Abbiamo attraversato oceani,
spazi siderali,
esplorato nevi e ghiacciai,
deserti di pietra, d’abbandono,
spezzando catene,
tra città di mostri.
Come uccelli in migrazione
abbiamo volato,
tenendoci per mano.
Si sono aperti
ai nostri passi giganti
foreste inesplorate
e come fiori,
abbiamo raccolto
le stelle splendenti.
Il tempo senza fine, irreale,
è apparso, come una nube
all’orizzonte
e una stella d’orientamento.
Abbiamo cavalcato anni luce,
come extraterrestri,
nel sogno di galassie,
ma un pensiero dolce,
più non basta,
come gemma racchiusa
nel fondo dell’anima,
per spezzare
più temibili catene
del breve tempo della realtà.
Silvana De Angelis
Uomo del futuro non aver paura,
se prima che si estingua la vita,
l’energia del sole si esaurirà.
Non aver paura,
fin quando lo stupido profitto
non spegnerà ogni forma di vita
con l’effetto serra,
per l’inquinamento
cagionato molto prima
al nostro ambiente umano.
“L’apollo 11” portò la prima volta
Aldin e Amstrong sul suolo della luna
e Collins in orbita lunare
ed era appena l’anno
millenovecentosessantanove.
Uomo del futuro non aver paura.
Il sole, prima che si spenga,
si potrà ancora caricare
con l’aiuto di tecnologie avanzate
del progresso umano.
L’idrogeno, estratto dagli asteroidi,
come Vesta,
e da altri pianeti,
con moderni sistemi
di alimentazione,
nel sole ancora brillerà.
Se non bastasse
o non sarà possibile,
nuova energia,
si trarrà dalla materia oscura,
per vivere su città orbitanti,
dove una vita gioiosa,
nel silenzio di spazi infiniti,
come sogno si vivrà,
o su pianeti lontani,
dove la vita festosa
nuovamente si udrà.
Uomo del futuro non aver paura.
Queste mie fantasie, domani,
forse saranno realtà.
Non spegnere il tuo cammino
quando tutto sembrerà finito,
se la grande bellezza
di questo cielo, oggi contemplato,
in te continuerà.
Silvana De Angelis
Il colore del cielo
s’accende in un fiore.
Sembra rincorrere
remote selezioni,
variate o fermate nel tempo.
L’ambiente, si sa,
non può adeguare lentamente
ogni vivente alla natura,
dando ali ai rettili
e aspetto umano alle scimmie,
se nessun vivente
a un cambiamento somatico,
geneticamente muta.
A questi lenti svantaggi,
quali animali, mutando forma,
sarebbero sopravvissuti?
E’ come tagliare,
con un esempio in uso,
la coda al cane
per ripetute generazioni:
rinascerà di nuovo con la coda.
L’affinità tra animali
per mutazioni d’altra origine,
così reali,
genetiche, spontanee,
con ripetute selezioni,
non chiarisce
il mistero della vita,
che sembra nascere dal nulla.
La materia ha scelto da sé
le sue variazioni,
con giorni e notti
che si alternano,
come musica,
con il ritmo delle stagioni?
Prodigiosa e fortuita
da infinite reazioni nell’universo
è comparsa la vita.
Misteriosa, non svelata,
noi la viviamo nella sua armonia,
solcando senza fine
i mari di un’ignota rotta.
Dal portale del tempo,
un alieno,
con forme umane e da robot
sta ora percorrendo, forse,
con gioie senza ansie e paure,
né panico e dolori,
spazi galattici su orbite segrete.
Ci lega alla natura, invece,
la nostra vita biologica,
ancora naturale.
Non può superare
i propri limiti per ora.
Sopravvivrebbe,
tra nuove civiltà su altri pianeti?
Ci separa soltanto il tempo.
Il tempo è evoluzione.
Silvana De Angelis
C’è un giardino
magico e incantato,
dove più non sboccia
nessun fiore,
più non si ode
una voce di bimbo
e il cielo azzurro
sembra grigio
in una cappa buia.
Non c’è vegetazione alcuna:
né un arbusto
né un cespuglio
e non allietano
canti d’uccelli,
gioiosi nel sole.
Questo giardino
magico e incantato
è racchiuso
in un segreto di vita
senza tempo,
mentre si perde l’eco
come canto di sirena,
che raccoglie
il suo silenzio.
Eppure si ascolta
nell’anima
il vento
che fa tremare le foglie,
nella magia seducente
che ci separa
per un attimo
dalla corsa della nostra vita.
Da questa posizione,
come stazione orbitale del futuro,
puoi riascoltare la vita,
che non appare,
ma è lì sepolta
nei nostri sogni del passato
o di un futuro,
come gabbiano triste
in un cielo grigio,
da noi così lontano.
Silvana De Angelis