi a scendere, anche perchè la navetta non aspetterà tutto il giorno per noi! Ci incamminiamo quindi con decisione, ignorando che la discesa è molto più infida della salita: è facile adattare istintivamente la velocità di quest'ultima alle proprie capacità, mentre proseguendo verso il basso non si hanno letteralmente freni. Presto inizio infatti ad avvertire dolore all'anca destra, dovendo così rallentare il passo nella speranza di non peggiorare il danno.
Cerco di dissimulare l'andatura zoppa mentre, più a valle, attraversiamo il caratteristico ponte sul Sesia sotto all'Alpe di Bitz: abbiamo ancora uno spiraglio di tempo per deviare al Rifugio Pastore e ristorarci con una bibita. Giungiamo infine completamente distrutti al parcheggio della navetta, non molto prima dell'ultima corsa!
Credo fosse il ghiacciaio delle Piode
Ecco perchè io e mio fratello ci riferiamo tutt'ora al Barba Ferrero come una sorta di acerrimo nemico o il boss finale di un videogioco!! Nei mesi e negli anni successivi, dopo aver fatto un po' di esperienza, abbiamo pensato più volte di riprovarci; magari addirittura senza prendere la navetta per rimontare ancor più clamorosamente, conquistando pure il traguardo dei 1000 metri (io non ho poi saputo aspettare, provandoci al Monte Tovo). Sono passati più di tre anni da allora e, dato che adesso che sto scrivendo mancano due settimane a Natale, è probabile che passerà ancora tanto tempo: inconsciamente abbiamo forse... paura??
... non certo di ingrassare!
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