Maria Cristina Lorusso - L'intelligenza del Lori Rosso

Quando ero bambina avevo un pappagallo di nome Cori, era un lori rosso. Il lori appartiene alla famiglia degli psitacidi, è un pappagallo molto intelligente, ma secondo alcuni non è in grado di parlare o parla poco. Cori, invece era la mia migliore amica, i suoi colori rallegravano le mie giornate, parlava continuamente, cercando di comunicare con me e con gli altri componenti della famiglia. Ci amava, richiamava la nostra attenzione, e come tutti i lori, era un pappagallo simpatico, chiassoso, e socievole.

Le ho sempre parlato in modo diretto, come si fa con i bambini, ripetendo mille volte le parole, scandendole ad alta voce. E’ arrivata sul balcone della mia vicina, che mi ha chiamata e non riusciva a prenderlo. Dopo ha chiesto a mia madre, se “ Maria Cristina voleva un pappagallo”. Io erotroppo felice, ma trovavamo difficoltà nel prenderla, poi, aiutandoci un po’ con gli strofinacci, un po’ con il retino da pesca ci siamo riusciti, e Cori è diventato il nostro pappagallo.

Quando si è presentata si dichiarava Cori, la sua voce non le permetteva di pronunciare bene la sua razza, forse… non lo so. Molto probabilmente diceva Lori, a volte schioccava quella lingua appiccicosa dicendo Ciori. Mi ricordava Rockfeller, era proprio il suo periodo, e come lui storceva la lingua e soffiava. Una buffona!!!!

Le ho insegnato a dire:<< ciao,( il suono era ciaaa, ciaoo!) >>, <<chi è?>>, quando suonavano alla porta e al citofono, bru-uuuu, per dire brutto,il fischio dei maschiacci quando passano le donne in minigonna. E' diventata una campionessa di palla a volo, giocavamo con i palloncini, lei volava sul mobile più alto della cucina e aspettava che le lanciassi il pallone. Ho provato a lanciarlo perché vedevo che beccava quello che trovava, tastava gli oggetti, . Dopo ha capito che era un gioco per me e per lei: saltava gli ostacoli, i rotolini della carta igenica e cercava di infilarsi dentro.

Di fronte alla mia mano saltava sul tavolo e cominciava a danzare con il becco per terra. Puntava a destra e a sinistra, era una minaccia che usava per gioco, poi saltava sulla mano e si metteva pancia in su per farsi accarezzare il pancino. Volava da un estremo all'altro della casa.

Le ho insegnato prima a salire sulla mano e poi lei piano piano si è arrampicata sul maglione per sentire la mia voce, e mentre parlavo mi pungeva la bocca, solo dopo ha capito che la spalla era un luogo sicuro e stabile e ha cominciato a posarsi sempre sulla spalla.

Quando sentiva il rumore dell’acqua sembrava di essere in una giungla, il suo suono era veramente fastidioso, a volte imitava il rumore di un attrezzo di ferro che sfrega su di una altro, un suono da brivido. Se le dicevo di stare zitta, cominciava a borbottare di continuo e saltava dalla parte all’altra per farmi scappare, era assordante! Nel mese di ottobre nidificava sotto la carta, tagliuzzava tutti i giornali, la sentivo razzolare come le galline, e se mi avvicinavo mi beccava con grande aggressività.

La mattina prima di andare a scuola parlavo con lei, e le dicevo tutto. Se non mi sentivo bene le dicevo, “Cori non mi sento bene”, e lei cominciava a muovere la testa a destra e asinistra e ballava, sembrava che dicesse un si ripetuto, come i capelloni quando ascoltano la musica rock, era una pazza! Amava mettersi di testa in giù come i pipistrelli, e quando i gatti le si avvicinavano lei non aveva paura, usciva la lingua dalla gabbia e cominciava a soffiare e li invitava ad avvicinarsi, in quel momento sembrava un serpente a sonagli. I miei due carcerieri, i gatti che ho acquistato dopo, Lilli e Maggie, la osservavano. Maggie è stata beccata diverse volte perché appoggiava la zampa sulla gabbia, anche Lilli soprattutto all’inizio. Dopo hanno capito che non la dovevano infastidire, e anche se Cori a volte apriva la gabbia e la trovavano sul tetto, i gatti continuavano a osservare ipnotizzati quasi non credevano fosse fuori. Se un altro gatto le si avvicinava Lilli balzava da lei, e lo allontanava. Era molto brava a comunicare con Lilli, la più vecchia delle gatte.

Provavo ogni volta che la vedevo un forte senso di colpa, volevo liberarla, e questo profondo sentimento ha forgiato la mia anima, oggi infatti non riesco a sopportare la vista di nessun essere vivente in cattività e legato, per questo cerco di rendere libere le persone, perché la vita è una e poi ad un tratto finisce e non puoi più tornare indietro. La libertà deve essere assaporata ogni giorno, la nostra possibilità di scegliere dove vuoi essere, con chi, e a chi vuoi pensare. Noi siamo liberi di cambiare vita in ogni momento e chi ci giudica è solo un povero ignorante!!!

Il ricordo di Cori è sempre nel mio cuore.

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Maria Cristina Lorusso