Terapia della poesia
Con maschere d’indifferenza
vai a tuffarti
nell’acqua più gelida,
ma so che in ogni abisso
cercherai la tua verità,
le tue certezze,
anche se non resta nulla
dei tuoi sogni,
che la vita, come foglie al vento,
strappa via.
Navighi nel vuoto profondo
e sei a pezzi.
Dietro la maschera
c’era l’impossibile,
che fa piangere, poi ridere,
crescere.
Vai a cercare di nuovo le stelle
nella notte più buia.
Ritornano i colori
in un cielo più acceso.
Solo l’impossibile
continua a vivere, sperare.
Perché crescere,
se i sogni sono tanto dolci,
da farti morire,
più dell’indifferente realtà?
Non sai però
che non sei mai vissuto
e se vuoi, comincerai a esistere.
Silvana De Angelis
-Va colorata bolla di sapone,
vola libera nel cielo
per raccogliere
l’evanescenza di ogni colore.
Va felice, così lieve e fragile,
a splendere nel sole,
per sentire l’ebbrezza dell’aria
che ti sfiora. -
Come le illusioni,
le bolle di sapone
si sgonfiano con la fragilità
alla luce del sole.
In questo mondo di confusione
e inutile frastuono
dove finisce il limite
tra realtà e illusione?
–Ora va,
intrepida bolla di sapone
con le tue sole forze.
Spingiti, dove le illusioni
diventano realtà.-
Sei scomparsa lontana,
accogliendo con la tua energia
il sorriso di un bimbo,
che guarda il mondo
con la semplice trasparenza
dei suoi occhi.
Silvana De Angelis
Ripercorri
il fondo del tuo mondo magico,
per cercare il tuo vero volto
e scoprilo
in ogni verso di poesia.
Cambia la tua vita:
entra nel mistero
della tua guarigione,
guidando le tue emozioni
a liberarsi.
Dov’eri, chi eri,
tra pagine di vita bruciata,
prigioniero di te stesso?
Raccogli questa rosa,
bianca di poesia;
aspira il suo profumo.
Si tinge con riflessi dell’aurora,
per indicarti un lungo cammino
di un giorno che rinasce.
Silvana De Angelis
Quando ti ritrovi a tremare,
impallidire o venir meno …
e la paura,
oltre i limiti della realtà,
come un gigante,
blocca ogni azione di vita,
tuffati,
nel carnevale di una festa
con tanti colori.
Scegli una maschera buffa:
è la tua paura che danza.
Può ridere, scherzare con te,
come fosse un vecchio amore,
che nell’intimità, da sempre conosci.
Perciò puoi incanalare
le tue fobie e il panico
tra gli argini della tua conoscenza,
come piena del fiume che va
e si perde nel mare.
Quando ti ritrovi a tremare,
impallidire o venire meno …
e il panico in attesa,
oltre i limiti della tua conoscenza,
da te non vuole andare via,
immagina di salire su cime più alte
di montagne russe.
Con un salto nel vuoto,
trattenendo il respiro,
prima di un incontenibile urlo,
ti fidavi di te stesso,
di questa corsa nel vuoto.
Ripensa a questa ebbrezza,
respira e accogli il panico,
come salto e urlo
su montagne russe.
Comincerai a ridere, piangere,
per un’emozione,
che non conosci.
Silvana De Angelis
Il vento sfoglia
lunghe pagine di vita,
scritte con sentimenti,
affondati nel tempo,
come vascelli
in un mare profondo.
Con un fardello di solitudine
ci avviamo
lungo una strada lontanissima,
dove nessuno ci attende.
Quanta onestà, corruzione,
gioia, dolore,
eroismo, viltà, dissolutezza, virtù
e altri pesanti carichi,
con fatica, noi trasciniamo.
Ognuno porta il suo dolore,
la sua distruzione,
la sua perdizione
con rughe che solcano il viso
e bianchi capelli.
Non si può tornare indietro
da questo lungo cammino.
Corre la fredda corsa
con il tempo impazzito,
che ci chiede:
-Cosa, hai fatto della tua vita?
A chi lasci
il tuo pesante fardello?-
Scienziati, santi ed eroi
hanno tessuto una faticosa trama
con tutti i loro doni
per stringerci forte la mano,
quando più nulla sorride,
tutto è perduto o si ha paura.
Con l’ardore delle loro passioni
un fiore rosso
è stato colto per noi.
Su una croce Gesù
ha donato le sue piaghe,
Buddha la sua ascesi.
Tu, quale dono offrirai?
Ci avviamo
lungo una strada lontanissima,
dove nessuno ci attende.
Chi ci donerà
il suo ultimo abbraccio?
Una mano si posa in un’altra,
uno sguardo carezza il dolore.
Amico sconosciuto
di questo lungo viaggio,
il tuo dono è l’ultima ragione
per credere ancora nella vita.
Silvana De Angelis
Dietro maschere fiere,
nei recessi della solitudine
vissuta insieme,
salgemma e ombre scavano
fantasmi di false apparenze,
dove l’isola, confusa,
tra nuvole e vento,
ha ondate che digrignano,
rive di conchiglie, che parlano
il sussurro segreto del mare.
Per approdare ciascuno in un altro,
tra arcobaleni affondati
nell’azzurro che sfuma,
scandagli scendono
nelle profondità mai toccate,
fin quando morirà l’insidia,
che si arresta, dove non siamo:
vane ombre del possibile.
Dentro esultano visioni,
rincorse tra limpidi veli,
soffici fiori di neve,
sospesi nei fondali
dei pensieri imprigionati.
Spazi di convulsa bellezza
s’aprono lentissimi
dal buio dell’anima;
cavalcano il sonno
di violini tremuli,
rifugi invisibili
che nessuno può sfiorare,
con suoni che danzano
nel segreto fondo dell’essere.
Così l’intrepida bellezza della notte
scende tra le ombre,
dove a piedi nudi, dolcemente,
potresti rincorrere
i silenzi mascherati.
Silvana De Angelis
Onde spumose,
dietro boschi senza luce,
su deserti di sabbia,
riportano tronchi alla deriva,
come mani di scheletro,
per voli di bianchi aironi.
Si assenta il sole
sulla riva.
Gioca l’onda,
giocata in altri abissi.
Cieli azzurri, domani,
avranno stormi di rondini,
bianche colombe,
mentre ritorna il sole:
è un attimo di luce dell’eternità,
in un tempo così breve,
che la fragile occasione
di una vita,
cerca un lume di ragione,
nell’ipotetica origine
di un fortuito universo.
Essa genera, viceversa,
una cosciente volontà
nel nostro essere.
Silvana De Angelis
La vanità,
come ruota di penne cangianti,
attrae con caldi colori
nel disinganno di chi costruisce
una sorte nemica,
barattando se stesso.
E’ ingenua, crudele, bugiarda.
Priva con durezza
di un coraggioso confronto,
del bisogno d’aiuto,
di una tenera carezza
il tuo essere vero,
costruito per errore,
su fondamenti di sabbia,
spazzati via dalla marea
con ondate, che si ripeteranno.
L’inganno e l’illusione
smorzeranno i loro caldi colori …
Solo una piccola fiaccola, invece,
resta sempre accesa:
la propria forza, il proprio essere,
smascherati da fragili fortezze,
con la gioia del tempo goduto
e inguaribili piaghe.
Silvana De Angelis