Saldabilità

La saldabilità è l’attitudine di un materiale di unirsi a un altro con una giunzione permanente e si riferisce soprattutto ai metalli, poiché questa tecnica, ottenuta per bollitura e brasatura, si scoprì con la loro lavorazione. Si utilizzano, comunque, saldatrici anche per materiali diversi, come per vetro e plastica.

Tipi di saldature

La bollitura era conosciuta in tempi remoti, come si evidenzia da numerosi reperti, nel periodo dei faraoni in Egitto o in epoca pre-romana nel terzo secolo a. C, ecc. e la brasatura dai Fenici e dagli Etruschi. Numerosi sono i reperti inspiegabili, che smentiscono l’età della comparsa dell’uomo sulla terra, per questo ritenuti poco credibili, come per esempio un meccanismo metallurgico che risale all’età paleozoica (trecento milioni di anni fa), rinvenuto all’interno di un ammasso di carbone. Il metodo di saldatura, che nei tempi più remoti era definito per bollitura, consisteva nel portare le parti da unire a uno stato di rammollimento, prossimo alla fusione, mediante riscaldamento su fuoco a carbone e poi nel comprimerle con martello su un’incudine. Questo metodo però non è applicabile a lavorazioni di piccoli oggetti e neppure a quelle troppo grandi. Con questo stesso tipo di saldatura, per l’azione del calore dei forni, si ottenengono soprattutto tubi, ma si possono anche utilizzare saldatrici con resistenze elettriche, oppure saldatrici a fiamma e allo stesso modo per vari tipi di giunzioni. Naturalmente il materiale da unire deve essere prima pulito dagli ossidi. La brasatura invece si avvale di un materiale di apporto da fondere tra le parti da unire. Inizialmente questa saldatura, adatta a ogni tipo di metallo, sottoposto a lievi sollecitazioni meccaniche, si realizzava solo con lo stagno. Per facilitare la saldatura o si ricoprono di una pasta per saldare disossidante e pulente che si trova in commercio con lo stagno in fili.Lo stagno utilizzato per saldare è unito a piombo o argento, che fondono a una bassa temperatura di circa 190° e 280°, secondo le quantità percentuali dei due elementi di lega. Molto usata da elettricisti e artigiani è detta saldatura dolce. Questa lega metallica ha una temperatura di fusione più bassa, rispetto allo stagno, che è di 231,9° e con essa si possono eseguire ottime saldature sul rame, ferro e argento, con punto di fusione minore anche rispetto a questi ultimi. Il saldatore, quindi, deve fondere il materiale d’apporto, con la sua resistenza elettrica e produrre il calore necessario per ogni tipo di saldatura, secondo la sua potenza, riscaldando allo stesso modo i metalli da saldare con temperature minori rispetto al loro punto di fusione. Con temperature che superano i 450°, con punto di fusione minore rispetto ai giunti e un metallo d’apporto, come argento rame e alluminio, si ottengono brasature più resistenti, dette forti, tuttavia non adatte a saldare zinco, stagno e piombo. Nel caso in cui il metallo di apporto è uguale a quello da saldare si ottengono, per fusione, saldature, dette autogene, di massima resistenza. In questo caso, si utilizzano bombole, cannello e manometro, oppure l’arco elettrico, per portare i metalli a temperature di fusione oltre i 1500° e unirli.