Il Codirosso

Il nome scientifico del Codirosso è Phoenicurus Phoenicurus. Questo simpatico uccellino dalle minute dimensioni (14 cm) e dalla coda ruggine e tremula popola le nostre montagne. In Italia è molto diffusa la sua presenza dal livello del mare ai 2000 m circa, presente soprattutto in collina e nella media montagna tra i 300 e i 1500 m. Gli altri territori di nidificazione sono il resto d’Europa, l’Asia Minore, l’Iran e la Siberia occidentale e centrale, sverna invece nella savana africana, e nelle zone a Nord dell’Equatore.

Il piumaggio delle parti superiori del suo corpicino è grigio, le sue ali sono invece scure, mentre la coda è rosso ruggine, la testa e la gola nere, mentre la fronte è bianca. In autunno il colore della fronte è meno evidente. Noto anche il dimorfismo sessuale tra i due sessi, la femmina è grigio bruna, mentre il maschio è più scuro e possiede la coda e il petto colorati. Entrambi i sessi si inchinano e fremono la coda in modo inconsueto[1]. Emettono un lamentoso e sonoro “uit”[2], (secondo altri testi il suono è diverso precisamente f uejik, canto di imitazione di altri uccelli) e un altro più frequente fued tek tek (le note possono essere emesse anche separatamente). E’ insettivoro[3]. Il codirosso nidifica in ambienti alberati, boschi grandi e luminosi, nei pressi di parchi e giardini e nelle zone rurali. I nidi vengono costruiti nei luoghi in cui ci sono già delle nicchie, dei buchi, oppure nelle rocce e nei muri. La deposizione avviene da aprile a luglio, le covate sono 1 o 2 l’anno, le uova sono di colore verde –bluastro, generalmente da 5 a 7[4].

La femmina realizza il nido, mentre il maschio la porta di fronte alla cavità che lui ha scelto. Quando i codirossi si spostano dalla zona di svernamento alla zona di nidificazione arrivano prima i maschi che definiscono il territorio e cercano nutrimento e poi le femmine. Una volta che si forma una coppia dopo una settimana viene deposto il primo uovo. Generalmente gli individui che si riproducono per la prima volta, hanno scarso successo, dipende dal fatto che i maschi più giovani arrivano prima alla zona di nidificazione rispetto agli altri più anziani[5].

[1] Cfr. Einhard Bezzel, Uccelli Passeriformi, Zanichelli, Ottobre 1987, pp. 52 -53

[2] Cfr. B. Caula, P.L. Beraudo M.Pettavino, Gli uccelli delle Alpi, come riconoscerli, dove e quando osservarli, Blu edizioni, pp.174-175

[3] Cfr. B.Bruun, Uccelli d’Europa, Arnoldo Mondadori Editore, 1975, p.256

[4] Cfr. Einhard Bezzel, Uccelli ..cit., p. 52

[5] Cfr. Ivi., p. 52