<<<< Precedente: Alpe Sulidot (900 mt)
>>>> Successiva: Alpe Lagone (808 mt)
Avevo traslocato a Scopello da meno di una settimana; gli ultimi mesi erano stati tremendamente faticosi e stressanti, compreso il trasferimento avvenuto spremendo un unico giorno di ferie. Le cose da sistemare erano ancora tante e gli scatoloni mi guardavano continuamente, in salotto, chiedendo a gran voce di essere disfatti; non potevo però di certo passare tutto il weekend chiuso in casa a lavorare, con questo bel tempo fuori! I sentieri intorno a Scopello, in parte conosciuti in occasione di passeggiate precedenti, hanno una gran varietà in quanto a pendenza, difficoltà, lunghezza e ambienti: perchè non cominciare dal più semplice, la pista ciclabile tra Scopa e Scopello?
Di buon mattino raggiungo il parcheggio dietro la Chiesa di Scopello, dal quale attraverso il famoso ponte di legno sul Sesia; le ultime piogge hanno rimpolpato il fiume, che scorre rumorosamente sbattendo tra le rocce. Svolto a sinistra e percorro la carrozzabile fino alla bella frazione di Chioso; molte case sembrano in realtà abbandonate, ma è anche questo a renderlo così caratteristico, in forte contrasto coi tanti condomìni che ci sono in paese.
Ingresso a Chioso
L'aria è fresca e umida ed esalta il profumo di muschio mentre calpesto il pavimento lastricato della frazione. Supero Chioso e approdo a un ponte su un torrentello; sono convinto che sia il "famoso" ponte del Ramazzetto, ma scopro poi dalla mappa che si tratta di un "anonimo" ponte sul torrente Boscarola. Se questo è già così bello, chissà come sarà quello successivo!!
Il ponte sul Boscarola
Abbandono i prati per immergermi nel bosco, dove il rumore delle castagne che cadono continua a farmi voltare (inutilmente) alla ricerca di animali selvatici. Poco dopo raggiungo finalmente il Ponte del Ramazzetto, rimanendone un po' deluso: sebbene ci sia un'ottima vista sul torrente Barbina, quel ponte metallico col pavimento a griglia non mi piace molto. D'altronde, credo sia uno dei tanti esempi di qualcosa che nasce per essere utile e funzionale a chi ne ha bisogno, non certo per impressionare i turisti curiosi.
Il ponte del Ramazzetto
Raggiungo il modesto apice altimetrico della scarpinata e proseguo in discesa sulle foglie secche, raggiungendo il territorio di Scopa e le Piane di Sopra. L'atmosfera diventa vagamente simile alle campagne delle colline dove sono cresciuto: sto infatti per toccare lo stesso incrocio raggiunto in una gita passata, dove ebbi la medesima sensazione di "pianura". Che strano!
Deja-vu
A differenza della scarpinata precedente, stavolta attraverso il ponte sospeso di Scopa, approdando sulla sponda opposta del Sesia. Estraggo il telefono nei pressi della panchina gigante: oltre che per una foto ricordo, mi pare che ci sia un sentiero che da lì mi porterebbe a Ramello e voglio consultare la mappa.
Il Sesia forma un isolotto vicino al ponte sospeso
Dopo pochi metri sulla provinciale trovo quindi l'imboccatura alla mia destra e rientro nella boscaglia, dove procedo a tentoni per trovare il sentiero che porta, pochi passi dopo, a Ramello. Si tratta di un'altra frazione (di Scopa, anche se verrebbe da attribuirla a Scopello) caratteristica e non troppo isolata: è servita anche da una carrozzabile, anche se non è possibile raggiungere proprio ogni casa con l'auto. Gode di un'ottima vista su Scopello, prende un po' di sole ed è davvero piacevole camminare placidamente in queste viuzze gradinate, allietato dai rumori domestici di chi abita lì intorno.
Ramello emerge dal bosco
Supero la frazione, attraverso il ponte sulla Comba di Frasso e percorro gli ultimi metri della mia scarpinata in discesa, sbucando poco dopo sulla via di casa.
Era da tanto che non scarpinavo e sono un po' insoddisfatto da questo giro così breve; avrei potuto allungare fino alla Madonna della Neve di Otra, salire pure fino a Frasso, girare verso Micciolo e magari salire anche a Villabella e oltre, per concludere un anello più lungo e alto possibile. Ma mi viene anche da pensare... Siamo spronati continuamente a sfidare i nostri limiti e a superarli, in una sorta di incessante corsa al risultato e alla produttività estrema: cosa costa, d'altronde, un altro piccolo sforzo in più?
Testa di Frasso, sopra alla frazione omonima
Inizio a rendermi conto che, sommando uno dopo l'altro una miriade di piccoli sforzi, quella che inizia come una semplice passeggiatina può diventare un'impresa lunga, gravosa e debilitante, senza nemmeno che ce ne rendiamo conto: goccia dopo goccia, nelle scarpinate, così come nella vita... Vero?
Questo però non è per me il momento di mettere altra carne al fuoco, ma di metabolizzarne la gran quantità già ingurgitata a fatica. A proposito, è quasi ora di pranzo!
<<<< Precedente: Alpe Sulidot (900 mt)
>>>> Successiva: Alpe Lagone (808 mt)