Boldo

Crataegus oxyacantha Auct.

Famiglia Rosaceae

Pianta originaria dell’Europa orientale, è coltivata nella penisola balcanica, Ungheria e Jugoslavia. La Farmacopea ammette l’uso di due specie, Crataegus oxyacantha Auct. e C. monogyna JACQ. Talvolta è coltivata anche a scopo ornamentale. Il biancospino, si presenta in forma di arbusti molto ramificati, alti 2-5 m., a volte anche fino a 10 m., con rami spinosi e foglie di forma romboide, incise profondanente in 3-5 lobi (C. monogyna) o in 3 lobi (C. laevigata). I fiori sono bianchi, con uno o più stili e con numero variabile di stami dalle antere rosse, sono diposti in ampie infiorescenze corimbrose. La droga è composta da foglie e fiori con residui di peduncoli di colore marrone scuro. Le foglie sono picciolate, più o meno lobate, debolmente seghettato o praticamente intero il margine. La fitta nervatura reticolare spicca sopratutto sulla chiara pagina inferiore delle foglie. Le foglie sono più o meno pubescenti, a seconda della specie. I fiori presentano un ricettacolo di color marroncino o grigio-verde. I cinque petali, di colore da bianco-giallognolo a marroncino, non saldati alla base, sono tondeggianti, cuoriformi o ovali, brevemente speronati. L’ovario, saldato al ricettacolo, presenta da uno a cimque lunghi stili, a seconda della specie.

Droga: sommità fiorite, fiori e foglie.

Odore: caratteristico, debolmente profumato.

Sapore: dolciastro, astringente ed amadognolo.

Composizione: 1-2% flavonoidi, di cui i principali sono iperoside e vitexina-2-ramnoside. 1-3% è costituito da procianidine oligomere, oltre ad acidi terpenici, steroli ed amminopurine.

Proprietà: Possiede un’azione cronotropa positiva, dromotropa positiva e inotropa positiva. L’azione dipende dall’inibizione della c-AMP-fosfodiesterasi, evidente già a bassi dosaggi. I flavonoidi del biancospino possiedono effetti misurabili sulla modulazione della concentrazione intracellulare del Ca. Gli estratti standardizati migliorano l’irrorazione del miocardio e dei vasi coronarici, aumentando la resistenza del miocardio stesso agli stati di ipossia. Ha anche una blanda azione sedativa sul sistema nervoso centrale.

Usi:impiegato nelle fasi iniziali di insufficenza cardiaca, in particolare nell’insufficenza coronarica, nelle forme lievi di insufficenza miocardica, nel cuore senile che non necessita di trattamento digitalico. Utile contro il senso di oppressione nella regione cardiaca e per lievi disturbi bradicardici del ritmo. Efficacie anche nelle forme tachicardiche legate a stati ansiosi.


Peumus boldus Mol.

Famiglia Monimiaceae

La pianta è originaria del Cile. È un arbusto o piccolo albero tipico delle zone aride. Tutta la droga commerciale è di provenienza esclusiva dal Cile. Le foglie sono rigide e coriacee, di forma ellittica- ovale, a margine intero, molto fragili, in maggioranza arrotolate verso il basso. Caratteristici sono i tubercoli chiari, visibili distintamente sulla pagina superiore. Sulla faccia inferiore, spiccano la robusta nervatura mediana e le nervature laterali arcuate. Nella droga frammentata si possono trovare singoli pezzi di ramo con lenticelle chiare ed allungate e semi duri, ovali, di colore marrone.

Droga: foglie

Odore: caratteristico, fortemente speziato

Sapore: bruciante, speziato ed amaro.

Composizione: Il boldo è considerata una droga ad amaroidi. Contiene lo 0,25-0,50% di alcaloidi porfirinici, di cui la boldina è il principale, oltre ad un 2-3% di olio essenziale, contenente p-cimolo, cineolo, ascardiolo e piccole quantità di flavonoidi.

Proprietà: amare, spasmolitiche, coleretiche, eupeptiche.

Usi: L’uso principale è come coleretico. Il boldo stimola la secrezione gastrica, la produzione di bile e l’escrezione della stessa dalla colecisti. Il conseguente incremento dei sali biliari a livello intestinale determina a basse dosi un miglioramento del processo digestivo, mentre ad alte dosi un effetto lassativo. In Cile le foglie di boldo sono usate anche come antielmintico.