Ricinus communis L.
Famiglia Euphorbiaceae
Pianta originaria dell’india, oggi diffusa in tutte le regioni temperate e tropicali, dove raggiunge anche l’altezza di 12 m. I principali produttori sono Brasile, India, Cina, Russia e Tailandia. Si contano 17 diverse varietà, che possono essere divise in arbusti e alberi che producono grandi semi, ed erbe annuali che producono semi più piccoli. Sono coltivate principalmente le varietà di piccole dimensioni, che, mediante incroci, hanno dato luogo a piante ad alta produzione di semi. Il frutto è una capsula spinosa con tre logge interne. I semi presentano notevole variabilità nelle dimensioni e nei colori. Sono ovali, lunghi 8-18mm e larghi 4-12 mm. la testa molto levigata. Il colore può essere più o meno uniformemente marrone, grigio o nero, o variatamente venato di marrone o nero. Ad una delle estremità, è generalmente presente una piccola carucola, di colore giallo, dalla quale decorre un rafe che termina in una calaza leggermente rialzata all’estremità opposta al seme. La testa, racchiude un ampio endosperma oleoso, all’interno di quest’ultimo si trova l’embrione, con due cotiledoni sottili ed appiattiti ed una radicetta diretta verso la cuticola.
Droga: olio ottenuto per pressione a freddo dei semi decorticati
Odore: poco marcato
Sapore: leggermente acido
Composizione: i semi di ricino contengono il 46-53% di olio non volatile, costituito da una miscela di gliceridi degli acidi ricinoleico, isoricinoleico e diidrossistearico, detta ricinoleina. La pasta rimanente alla fine della spremitura contiene delle tossine estremamente tossiche note come ricine, che lo rendono inadatto all’uso anche come foraggio per il bestiame. Nell’organismo le ricine producono un’antitossina (antiricina). La ricina-D è una proteina saccaridica con una forte tossicità letale, per questo motivo il processo di lavorazione prevede la decorticatura prima della spremitura, per evitare contaminazioni. Le ricinoleine contenute nei tessuti interni sono estratte con la spremitura. Dopo assunzione per via orale attraversano il canale digerente senza essere assorbite. Ad opera di una lipasi pancreatica avviene successivamente l’idrolisi dei trigliceridi e la liberazione degli acidi ricinoleici che agiscono da potenti lassativi drastici. Il meccanismo coinvolge sia una stimolazione diretta delle terminazioni nervose, con conseguente aumento della peristalsi, che un blocco delle pompe protoniche, con conseguente idratazione della massa fecale.
Proprietà e usi: tradizionalmente utilizzato come purgante domestico, oggi l’uso è pressoché scomparso per la eccessiva aggressività degli acidi ricinoleici. L’olio ed i suoi derivati sono largamente utilizzati per la produzione di saponi ed altre applicazioni tecnologiche quali pitture, vernici, lubrificanti e plastificanti.