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Solitamente, le mete delle scarpinate con mio fratello corrispondevano a un rifugio: oltre che per il pasto caldo, credo che ci sembrasse un po' una garanzia per una bella esperienza. Insomma, se in un posto hanno allestito un rifugio vuol dire che ci va gente, e se ci va gente vuol dire che è bello e che sarà fattibile anche per escursionisti della domenica come noi, giusto?
Non ero mai stato a Rima ma avevo in mente da tempo, scrutando la cartina dell'alta Valsesia acquistata due anni prima, di andare a curiosare anche al Rifugio Vallè: circa 800 metri di dislivello in un paio d'ore di cammino, niente che ecceda le scarpinate passate. Si poteva anche fare un giro ad anello!
Rima San Giuseppe
Ci sono escursioni (anche antecedenti) di cui rammento tantissimi dettagli, probabilmente perchè legati a particolari posti o situazioni; questa è invece una di quelle gite in cui nemmeno le foto riescono a rinfrescarmi la memoria, rimanendo poco più di semplici immagini a due dimensioni slegate da qualunque emozione. Merita comunque una pagina nel sito: quale posto e quale scarpinata non ne meriterebbero una?
Traccia creata con Locus Map
A dispetto di quanto riscontrato in altre passeggiate, il sentiero 291 non taglia le gambe dall'inizio: il principio dell'itinerario è, al contrario, dolcemente in salita e contornato da baite e prati più ampi di quanto la vallata lasciasse presagire.
Il sentiero poco oltre il centro abitato
Più avanti il tiro aumenta e, al bivio col 291a, proseguiamo a destra su quest'ultimo. Gli alpeggi in questa zona sono radi, il versante è ripido ma piuttosto panoramico: notiamo un assembramento (che brutta parola che è diventata!) di persone sul sentiero parallelo più in là, il 291 da cui scenderemo, radunate davanti a una cappelletta. Che cerimonia ci sarà?
Alpe Vallè di sotto
Alcune vacche al pascolo precedono la nostra meta; il rifugio sorge su di un piccolo spazio in piano, uno dei pochi della montagna circostante, per quanto mi ricordi. D'altronde, sono i punti nei quali è più logico edificare: oggi abbiamo l'aiuto dell'ingegneria, della geologia e di tutte le altre scienze di cui si possa aver bisogno, ma nei secoli il buon senso non ha certo seguito il passo della cultura, anzi! Chi ha costruito queste baite non può aver avuto solo fortuna, sapeva quel che faceva e ci ha ragionato su. Un po' come il discorso che si sente spesso sui ponti romani ancora in piedi, no?
Panorama poco prima del rifugio; si intravede il raccordo 291b
Divagazione a parte, questa volta ci mettiamo in disparte per consumare il pranzo al sacco: lo spezzatino è invitante ed è doveroso incentivare gli sforzi dei rifugisti, ma le scarpinate iniziavano a diventare piuttosto dispendiose!
Rifugio Vallè
Incominciamo la discesa, che prosegue ripida ma senza difficoltà, sul 291 a ovest; scatto una foto alla cappelletta, teatro della riunione di poche ore prima, senza però trovarvi traccia di anima viva. Ritroviamo nel bosco il bivio col 291a che, ricongiungendosi col sentiero percorso nel primo tratto di salita, ci riporta in paese sani e salvi.
La cappelletta
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