Terapia della poesia: parte seconda

In un quadro meraviglioso

è racchiusa la chimera di un colore

che non esiste.

Come un universo in un altro

è fiorito il possibile, dove c’era il nulla.

Per questo, il tempo si è fermato,

raccogliendo ogni stella per dipingerlo.

Così, sotto il cielo di ogni creazione

si può ascoltare

come dentro una conchiglia,

il sussurro segreto del mare.

E’ creando che si continua a nascere,

in una giovinezza mai finita,

mentre il tempo sfiorisce ogni altro fiore.

Nei colori mai creati, fermi,

una vita senza nascita interiore,

porta via senza traccia ogni attimo vissuto

e limita il coraggio di un viaggio,

che ci separa da una parte ignota:

si svela soltanto come un segreto in noi,

nei colori di ogni creazione.

Vi scoprirai nascosti tesori

del nostro essere,

che brillano nel buio più profondo,

in attesa di adornare la tua anima.

E’ conoscendo e creando,

che puoi mettere le ali

oltre il limite del possibile

o che nasce la forza di credere

e si accende una luce

in una notte più scura.

Silvana De Angelis

Quando sarai solo,

dipingi di tenero azzurro

il vuoto interiore.

L’amore che non si conosce,

che non è mai stato donato,

consola con il tuo lungo abbraccio

i disperati bisogni di un bambino,

un povero, un malato …

Quando sarai solo,

per dare alla tua vita

un significato profondo,

dipingi il vuoto interiore di tenero azzurro,

come carezza tra i tuoi capelli

di un cielo sereno.

Quando nessuno ti aspetta

e una candelina,

accesa nei giorni di festa,

si spegne tra spettri di ombre e silenzi,

ritorna nei disperati bisogni del mondo,

a costruire famiglie più allargate,

dove trionfano

il calore sincero e l’accoglienza.

Dipingili entrambi,

come sole che riscalda,

mentre odi il sussurro delle onde,

che cullano in un abbraccio

il silenzio di ogni abbandono.

Silvana De Angelis

Si può chiedere

un nuovo significato al consueto?

E’ silenzio che si perde

in un fiume tortuoso di pensieri,

inventati o veri,

indovinati come sciarada,

mentre si cerca la remora di una scia.

E’ un veliero dal vento rincorso,

sedotto e adescato

o una promessa integra e pura.

Morirà l’effimero filo,

che dolcemente culla e lega

ciò che abbiamo immaginato?

O limiti esistenti e inesistenti di noi stessi

nell’ombra di ogni volto,

di ogni dubbio,

come belva tenera e marmorea,

rivolo di tempo prosciugato,

ancora così vivo e nostro.

Silvana De Angelis

Premio Internazionale di poesia

“Il Galleratese”Città di Milano

La luna corre tra le nuvole.

L’albero senza fiori, né frutti, né semi,

brilla d’argento sotto le stelle.

Offre di mattino

la solitaria bellezza delle sue foglie,

intensamente gialle alla luce,

allo sguardo azzurro del cielo.

Ogni foglia è una dolce carezza,

un tenero pensiero,

una profonda gioia,

un intimo segreto,

una nota di una magica arpa,

che si diffonde intorno,

per comporre melodie struggenti.

L’albero senza fiori, né frutti, né semi,

come la vita, che ti ha tolto tutto,

dona la sua ricchezza:

pace, eloquente silenzio,

nel regno della natura,

che sfiorano, come parole seducenti,

quando l’odio nell’intimo ferisce.

Intorno all’albero sono sparse

le sue foglie gialle

e quando l’ultima sarà caduta,

un ricordo mai brullo

canterà il miracolo armonioso

del tuo cuore.

Silvana De Angelis

Ti seguirei in Angola e poi in Portogallo

per risentire questo fascino

segreto e colto

di bruna madonna.

Il tuo sorriso è bianco come neve.

Ritroverei l’allegria di un’amicizia pura?

Giro l’angolo della stessa strada

e riscopro nuove emozioni,

sballottata da vagheggiate rapide

di nuove escursioni.

Vorrei abbracciare il mondo

e corro sull’arpeggio

di questo viaggio della fantasia.

Forse sono i segreti della comunicazione,

che hanno nascondigli misteriosi e fertili.

Quale strada, percorrerò fra tante?

Quando il sole risorge

c’è un nuovo cammino.

Silvana De Angelis

Da una vela

che sfida il fragore dell’onda,

o sulle bianche ali di colomba

è giunta la fantasia,

per scoprire la realtà

e annientare con i suoi progetti

a fredda indifferenza di uomini-robot.

Silvana De Angelis

Chi cerca un samadhi

da briglie di malinconia senza cocchiere,

da errori che s’infrangono,

come onde di risacca,

sempre inventa di nuovo,

con radici profonde d’azzurri convolvoli

e nettare del fiore di un variopinto colibrì.

Silvana De Angelis

Una luce scende sui muri

dalle ombre incognite

con il suo lungo bagliore.

Con quali radici

si appartiene al tempo già vissuto?

Con quelle, amate,

delle nostre scelte,

di labili influenze,

o fragili,

di profonde emozioni?

Con quali,

tra venti in contrasto,

abbiamo alzato le vele

del nostro navigare?

Ogni radice

appartiene al nostro volere,

che noi soltanto,

possiamo manovrare

e rafforzare

con il nostro timone o le vele,

ma una parte di noi

è nascosta nell’ombra.

Non può tornare indietro

fino a rive remote

e non può

andare oltre un punto lontano

di un nostro perduto orizzonte.

Così nascono gli ideali,

nell’incognito chiarore,

come luce riflessa della luna.

Risanano una parte di noi,

che ci dona un rifiorito desiderio

di cominciare a vivere.

Silvana De Angelis