Poesia sociale

La pace,

come fiore prezioso

che si apre,

cerca giustizia,

per sconfiggere le guerre.

Né i territori conquistati

né consumi sfrenati né le idolatrie...

ma la pace tra i popoli, soltanto,

porterà il benessere cercato.

L’educazione alla pace,

fin quando la fragile esistenza

della natura umana sopravvive,

il mondo unisce in una comunione,

per proteggerlo dalla distruzione,

per creare giustizia,

sua linfa essenziale,

che non può esistere

senza norme oneste del rispetto

per ogni vita, degna d’attenzione.

La pace cerca la giustizia,

da creare con paziente sforzo,

in ogni nostra azione.

La pace è come un’onda sismica:

dai rapporti della nostra vita

e nell’interazione con il mondo

si espande, oltre trincee e confini.

Fra distruttivi egoismi e inganni,

invece svanisce,

perché è calore sincero,

amore per la vita,

luce, che irradia come il sole.

La pace, come fiore prezioso

che si apre,

cerca giustizia

per sconfiggere le guerre.

C’è chi ha seppellito il coraggio

per una pace ingiusta,

ma come un prato rigoglioso

o un ideale,

la pace va lontano,

fino alle vette di una perfezione,

che nessuno conosce.

Silvana De Angelis

Guevara, il mito

per tutti i giovani del sessantotto,

non è morto solo per l’America latina.

Guevara è sempre vivo

per tutti i popoli oppressi della terra.

Fuggono i disperati

da paesi dell’Asia e Africa, verso l’Europa:

sbarcano dal mare a Lampedusa,

a mille, a milioni,

con un fardello di disperazione.

Chi può salvarli?

Neppure gli hippies

e la cultura underground

faranno sentire più la loro voce:

nel mondo industriale

non c’è altro che il lavoro

e la fabbrica che produce.

Accomunano con i barboni

le loro miserie

lungo i binari di una ferrovia.

La luna illumina i loro giacigli gelati;

negli occhi un orizzonte lontano

per un grande amore:

chiede resurrezione

da piaghe dell’anima e del corpo.

Per ogni nostro dolore,

che mai si consola,

si fondono le nostre lacrime alle loro.

Amare i poveri diventa più difficile,

ma il vero amore

va donato a ogni essere vivente.

Il suo dono più grande

è favorire lo sviluppo nei loro paesi

con l’aiuto dell’intero mondo

per mettere fine

al rischio di questa immigrazione,

che non trova risorse in Europa,

mentre agisce la pubblicità e seduce:

con ogni tipo di bene di consumo,

si può essere felici, in Europa.

Con queste fantasie, però crolla la realtà,

perché il benessere che abbaglia,

non va verso la gioia.

Senza istruzione e formazione

non c’è nulla,

che possa cambiare una vita.

Silvana De Angelis

Premio poesia Martin Luther King, patrocinato dal premio nobel per la pace.

Traspare

il segreto di una silenziosa presenza

in questa profonda bellezza:

inebria, come carezza,

nascosti pensieri.

E’ un anelito invisibile.

Sfiora, con la sua presenza, lo spirito,

che anela a cogliere il significato

più interiore della bellezza.

La eleva oltre questo deserto,

dove tutto è seppellito nella polvere.

Passa in silenzio

quando la fantasia diventa realtà.

Tutto accoglie con seduzione,

un dono che ognuno prende

a piene mani,

fin quando cala il buio

e lentamente si allontana,

mentre sai che tutto nasce dalla bellezza:

ogni febbre di vivere.

Silvana De Angelis

Ogni gioco è realtà,

più di quella di un adulto:

quali colori, enormi nebbie …

ha l’infanzia.

Magie e meraviglie dimenticate,

come nuvole nel cielo di settembre,

hanno un colore tenero di vita,

che domani sarà noia,

da sconfiggere con laboriosa forza,

per ricolmare la fatica dei suoi frutti.

Non maturano con seme gettato

tra le erbacce più cattive

di una città e di uno Stato senza Scuola.

Senza un recupero con esame,

per gli studenti ancora adolescenti,

la Scuola Media

è perciò un’ autorizzata pratica

d’imbarbarimento,

un pazzoide consenso

a un’assenza totale d’impegno

e vergognosi comportamenti.

Travisando debolezza,

si fanno sfrontato scherno

delle istituzioni

e dei docenti che non possono

neppure esigere, secondo legge,

come nel passato,

la riparazione con esame a settembre,

in tante discipline senza sufficienza.

Perfino il numero di assenze,

con cavilli ben congegnati,

è limite superato, per ottenere,

pur senza una frequenza scolastica

più adeguata,

l’ambita carta intestata

con la scritta: “Promosso” o “Licenziato”.

A Scuola, perciò, non si può più insegnare.

La Scuola dell’obbligo, al contrario,

non può snaturare

quest’alta funzione di educare!

Per docenti alla mercé d’improperi,

soprusi, violenze, insulti …

da parte di alunni indegni

e con comportamenti

sempre più degenerati,

nel disinteresse generale,

nella pietà svergognata

che loro tutto premia e perdona,

si fa spesso complice

il “mobbing” dei Dirigenti,

sorretti da un’egregia protezione

di un Provveditorato,


che con questo ingranaggio

non funziona.

Molti Presidi, definiti oggi Dirigenti,

oltre a tutto, non si fanno scrupolo

con un insolito, strano interesse,

di difendere i più falsi

e prepotenti alunni,

che hanno così appreso,

come scagionarsi con l’inganno.

Entrano direttamente in classe,

incriminando senza alcun riscontro,

invece che l’alunno,

rovinato così a vita

con il cattivo esempio,

ignari docenti,

rei di svolgere

il loro lavoro onestamente.

In aggiunta, è un'impresa

quasi impossibile,

riunire, secondo la normativa,

l’intero consiglio di classe,

oltre l’orario scolastico

o durante il lavoro,

per provvedimenti disciplinari,

oltretutto frequenti e così numerosi!

Solo, in condizioni estreme,

l’ eroico docente

bersaglio facile dei Dirigenti

e scaltri alunni con appoggio familiare,

se dignitoso e onesto,

potrebbe frequentemente diventare

oggetto senza tutela,

in quest’associazione, priva d’istruzione,

esempio legale d’illegalità statale.

Impunibilità e ignoranza

sono i messaggi ricevuti

nella Scuola media del duemila,

dove scherno, bullismo, trivialità, violenza …

ampiamente documentati nei telegiornali,

per questo, trionfano

sul dialogo di sventurati educatori.

Si sta in pace solo a mille miglia,

dall’impoverimento

autorizzato di questa città,

corrotta da ogni male,

che crea soltanto disoccupazione,

in uno Stato inesistente,

perciò senza crescita e senza formazione.

Svanisce un colore tenero di vita,

come nuvola nel cielo di settembre,

per un bambino senza futuro.

Silvana De Angelis

Non so

da quale remoto tempo

sei riapparsa.

Come in un’apparizione

la grazia si è sciolta

in parole gentili,

sull’abbrutimento

che intorno

regnava sovrano.

Davanti alla porta

con tono basso,

come in segreto,

mi hai sussurrato:

- Sei sempre bella!-

Parole per richiamare,

dalla magia del tempo,

tutto ciò

che mai ci separa dalle verità,

da sempre cercate,

se è vero che la purezza è limpida,

come un cielo terso.

Queste dolci parole

ora ripercorrono

ogni triste pensiero,

ogni nuvola

che rabbuia

la fatica del lavoro.

Ed io cosa posso donarti,

se non ricordo più il tuo volto,

che il mio sguardo

ha incontrato un solo istante?

Ti cercherò

in quella stessa aula

dove sono andata poche volte,

per sentire il calore di una scoperta.

Poi sorrido,

ripensando agli undici anni di Claudio,

che in un’altra classe fa i dispetti

da quando non mi sta più seduto accanto.

Minaccia:- Ti rovino la carriera-

-Perché fai questo?-chiedo.

–Perché io devo stare vicino a te-risponde.

Voglio perciò raccogliere

tra le macerie e i cocci,

i frutti di ogni creazione

anche se nulla ha ora più importanza:

è nel giardino dei fiori della tecnica,

che scoprirai un mondo del lavoro

che affascina.

Senza un’ istruzione tecnica

il mondo non produce.

Silvana De Angelis