Poesia per la vita

Dal cielo fumoso, livido,

dalle cime dei grattacieli

sono balzate rilucenti lastre

e capovolte immagini

su spazi da brivido, di nebbia viola.

E’ esplosa violenza dalla terra,

vulcanica,eruttiva.

Sono esplose centrali d'atomi,

liberati come cavalli galoppanti

e particelle radioattive, spettrali,

hanno ripreso il loro scettro

nel profondo spazio contaminato.

Ancora sfidano l’incognito

i reattori nucleari,

nonostante l’orribile sogno.

Ora no, non potrete fermarli:

l’umanità resterebbe sepolta

dai propri bisogni

dietro soste di macchine ferme.

Mai più potremo capirle,

se il sapere tecnico nel futuro

si arrestasse,

mentre l’intelligenza artificiale

in uno scontro con l’umanità

avrà vantaggio sulla mente umana.

Con fonti di energia rinnovabile

e un no al nucleare,

cercheremo ancora il tempo

per cominciare a salvare la vita.

Silvana De Angelis

Città di morte,

dove dalle auto

ad alte concentrazioni,

a rischio della vita,

si scaricano particelle,

ozono troposferico

monossido di carbonio,

biossido d’azoto,

piombo, idrocarburi …

Così da centrali a carbone

sono emessi nell’ambiente

ceneri, metalli pesanti:

piombo, cromo, mercurio,

con anidride solforosa,

che danneggia occhi, polmoni.

La festa di primavera

si snatura con i fiori,

per quest’aria

di sgradevoli emissioni.

Tonnellate di petrolio,

con frequenza,

si versano nel mare,

per incidenti da pozzi petroliferi

e dalle petroliere.

Nel fondo di oceani giacciono

missili a testata nucleare,

scorie radioattive, ingabbiate.

E’ il mare,

che ha perso il suo effluvio,

le correnti naturali …

se le balene a frotte

vanno ad arenarsi a riva,

per trovarvi morte?

Campi elettromagnetici

di conduttori, motori, cellulari …

elettrizzano la gente,

che perde l’orientamento,

finché verrà un giorno,

in cui si accenderanno

tante lampadine a festa

sulle loro teste.

Spazzatura spaziale di satelliti,

le colpiranno con zuccate

o un grosso “bum”,

per completare il quadro

“anni duemila”

del progresso umano.

Rifiuti di plastica, senza sosta,

a milioni di tonnellate,

s’inceneriscono,

con pericolose nanopolveri,

diossine, ovunque sparse.

Tutto sfugge al controllo.

S’interrano,

come in catene di montaggio,

senza fine,

ceneri letali di biomasse,

scorie radioattive di centrali.

Rifiuti tossici industriali

fanno la stessa fine,

se non sparsi, come concimi,

sui terreni,

dove i prodotti agricoli,

così coltivati,

arrivano a mensa, contaminati.

Un sapore

e odore antico di pietanze,

si confonde, per tanti,

tra tavolate allegre,

in inconsce paure

di malattie incurabili.

Città industriali,

senza rigorosi progetti

di una prevenzione ecologica,

sorgono nello smog,

scintillanti di luci,

tutte uguali.

Fermiamo l’epoca della plastica!

Impediamone l’uso

per non morire

seppelliti fino al collo

da questo materiale.

Con un’agricoltura sana,

biologica.

aumentiamo i nostri guadagni

perché alla fine

non ci sarà più spazio

per i terreni agricoli

Ci nutriremo allora di piante,

coltivate con ceneri

d’ogni tipo di plastica

e il nostro DNA

muterà in un prodotto tossico

con ogni nostro organo

e apparato.

La terra, allora, sarà popolata

da mostri sintetici,

con cervelli al “ P.V.C.”,

dibattuti tra scorie,

sostanze inquinanti,

con bernoccoli termoindurenti,

sporgenti sulla fronte

e lunghe code in fibra di vetro.

Convertiamo il petrolio

con altri consumi.

Il petrolio, estratto

dalle rocce perforate,

sul fondo di golfi, di mari,

a migliaia di metri,

è il coibente

migliore di protezione,

per la nostra terra.

Un eccesso

di anidride carbonica,

gas di combustione,

ora avvolge

con il suo effetto serra

l’intero pianeta,

scioglie i remoti ghiacciai,

lo surriscalda.

Faremo perciò,

come sull’arca di Noè,

una lunga crociera

senza stagioni,

per guardare da un oblò

paesaggi sommersi

e l’orizzonte, con le nostre code,

attorcigliate all’albero maestro.

Dopo tanta bruttura,

riemerge all’improvviso

la salvezza:

i rotori catturano al vento

l’ energia.

S’illuminano città,

con centrali eoliche, solari …

tra alberi e fiori d’ogni specie.

Sono sbocciati

in un fertile terreno,

nutriti da organici rifiuti,

restituiti naturalmente

in un continuo ciclo alla natura.

Sono città soltanto immaginate,

che riportano la tragica realtà

di una rotta da cambiare

per ridare vita al pianeta,

ma nei terreni, sommersi

dal cataclisma della produzione,

tra pestilenti

miasmi di spazzatura,

non riciclata da gente incivile,

la politica propone di rianimare

feti abortiti,

invece che nati, già vivi.

Addio

lasagne, parmigiane,

pizze , frutta e verdura:

sono condite

con il sottoprodotto di pesticidi

ed erbicidi,

il tetraclorodibenzo-p-diossina,

rivitalizzante come vitamine.

Silvana De Angelis

Sembrano pietrificati

dal silenzio dell’eternità,

l’erba,

che sfuma in un tenero giallo,

azzurre colline e montagne,

nella trasparenza

bianca della nebbia,

alberi verdi o spogli,

ogni nuvola.

Il sole scialbo li bacia inutilmente,

mentre si accende e si smorza,

come passione di vita,

il coraggio dell’avventura,

che corre nel gelido mattino,

per fuggire dai giorni inutili.

Graziosi passerotti

saltano sugli alberi brulli.

Dove va la nostra vita?

Corre verso mete lontane,

oltre l’orizzonte di un cielo

tenero, impenetrabile

e non si appaga mai.

Si evolve in questa ricerca,

ma si allontana sempre l’orizzonte,

dove nessuno potrà toccarlo mai.

Il coraggio, come vela di un vascello,

sfida il mare in tempesta.

Con la sua forza gelida o rovente

dona la sua gioia, tra crudeli abissi,

quando si apre

al puro sorriso dell’amore.

Silvana De Angelis

Come può associarsi

l’umanità liberamente,

se non conosce i propri doveri,

preclude ancora alle donne

in tanti paesi

orizzonti di vita,

e per avido egoismo

intride di sangue ogni fiore.

Come si può parlare di giustizia

con l’oppressione di popoli,

se non si sconfigge la miseria

e si conquista la vera emancipazione.

In un mondo senza vita,

le tirannie, non sradicate,

ancora vivono:

stato, torture, bioetica, ignoranza

senza rispetto per le minoranze.

La bellezza scolpirà

un tempio di amore:

in comunità di famiglie e lavoro

o con le proprie singole scelte

si vivrà con gioia.

Nessuno mai, senza volerlo,

sarà più solo.

Sogno città e paesi,

nel verde immersi,

con profumo di resine e di fiori

dove non c'è più un potere tiranno,

ma bambini che giocano,

e uccelli che inneggiano

trilli ammalianti, in volo tra rami

Come può associarsi

l’umanità, liberamente,

se prima non sarà guarita?

Quando lontano saremo da falsi idoli

e schemi di violenza,

con saggezza e onestà intellettiva

ritroveremo con gioia

il dono interiore della vita.

Allora ogni libera associazione

di scienziati, professioni,

fabbriche, arti, mestieri …

farà le proprie leggi

per i diritti civili,

per difendere la vita

e scelte di libertà finalmente

senza politica e partiti.

Ogni associazione avrà la sua banca

per lo sviluppo

e la crescita dell’economia.

Non ci sarà più Stato

né ideologia né morale comune

a sterminare

il nostro essere individuale,

che piange la sua rovina insanabile,

come un effetto atomico

con le sue radiazioni.

Saremo liberi di vivere, con amore.

Come può associarsi

l’umanità liberamente,

se non sarà guarita?

Silvana De Angelis

Un attimo di certezza

è tenera dolcezza

che sfiora il domani,

tepore di primavera

per teneri germogli,

per la voglia di vivere,

come candida rosa

o pagina intatta

da riscrivere ancora.

Ieri, nel grigio colore della sera,

ogni albero aveva braccia,

tese nel buio.

Emozioni si lacerano tra ferite,

arse nelle chiuse strettoie dell’anima,

come un aspro dolore.

Dal cuore d’aperte finestre,

allo stesso modo che un’edera,

rinvigorisce il presente

nell’attesa di sole,

che risplende festoso per un attimo,

quasi fosse un bimbo

in un’oasi di pace.

Ieri, nel grigio colore della sera,

ogni albero aveva braccia,

tese nel buio.

Poi ritorna la vita di sempre

in ogni granello di polvere,

con odori consueti,

col cielo che si apre all’azzurro,

tra colori di perla e corallo.

L’ora consueta si rinnova

con un fardello di attimi,

pieni d’attesa:

è forte, come un contadino,

che smuove la terra;

è incerta,

come per un vecchio,

che ha paura di guardare lontano

o come per un marinaio

che teme

il silenzio del mare.

Silvana De Angelis

La solitudine è un fiore bianco

tra i cespugli,

una rosa rossa, densa di profumo,

un cielo azzurro,

dove lentamente passano le nubi,

un abbraccio di verdi alberi,

di rami spogli, tesi fra le nuvole.

Soli o fra tanti,

nessuno può entrare nella nostra vita.

C’inabissiamo nel chiasso del mondo,

in un oceano impenetrabile

di vuote, false, indifferenti parole.

Silenzio, rami nudi e verdi chiome

disegnano distanze lontane

di un limpido cielo.

Nel freddo di un inverno mite

soltanto il sole riscalda e brilla.

Le stagioni si rincorrono veloci,

come se nulla, ci fosse da aspettare.

Lontano dalla calda e sacra fiamma

della propria solitudine,

il mondo si rifugia nel suo chiasso.

Nel silenzio

si può ascoltare, invece,

il proprio essere.

Vi scoprirai, in profondità,

la gemma vermiglia

di chi sa donare comprensione,

e incontrerai chi ti sorride,

o chi ancora ti aspetta.

Silvana De Angelis


Selezione dai premi letterari:

Diritti umani e libertà.

Edizioni Teleuropa.Roma

Varcheranno sempre i colori

in un ricordo antico

lo stretto sentiero,

che si dilata con la paura

in vita sconosciuta,

dove quella che tace, si nasconde.

Energia,

che cerca vita

in un paese inesplorato,

in una voce riscoperta

e il nulla inventato

non ha più parola.

E’ il nostro cosmo il nulla.

S’espande nell’Universo.

Chi lo accoglierà,

se una terra che non conosci

e una voce che non ricordi

sono sepolte nei sogni che verranno?

Silvana De Angelis