Aconito

Aconitum lycoctonum L.

Famiglia: Ranunculaceae

Pianta erbacea perenne. È un aggregato polimorfico che si estende dall’Europa occidentale all’Himalaya, coltivata nei giardini per la bellezza dei suoi fiori. La maggior parte della droga commerciale deriva da piante cresciute nell’Europa centrale e meridionale, particolarmente in Spagna. L’aconito giallo presenta, un fusto eretto, angoloso, foglie palmate, con 5-7 segmenti larghi, profondamente inciso-dentate. I fiori di colore giallo pallido, a forma di cappucio conico allungato, sono disposti in racemi. Vive in luoghi erbosi, radure boschive, in zone montane.

Droga: tutta la pianta contiene alcaloidi, principalmente concentrati nella radice.

Composizione: tutta la pianta, ma soprattutto la radice, contiene alcaloidi terpen-esteri estremanente velenosi, di cui l’aconitonina è il più importante. Contiene anche altri alcaloidi come la mesaconitina, l’ipaconitina, la neopellina, la napellina e la neolina. La percentuale di alcaloidi nella droga è 0,3-1,2%. Il 30% del totale è costituito da aconitonina solubile in etere.

Proprietà: analgesiche, nevralgiche.

Uso: l’aconito è un veleno molto potente e dall’azione veloce. Oggi raramente utilizzato internamente, fuorchè in dosi omeopatiche. In abruzzo (chiamata jerva luparia) le radici pestate e impastate con carne, venivano usate per uccidere lupi, volpi ed altri animali selvatici. L’assunzione provoca una morte per soffocamento coscente. Come ricorda d’Annunzio ne ”La figlia di Iorio”, si utilizzavano le radici di questa pianta come strumento per suicidi.