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Dopo un paio di mesi di ruggine per via di impegni indifferibili, una giornata su per i bricchi bisognava andare... Meglio stanchi ma soddisfatti!! Il sentiero che costeggia il Vogna, già conosciuto parzialmente un anno prima, è uno di quelli che salgono poco ma che pagano ampiamente.
Dopo aver lasciato l'auto a Ca' di Janzo, dove inizia la zona a traffico limitato, mi avvio col Miki e la sua cagna Kora (cagna nel senso femmina di cane!) verso Sant'Antonio, tra una chiacchiera e l'altra. Che profumo di spezzatino... Meglio non pensarci. Da lì la strada diventa sterrata e, poco dopo, decidiamo di prendere una deviazione non programmata: non è segnalata dal CAI, ma da un altrettanto sicuro cartello per Peccia. Attraversiamo quindi il Vogna per la prima volta, Kora vuole fare il bagno ma dopo aver pucciato le zampe ci ripensa e torna sul sentiero... Cambierà presto idea.
Kora si presta alla foto del giorno
Continuiamo su questa traccia, a tratti poco visibile per via della vegetazione, fino a un ponte appena prima di Peccia: è una frazione molto bella e caratteristica, dove incontriamo alcuni escursionisti, ciclisti e anche dei fan della tintarella. In occasioni come queste sorge sempre una sorta di "cameratismo", ci si scambia spontaneamente informazioni e impressioni sul territorio circostante; un signore mi conferma che le due cime che vedo verso Alagna sono il Tagliaferro e la cima Carnera, sopra all'Alpe Sattal. Dopo uno spuntino e quattro chiacchiere di rito, attraversiamo il paese e poi il ponte napoleonico sul Vogna, infilandoci nel sentiero e, dopo un breve tratto boschivo, sbucando nei grandi prati sulla sponda destra del fiume.
Lago artificiale di Peccia
Presto incontriamo le famigerate mucche Highlander scozzesi, chiamate anche "vacche tibetane" per la loro somiglianza con gli Yak. Guinzaglio saldo e proseguiamo con molta calma: sembrano mansuete ma, porca vacca, peseranno almeno cinque quintali l'una e ho paura!! Mi viene in mente la scena verso la fine di Apocalypse Now, quando Willard entra nel villaggio di Kurtz sotto lo sguardo diffidente dei Montagnard. Un po' di soggezione la mettono, eh!
Le mucche "tibetane"
Tra una baita e l'altra, il fiume offre un sottofondo musicale costante, oltre ad alcuni scorci fantastici per la vista e il cuore... Mi viene voglia di pucciare le mani nel torrente cristallino, Kora invece si è lasciata andare e si è pucciata già tutta! Dopo aver attraversato il torrente per la quarta volta, ci fermiamo per uno spuntino e... Deh!!!
Dall'ultimo ponte sul Vogna
C'è una mucca che si avvicina al ponte e ci fissa... Ce l'avrà mica con noi?? È rimasta qualche minuto a fissarci, poi ha attraversato il ponte ed è tornata a pensare agli affari propri. Chissà, magari aveva più paura lei di noi che noi di lei, e stava solo aspettando il momento giusto per passare?
Che vacca
Da quel momento inizio ad accusare la stanchezza; l'idea era di arrivare fino all'alpe Maccagno, ma mancano ancora 150 metri di dislivello e quindi decidiamo di fermarci a mangiare all'alpe Camino. Anzi: il Miki nota che, poco prima della baita, il fiume forma un laghetto di fianco a una collinetta che ci riparerebbe pure dal vento, perciò ci accomodiamo lì. Kora si tuffa ancora... E stavolta pure il padrone, che da buon nordico non teme l'acqua gelida dei torrenti montani.
Ci ha preso gusto!
Brindisi e pranzo al sacco, poi si torna a casa; il Sole intanto continua il suo percorso ed è ormai alla nostra sinistra, per cui torno a casa con metà faccia bianca e l'altra metà color porpora. E dire che me l'aveva pure anticipato un vecchio collega, nativo di Riva, che tra età ed esperienza la sa assai lunga: "Il sentiero della Val Vogna? Tranquillissimo, praticamente piatto... Occhio però se è sereno, che di ombra lì non ce n'è!!"
Scorcio poco sopra il ponte napoleonico
A Sant'Antonio notiamo che un agriturismo prepara hamburger con la carne delle vacche viste poco prima! Siamo indecisi se mangiare lo spezzatino dal profumo inebriante o la mucca capelluta che ci guardava male; per ora prendiamo un caffè, poi si vedrà.
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