Da limpide attrattive,
si alzano appena
leggera nebbia
o lunga solitudine,
protratta in lontananza
da un dialogo mancato,
tra ricordi tuttora amati
con sentimenti d’amicizia,
forse grande o inutile.
Ritrovare un’immagine
perduta di se stessi,
ricercarsi nell’altro
in un risveglio tra l’azzurro,
mai mosso da burrasche,
con un sole festoso,
forse, Judith,
è riscoprire
nuovi rapporti d’amicizia
con fragili pensieri,
come gelsomini,
vite profonde da capire,
una riva lontana,
senza ricordo,
un’emozione,
una libera vela.
E’ riscoprire
un allegro mattino,
sognando di parlare
del più o del meno,
di marte o della luna,
o una felice serata,
a piedi nudi,
per stradine e gradinate
in un paesaggio stellato.
Ricercarsi nell’altro
è un’unità fra tutte le nazioni,
una ragione comune
per essere con gli altri un uno,
per comprendersi tuttora,
sentire idealità sociali
e l’allegria fuggente,
come improvviso colore di farfalla.
Silvana De Angelis
La memoria è una rosa triste
che non sboccia,
è una rosa sciupata dal tempo,
per chi cerca
nella sabbia più arsa
un suo segno, cancellato dal mare,
disperso dalla marea del vuoto,
affondato dai giorni mai vissuti.
Un tempo senza senso
disperde le sue ore
e un’onda sommerge
infiniti spazi senza forma.
La memoria è una rosa triste
nel vento più dolce della sera,
nella pioggia che sperde
il profumo intenso di un’orma,
cancellata dalla memoria.
La memoria è una rosa triste,
un tempo mai vissuto e immaginato,
un palloncino rosso,
disperso nell’azzurro profondo
al pianto di un bimbo,
una notte scesa sul muro,
dove qualcuno
ha scritto un nome dimenticato,
un suono smarrito
di lontane chitarre …
e il tempo mai vissuto
ha mani divise
da un limite vissuto,
dov’ è scolpita
ogni realtà sommersa.
Così, continua il tempo
con un nuovo segno,
cancellato dal mare,
disperso nella marea del vuoto,
affondato dai giorni mai vissuti.
Silvana De Angelis
Strade addormentate,
al primo colore del mattino,
fino alla stazione,
che butta via tutta l’ostinazione,
il vuoto di tanta gente.
Cade l’ironico fascino
dai muri dell’immaginario.
Sei tu il coraggio:
l’inizio di un mattino
tra gente che ti passa accanto.
Qualche parola ascoltata,
ma troppo gentile perché sia sincera.
Ognuno è uscito dalla sua vita.
Senza timore vanno,
come se fossero appena nati.
Sarà realtà?
Potrebbero andare dove capita,
senza destino.
No…
C’è il bisogno di tornare,
sempre, in ogni cuore,
ma dove?
Oh, le lunghe scene di un addio,
in un mattino, dipinto
da paure spettrali
sui volti di gente
e da gioie ingigantite,
rimescolate in un cappuccino
o nel caffè del mattino.
Gente con pensieri senza incontro,
che corrono su rotaie diverse,
ma il nuovo mattino
è appena spuntato,
felice, trionfale.
Non chiede prestiti.
Crea un’ultima occasione,
come vita rinnovata
dalle acque del Gange,
oppure simulata,
dal facile prestigio
di un vestito firmato.
Silvana De Angelis
Non ci sono sicurezze,
se da inesplorabili abissi
si pensa alla vita;
ma tu, specchio dell’ anima,
le rischiari
con diafane trasparenze
di un mare calmo,
con caldi raggi di sole,
fusi ai ricordi,
ritrovati
negli occhi felici di chi ama.
Vi si attinge una parte di noi,
unica, irrepetibile,
che ovunque regna.
In miriadi di stelle si
scompone
quando da fuse esperienze
ci ritrova.
Come bianca nube riappare
o come velo impalpabile
di fiori di primavera,
che dolcemente
adorna il faticoso quotidiano.
Silvana De Angelis
Angel Jordan con foto di Judith Resnik
Nel mare profondo
di una realtà che ci avvolge,
si può piangere da soli,
ma il tempo è già passato,
mentre un gioioso
risveglio dell’estate
carezza, ricolora
il verde degli alberi,
addolcisce un canto di uccelli,
i rumori di una strada.
Nell’abisso
di un mondo inesplorato,
con occhiali da subacqueo,
si può scorgere, invece,
un colore vivo
ed evanescente
di una vita ignorata.
Così da ciò che siamo,
sentiamo,
da una parte di noi
che si conosce,
dal mondo interiore,
può riprendere vita,
come dal primo passo sulla luna
una parte di noi rimossa,
da esplorare.
Allora viviamo realtà virtuali
e non ti puoi fidare,
se molti
non sanno,
che sono spinti, nell’agire,
da illusioni estranee.
Allora viviamo realtà virtuali,
distanti da noi stessi,
soli e isolati,
come astronauti sulla luna,
se il nostro vero mondo,
gira da lontano.
Silvana De Angelis