Belladonna

Atropa belladonna L.

Famiglia Solanaceae

Diffusa in Europa centro-meridionale, Asia, Nord-America e Nord-Africa, in Italia si ritrova in zone montane e submontane dell’Appennino e delle Alpi, all’interno di boschi. Pianta erbacea perenne, di alta statura (fino a 1,80 m), con radice a fittone, e fusto eretto, robusto, abbondantemente ramificato, pubescente e ghiandoloso. Le foglie di colore dal verde chiaro al giallo, sono di forma ovale-lanceolata, di grandi dimensione, con foglie opposte più piccole. I fiori urceolati di colore viola, penduli, sono disposti all’ascella. Il frutto è una bacca sferica che a matutità si presenta di colore nero. La droga è costituita dalle foglie sole o con sommità fiorite, dal rizoma e dalle radici. La droga deve essere coservata in recipienti chiusi e rinnovata ogni anno. Le foglie, presentano un parenchima lacunoso con ossalati di Ca sotto forma di cristalli bianchi. L’epidermide superiore delle foglie presenta tricomi, maggiormente distribuiti in prossimità delle nervature. L’epidermide inferiore mostra tricomi di rivestimento unicellulari conici e tricomi ghiandolari sferici pluricellulari. Le radici sono di grandi dimensioni, fino a 5-6 cm di diametro, cilindriche-fusiformi, esternamente di colore grigio, è percorsa da rughe longitudinali. I rizomi, possono raggiungere il diametro di 10 cm, di sezione irregolare.

Droga: foglie; sommità fiorite; radice e rizoma.

Odore: le foglie fresche hanno odore viroso

Sapore: amaro

Composizione: tutta la pianta, compresi i semi, contiene alcaloidi tropanici (0,3-0,6%). L’alcaloide principale è la iosciamina. Sono presenti piccole quantità di basi volatili, come la piridina e la N-metilpiridina. Le foglie contengono anche una sostanza fluorescente, la β-metilesculetina (scopoletina), e ossalato di Ca. L’iosciamina, che prevale sull’atropina nella pianta fresca, può essere parzialmente convertita , nella droga secca in atropina.

Proprietà: Anticolinergica, antalgica, broncodilatatrice, spasmolitica, antisecretoria, lattofuga. Può essere impiegata come narcotico, analgesico locale, antinevralgico, antiparkinsoniano, antiiperidrotico. È un dilatatore della pupilla (midriatico).

Usi: adoperata come spasmolitico nella pertosse e nell’asma, in oculistica come midriatico e in medicina come antidoto negli avvelenamenti da muscarina. La pianta è considerata velenosa, e l’uso erboristico-fitoterapico è ormai desueto. Il principale responsabile dell’azione farmacologica, ma anche della potenziale tossicità, è la iosciamina, un alcaloide paralizzante del sistema nervoso parasimpatico. 3-4 bacche di belladonna possono essere mortali anche per un adulto.