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Le gomme

Le gomme si ottengono dai tessuti di varie specie di piante, che per lesioni accidentali o incisioni artificiali sul tronco o sui rami, versano all’esterno un latice, costituito da idrati di carbonio, secreto da particolari cellule laticifere, sotto forma liquida, che a contatto dell’aria indurisce rapidamente. Sono sostanze solide, con sapore amaro e astringente, dalle forme variabili, di colore bianco, giallognolo o bruno.

Gomma arabica

Proprietà e usi

Si ottiene da diverse specie di acacia Verreck, che crescono nell’Africa orientale e occidentale (Senegal). Tra le gomme del Nilo la più pregiata è la Cardofan. La gomma cola lungo una scorzatura, praticata sul tronco, rapprendendosi in un globulo arrotondato a frattura vetrosa con screpolature e bolle d’aria interne. Il suo colore, come mostrato in foto, assume le tonalità dell’ambra e del rosso scuro. La soluzione acquosa delle gomme di acacia è levogira e precipita, aggiungendovi alcool o una soluzione di acetato basico di piombo. La gomma si può sofisticare, sostituendola con prodotti di qualità inferiore e quella in polvere si può facilmente adulterare con farina, zuccheri, destrine e sali minerali.

Gomma arabica

La gomma arabica è utilizzata in cosmesi, nell’industria farmaceutica per curare enteriti e dissenteria, nelle caramelle gommose, in liquoreria, in pasticceria, come stabilizzatore nei prodotti alimentari. Per il suo potere collante è usata nei colori a tempera e acquerello, nelle pitture a guazzo, per dare l’appretto ai tessuti e come addensante in stamperia.

In sostituzione della gomma arabica industrialmente si utilizza quella che si ricava da diverse piante della famiglia delle rosacee (prugni, ciliegi, albicocche, peschi ecc.). La gomma di queste piante si presenta in masse reniformi, opache all’esterno e internamente trasparenti. Nell’acqua non si scioglie completamente: resta una parte trasparente e gelatinosa. Polverizza con difficoltà.

Gomma adragante

Proprietà e usi

Gomma adragante

La parte insolubile è una miscela complessa di polisaccaridi, inodore, insapore a reazione acida: l’adragantina, usata in lozioni, emulsioni, dentifrici, prodotti coprenti. La gomma adragante si può sofisticare con prodotti gommosi di altra provenienza e adulterare con amido, fecola, sostanze minerali, ecc. Si usa oltre che in farmacia, in tintoria e nell’industria tessile e conciaria.

La gomma adragante si ricava da arbusti di leguminose presenti in Grecia, Turchia, Persia, Kurdistan. Si differenzia dalle altre gomme per il suo aspetto di pelle morta e per la presenza al microscopio di granuli di amido e cellule. Non si scioglie nell’acqua fredda, ma in quella calda, formando una mucillagine rigonfia.

Gomma elastica: caucciù

Dal nome peruviano "caucho ", deriva la parola “caucciù”, ottenuto per coagulazione del lattice, che cola dalle incisioni praticate sui tronchi di alcune piante tropicali. Come accertarono i primi esploratori nel 1516, questa sostanza era già conosciuta dagli indigeni del nuovo mondo, che affumicando il lattice, ottenevano una sostanza coagulata e appiccicosa, utilizzata per impermeabilizzare canoe e oggetti. In Europa, si conobbe nella seconda metà del XVIII secolo e il successivo sviluppo industriale si ottenne solo verso la metà del XIX, quando il chimico americano Goodyear scoprì la vulcanizzazione. Il caucciù è contenuto nel lattice, diverso per qualità, di piante appartenenti alla famiglia delle euforbiacee, genere Hevea, Manihot; delle moracee, Ficus elastica, Castilloa; delle apocinee, Funtumia, Landolphia, ecc.

Caucciù

La migliore qualità, con poche impurezze e ricca di caucciù, si ottiene in Amazzonia (Brasile) da un’euforbiacea spontanea, coltivata anche in estremo oriente a Giava, Sumatra, Ceylon ecc., “l’hivea brasiliensis”. Il lattice ha un colore dal bianco al grigiastro, contenente circa il 60 - 70% di acqua e, in percentuale, nella restante parte, l’isoprene (C5 H8), un polimero di un idrocarburo e piccole quantità di proteine, sali minerali e resine.

Lavorazione del caucciù

Dopo la raccolta si aggiungono al liquido piccole quantità di ammoniaca e formaldeide per impedire la coagulazione anticipata. Si provoca poi la coagulazione artificiale con sostanze chimiche (acido acetico, formico, fenolo ecc.) o con centrifugazione e sbattimento o con sistema elettrolitico, per avere prodotti meno impuri e scadenti. Il caucciù, poi pressato in una calandra, assume la forma di fogli lisci, inviati all’essiccamento in stufe e poi confezionati in balle. Esse sono sottoposte a successive lavorazioni industriali: essiccatura e masticazione, mescola, formatura e vulcanizzazione.

· Essiccatura e masticazione: la gomma tagliata e riscaldata a 30° è inviata a un masticatore, che la sminuzza e mescola con altre qualità di gomma, per ridurne la viscosità. Si esegue in mescolatori a ruote dentate, o a cilindri o in estrusori a temperature di 100-120° C. L’elastomero diventa più molle e plastico. Questa fase è necessaria per la gomma naturale mentre è inutile per la gomma sintetica che già ha una sua plasticità.

· Mescola: alla gomma sono aggiunti plastificanti, antiossidanti, acceleranti, riempitivi per aumentare la resistenza meccanica, additivi quali stabilizzanti, protettivi, composti di zolfo necessari per la vulcanizzazione.

· Formatura: si esegue per ottenere lastre e pavimenti con la calandratura; tubi conduttori, cinghie, nastri con la trafilatura; pneumatici e articoli vari con la stampatura. Frizionando con calandra o spalmando con macchine spalmatrici soluzioni concentrate di mescola sui tessuti si ottiene inoltre la gommatura degli stessi.

· Vulcanizzazione: si esegue contemporaneamente allo stampaggio. Si compie negli stampi inseriti nelle presse idrauliche riscaldate a temperature di 140-180°C, dove sotto pressione ha inizio la vulcanizzazione della gomma con incorporazione di zolfo. Per ottenere le proprietà richieste, si sceglie la durata di questa fase di lavorazione, che va da una decina di secondi a qualche minuto, dall’esame delle curve dinamometriche dei provini vulcanizzati a temperature e in tempi diversi. Durante questo processo di lavorazione la gomma perde la sua plasticità e acquista proprietà elastiche.

Usi del caucciù

Il materiale che si ottiene da tale lavorazione è una sostanza elastica, non vischiosa, idrorepellente e isolante. Oggi la gomma è ampiamente usata per produrre pneumatici, giunti flessibili e guarnizioni per auto, articoli sanitari e sportivi, adesivi, utensili, teli impermeabili, suole, pavimentazioni. Per l’impermeabilità ai gas e ai liquidi, si utilizza come rivestimento di autobotti. Per la sua flessibilità e resistenza elettrica è impiegato come guaina per cavi elettrici. La gommapiuma, ottenuta mediante vulcanizzazione, incorporando aria nella gomma, è utilizzata, come isolante acustico, per spugne e imbottiture di materassi e divani.

Tra il 1920 e il 1930 il prof. Straudinger (Premio nobel per la chimica) ha stabilito che la gomma naturale o caucciù è un polimero dell’isoprene. Esso è stereoregolare (presenta, cioè, una disposizione ordinata e regolare dei gruppi laterali, uniti alla catena di atomi di carbonio), con configurazione cis.

— CH2 CH2

\

CH=C

\

CH2

(unità monomerica del polimero dell’isoprene)

Un altro polimero dell’isoprene con tutti i legami trans nei riguardi della catena è la guttaperca, una materia plastica.

CH2

|

CH2 C

\ ̸ ̸ \

CH CH2

(Unità monomerica della guttaperca)

(Cis e Trans si riferiscono ad atomi o a gruppi di essi, disposti dalla stessa parte o da quella opposta.)