Il selvaggio e il bullo

Nell’800 degli scienziati studiarono un adolescente allo stato completamente selvaggio. L’intento di questo studio era di comprendere quali fossero gli elementi naturali del suo comportamento. Gli stessi studi, precedentemente furono effettuati da Rosseau. Il selvaggio presenta un comportamento del tutto libero e disinibito simile in alcune dimostranze a quelle che oggi presentano alcuni adolescenti italiani che esercitano prepotenze sugli altri. Purtroppo lo stile educativo laizze faire guida le scelte dei giovani delle famiglie italiane e gli insegnanti sono come Itard (lo scienziato che ha studiato Aveyron) devono utilizzare nuovi strumenti per combattere la maleducazione. Il selvaggio di Aveyron studiato da Itard nell’ottocento compare nel volto di tanti ragazzi di oggi. Aveyron era un ritardato mentale, e questo ritardo era causato dalla mancanza di educazione. Oggi i genitori a causa della mentalità maschilista lasciano estrema libertà ai bambini di sesso maschile rispetto alle femminucce e loro esercitano un comportamento prevaricatore nei confronti delle donne. Infatti, la maggior parte degli atti di bullismo e di violenza oggi vengono realizzati proprio dagli uomini che presentano un grado intellettivo inferiore a quello femminile, lo confermano le ultime ricerche sul rendimento e il successo scolastico femminile.

La famiglia è la maggiore responsabile degli atti di bullismo dei figli. Naturalmente esistono casi in cui uomini e animali allo stato selvatico possono avere un temperamento più docile, questo si verifica in tutti gli animali, ma sappiamo che un essere vivente allo stato selvatico è sempre piu’ aggressivo di un animale addomesticato. Il selvaggio anche se dimostra una maggiore ingenuità rispetto ai comportamenti dell’uomo civilizzato ed educato tanto da sembrare piu’ buono è solo meno attrezzato dal punto di vista intellettivo ed è meno machiavellico, questa la differenza del selvaggio dal bullo, il machiavellismo si riscontra soprattutto in soggetti che utilizzano la mente per ideare intenzionalmente attacchi utili allo studio del comportamento dell’altro. Quando il bullo utilizza queste modalità riflessive sul comportamento dell'altro lo fa in modo intenzionale e fine a se stesso, studia la vittima per il solo scopo di umiliarla, distruggerla, e osservarne le risposte. Il bullo raffina sempre di piu' la conoscenza psicologica dell'altro e la utilizza per divertirsi, è scientificamente provato il ritardo mentale dei soggetti che continuano ad esercitare questi atti, perdono del tempo nell'escogitare tranelli, forme di prevaricazione senza chiedere niente in cambio.

<<L’uomo civilizzato ma bullo esercita sempre maggiori provocazioni per mettere in discussione la personalità altrui e rivelarsi più “intelligente” e “preparato” nella previsione delle risposte e delle reazioni, il gioco proposto dal bullo assomiglia a quello del selvaggio predatore, ma è molto piu’ raffinato nelle tecniche.L’uomo civilizzato ma maleducato è quindi anche ritardato, impiega molto del suo tempo per comprendere le tattiche da utilizzare per sconfiggere “il nemico”, perché vede un rivale ovunque e prede ovunque. Per l’uomo comune maleducato conquistare una “femmina” o come diceva Totò una malafemmena è una sfida, una competizione tra maschi e per questo impegna molte delle sue risorse intellettive e del suo tempo senza un interesse reali nei confronti dell'oggetto d'amore>>.Vi invito a visionare il film "Il selvaggio" in cui Brando interpreta la parte del "bulletto".

Purtroppo oggi i genitori non si impegnano ad educare i figli, e continuano ad utilizzare l'apprendimento per imitazione tipica forma educativa degli animali, senza pensare l'educazione. I figli crescono come animali. Emerge la necessità di educare pensando l'educazione. L'educazione dei genitori deve essere pensata non improvvisata, inoltre quello che manca oggi ai ragazzi è l'empatia, la capacità di mettersi al posto dell'altro e la sensibilità. Mentre Itard aiutava il selvaggio ad esercitare la vista, la manipolazione, i riflessi,ecc, i sensi in generale, oggi dobbiamo insegnare ai giovani ad utilizzare il cuore, perchè è paralizzato, morto infelice, non batte per gli altri, un cuore arido e solo, senza speranze, una mente negativa, fortemente negativa senza orizzonti, che non lascia spazio alla vita. Il compito degli insegnanti e degli educatori è di dare la speranza, esercitare il cuore e l'empatia, fortificare i valori, e non permettere agli altri di distruggere il mondo dei giovani con parole: " la vita è così", " ti devi arrendere e devi accettare le ingiustizie", queste frasi provocano il desiderio di far del male, incitano l'ingiustizia e il disimpegno morale.

Maria Cristina Lorusso