Chiesa di San Gemolo
Indirizzo: via Perego (fuori dal centro abitato) – Valganna (VA) loc. Ganna
Circoscrizione ecclesiastica storica medioevale: Abbazia/Convento
Notizie storiche: La tradizione vuole che la badia sia stata fondata nel 1047 a seguito delle vicende legate al martirio di Gemolo, giovane che scortando lo zio vescovo in pellegrinaggio verso Roma venne decapitato in Valganna da un gruppo di briganti insieme al compagno Imerio, anche lui mortalmente ferito e sepolto nella omonima chiesa a Bosto. Il corpo di Gemolo venne inumato a Ganna in una cappella costruita dallo zio e dedicata a San Michele (santo oggetto di frequente dedicazione per le aree cimiteriali) per custodirne i resti, la fama delle sue vicende portò in breve alcuni monaci a raccogliersi presso la sua sepoltura e a costituire un cenobio ingrandendo la chiesa e dedicandola al giovane martire. Questo edificio pare occupasse parte di quella che è oggi la navata centrale e solo successivamente la costruzione fu ingrandito con l'aggiunta delle due navatelle laterali e del campanile. Le prime testimonianze certe dell'esistenza del monastero risalgono al 1095 mentre nel 1160 avvenne la consacrazione della chiesa. A metà del XII secolo la badia si affilia, come già avevano fatto anche i monaci di San Michele di Voltorre, all'importante abbazia benedettina di Fruttuaria, uno dei principali centri italiani di spiritualità cluniacense. Dopo un periodo di grande fulgore, legato anche alla felice posizione geografica lungo una importante via di comunicazione transalpina, la badia perse gradualmente importanza fino alla trasformazione in commenda avvenuta alla metà del XV secolo, l'abbazia ebbe poi a soffrire pesantemente il passaggio delle truppe svizzere nel 1511 che danneggiarono pesantemente gli edifici e dopo pochi anni la comunità monastica si estinse. La vendita del complesso ormai disabitato all'Ospedale Maggiore di Milano nel 1556 sancì il radicale cambio di destinazione e di alienazione degli immobili trasformati gradualmente ad uso abitativo e agricolo. La chiesa fu invece affidata al clero secolare e trasformata in parrocchiale fu sottoposta a vari lavori di trasformazione, tra cui l'abbattimento dell'antica abside romanica sostituita dall'attuale presbiterio. Solo dalla seconda metà del XX secolo è iniziato un lento lavoro di ricomposizione della proprietà e di restauro dell'intero complesso.
Configurazione strutturale: Edificio rettangolare a tre navate rivolto ad est, terminato da un profondo presbiterio a chiusura rettilinea. Addossato al lato destro della facciata si erge la massiccia torre campanaria quadrata con copertura in scaglie di beola. La struttura perimetrale è in muratura portante formata da pietre di provenienza locale (porfidi e arenarie) che sono ancora a vista in facciata e sul lato meridionale. Il tetto è a due falde sulla navata centrale e a una sulle navate laterali e coperto in coppi.
Epoca di costruzione: XII secolo
Descrizione: La facciata, parzialmente occultata dal portico settecentesco e dal campanile, è a salienti. L'andamento della muratura originaria, alterata dalle grosse finestre di tipo termale e da tratti ricoperti da intonaco, rivela l'andamento ascendente della navata laterale sormontata da sette archetti pensili rampanti di foggia arcaica (di cui solo un paio sono ancora ben conservati, degli altri si conserva solo la traccia muraria) separati da una sottile lesena dalla navata centrale di poco più alta rispetto alla laterale, con solo due archetti interrotti dal grande finestrone centrale di epoca successiva. La muratura è composta di conci e pietre locali di varie dimensioni. Più accurata la realizzazione della parete meridionale, rivolta verso il chiostro e realizzata con conci in porfido di formato regolare, il muro è interrotto dalla porticina sovrastata da lunetta che dà accesso al campanile e da finestre rettangolari aperte in epoca moderna. Il profondo ed imponente presbiterio rettangolare è di costruzione seicentesca, così come le cappelle che occupano quasi interamente la parete settentrionale. L'interno, di aspetto buio e severo, è a tre navate separate da due file di tre massicci pilastri in muratura. La navata centrale ha copertura in capriate di legno e presenta sulla parete meridionale in alto delle piccole monofore a spalle dritte; le due navate laterali sono invece voltate a crociera. La navatella meridionale conserva ancora affreschi risalenti al XIII e XIV secolo mentre a quella settentrionale sono addossate alcune cappelle laterali cinquecentesche. Il differente spessore dei muri tra la navata centrale e le laterali, la presenza delle monofore e l'uso della copertura a volta rafforzano l'ipotesi dell'ingrandimento successivo dell'edificio con l'apertura dei pilastri laterali e l'aggiunta delle navate secondarie. L'imponente torre presente in facciata è costruita in conci regolari di porfido rosso posati in maniera curata e ordinata serrati tra larghe lesene laterali costruite in pietre grigie di grandi dimensioni accuratamente rifinite. Il contrasto tra i colori forma un piacevole effetto cromatico. La canna è tripartita da due gruppi di archetti pensili ricavati da pietre monoblocco di colore chiaro appoggiati su peducci, nelle due specchiature inferiori sono presenti aperture costituite da strette monofore architravate. Chiude la torre la cella campanaria e la copertura in beola. Il complesso della badia è costituito di altri edifici funzionali all'importante funzione di ospitalità dei pellegrini come la grande foresteria gotica, della vita monastica restano le abitazioni rivolte verso la valle e il chiostro pentagonale sorto a lato della chiesa, anch'esso costruito in epoca gotica ma dall'impronta ancora romanica con tre lati costituiti da archi a sesto acuto poggiati su pilastri ottagonali in cotto e i rimanenti due lati ricostruiti in muratura in epoca barocca.
Uso attuale: culto
Stato conservazione: buono
Bibliografia: A. Finocchi, Architettura romanica nel territorio di Varese, Milano, Bramante Editrice, 1966
L.C. Schiavi, Chiese romaniche nel territorio di Varese (secoli XI-XII), in Storia dell'arte a Varese e nel suo territorio, Varese, IUP, 2011
Link utili: http://www.san-gemolo.it/
Ultima modifica scheda: 13/10/2012