<<<< Precedente: Oratorio di Luppia (450 mt)
>>>> Successiva: Colle Sant'Emiliano (742 mt)
Non so voi ma io, durante le tremende ondate di calore padane, ho solo tre parole in testa: "VIA DA QUI!!!"
Era da alcuni mesi che non scarpinavo su per i bricchi e non mi andava di cimentarmi in gite impegnative; ma soprattutto, facendo tesoro delle esperienze passate, puntavo verso sentieri immersi nella frescura delle foreste. Mi era capitato di leggere del Bosco dell'Impero, appena sopra Sabbia: popolato da conifere, impiantate artificialmente circa un secolo fa, doveva essere un posto davvero interessante. Ma perchè allora il titolo dice "Madonna del Tizzone"?
Ora vi racconto tutto!
Avvio il GPS e mi incammino senza indugio verso la mulattiera per Sabbia: avevo già avuto modo di percorrerla, poco più di un anno fa, e non mi aspetto intoppi di sorta. Mi basta oltrepassare il primo tornante per piombare in un altro mondo: l'asfalto e le automobili sembrano già un lontano ricordo! Il bosco mi tiene al fresco e assaporo con estremo gusto la salita, senza scordarmi di immortalare quest'angolo di quiete.
La mulattiera è in buono stato, nonostante la vegetazione esplosa col caldo
Raggiungo il paese, stavolta illuminato dal Sole cocente di agosto, e inizio a districarmi fra i vicoli: è incredibile come ci si perda di più nei centri abitati che sui sentieri di montagna! Tutte le strade portano a Roma, dicono però, e infatti poco dopo trovo le indicazioni per la mia meta. Abbandono di nuovo la civiltà per addentrarmi nel bosco; una breve (ma ripida) salita mi fa battere il cuore e poco dopo approdo su una strada sterrata, quasi pianeggiante. Il paragone con le afose strade collinari mi assale per un istante, ma per fortuna ha vita breve! Si respira ovviamente un'atmosfera completamente diversa e mi lascio coccolare dalla vista di qualche casupola isolata, chiedendomi chi vivesse qui e cosa facesse per campare.
Scorcio sulla Val Mastallone
La strada si stringe in un sentiero, che risalgo fra l'erba ancora umida di rugiada, fino al bivio per il santuario Madonna del Tizzone. Perchè non fare una breve deviazione lì, già che ci sono? Supero la curiosa baita dell'Alpe Saccora e raggiungo poco dopo l'edificio religioso, salutando due ragazzi che si stanno rilassando sui tavoli da pic-nic. Come vi capisco! Ma voglio vedere il bosco dell'Impero e bisogna battere il ferro finchè è caldo; senza perdere tempo torno al bivio di poco prima supero un ponticello di legno sul torrente Saccora e imbocco la traccia. Procedo però con qualche esitazione: porca vacca se l'erba è alta qui... Poche decine di metri mi fanno infine desistere e mi fermo, per studiare il da farsi. Presto detto: dietro-front e giro ad anello tra le frazioni di Cravagliana!
Madonna del Tizzone
Torno all'Alpe Saccora e ravano (senza successo) per seguire un'apparente traccia alternativa, poi mi rassegno a fare la spola e torno al santuario. Stavolta però lo oltrepasso e continuo nel bosco, in leggera discesa, su una traccia non segnalata ma in ottimo stato. Adesso sono davvero curioso, dove mi porterà un sentiero così bello e battuto? Gli alberi si diradano e mi trovo improvvisamente su un bel prato, evidentemente tagliato da poco. C'è anche un orto lì dietro! La vista di alcune case mi conferma di aver raggiunto Colla, frazioncina piuttosto isolata ma ancora vivente. Scendo un pochino verso valle e svolto a sinistra per dirigermi verso Sassello Inferiore, altra frazione di Cravagliana. Ignoro però il sentiero e approfitto della strada gippabile a fianco: non è ancora mappata sulla OpenStreetMap, buona occasione per farlo oggi!
Colla
Sassello è al capolinea di una strada carrozzabile che, staccandosi dal fondovalle, serve anche le frazioni Brugarolo e Brugaro. Mi tornerà comoda per scendere, ma ogni volta che posso la abbandono in favore di sentieri e percorsi pedonali. L'asfalto scalda! È quasi ora di pranzo mentre attraverso gli altri due piccoli borghi, divisi da un cimitero dove è in corso una funzione religiosa. Il tintinnio delle posate, le chiacchiere dei villeggianti e i profumi dei vialetti mi annodano lo stomaco: così è ancora più difficile concludere la scarpinata e tornare a casa! Ricaccio giù la malinconia aiutandomi con uno spuntino, mentre scendo fino allo stradone e torno infine all'auto, parcheggiata solo un paio d'ore prima.
Brugarolo
<<<< Precedente: Oratorio di Luppia (450 mt)
>>>> Successiva: Colle Sant'Emiliano (742 mt)