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L'inattività non è fatta per l'essere umano: il corpo perde tono, l'umore diventa pesante e il cervello cerca di compensare lavorando più di quanto dovrebbe. Facendo però solo danni: alzi la mano chi pensa di pensare troppo! Tergiversavo da settimane sulla successiva scarpinata, tra il tempo incerto e i malanni di stagione, aumentando le aspettative man mano che pianificavo i dettagli per il momento "giusto": metodo efficacissimo per guastare un'escursione. Ma mettiamo un po' da parte le seghe mentali del sottoscritto, siamo a Rimella!
L'idea è di attraversare le frazioni di Rimella, abbozzando un anello con i tanti sentieri che collegano gli abitati fino a San Gottardo. Parcheggio al tornante di Grondo e carico lo zaino in spalla, procedendo tra le case sotto l'ingannevole sole primaverile: non capisco, fa caldo o fa freddo?? Supero una chiesetta e il sentiero, senza troppi complimenti, inizia a impennare come un dannato, portandomi a interrompere già la salita per prendere fiato. Altro che giornata "giusta", sono già spompo! Rallento il ritmo per non fermarmi del tutto e, attraversando la carrozzabile un paio di volte, oltrepasso Villa Inferiore per approdare a Chiesa, sede municipale di Rimella.
La Res
La giornata è serena e c'è un'ottima vista sulle montagne innevate, tanto vicine quanto impervie. Mi giostro un po' a naso tra i vicoli e aggiro così la chiesa di Chiesa (proprio così) da dietro, rimanendo a bocca aperta davanti al Monumento ai Caduti. È un capolavoro!
L'eroismo e la virilità sono enfatizzati dal posto in cui è collocato il monumento: le montagne brulle e selvagge sullo sfondo, interrotte solo ogni tanto da poche case rustiche, esaltano ancora di più la figura del patriota rimellese, già immortalato in una posa di totale sprezzo del pericolo. Sono incuriosito dal fucile che imbraccia, non avendolo mai notato nei tanti film di guerra visti finora; suppongo si tratti di una carabina Carcano, italiana, difficile da vedere in mano a un americano o un tedesco a Hollywood.
In secondo piano, le due selle dove sorgono l'Alpe Colma e La Res
La frazione Prati è pochi metri più su e mi rimetto in cammino, annaspando per la salita e maledicendo la mia pessima forma odierna; finalmente raggiungo Villa Superiore, ombrosa e ancora leggermente imbiancata, dove il mio itinerario piega verso San Gottardo. Il peggio è passato, da qui in avanti è quasi in piano! Sorpasso la frazione continuando alla mia sinistra dopo una cappella, immettendomi su un sentiero più assolato e calduccio; mi trovo proprio sotto la foresta di conifere che avevo avvistato dalla Colma di Fobello, ricordandomi la particolarità che mi aveva spinto a passare da queste parti. Sembra che qualcun altro abbia avuto la mia stessa idea:
Ci sarà da fidarsi a passare? Non ho bene idea di come si comportino le capre al pascolo, né se tra di loro ci siano maschi territoriali o neomamme incazzose. Sono stanco per la salita, il sole scottante alternato all'ombra e il vento fresco mi hanno sfiancato del tutto: inutile insistere oltre, oggi non è giornata.
Retrocedo alcuni metri per scendere fino alla carrozzabile, da cui imbocco un'altra traccia in discesa verso la frazione Sella: è in una posizione molto amena e luminosa, ma sono così avvilito che l'oltrepasso senza nemmeno una fotografia. Da lì chiudo l'anello tornando a Chiesa, camminando su un sentiero particolarmente turistico e piacevole che tenta, con qualche risultato, di tirarmi su il morale. Ammiro ancora una volta il Monumento ai Caduti prima di tornare all'auto, parcheggiata duecento metri più sotto, dove il torrente Landwasser sembra ignorare i miei patemi d'animo, mentre prosegue la sua lunga discesa a valle.
Chiesa
"Mica cammini uguale tutti i giorni", mi avevano detto: è vero, lo dico pure io, ma è sempre difficile prenderne atto! Sono un po' deluso da questa scarpinata ed è meglio volgere l'attenzione altrove, per evitare di rigirare inutilmente il coltello nella piaga... Qualche passeggiata sulle colline dietro casa mi farà bene!
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