L'Arcivescovo di Bologna, 

Sua Em.za Card. Carlo Caffarra,

rispose a Sabrina

Per amore di Cristo e della Sua Chiesa


18 marzo 2024

 

Sia lodato Gesù Cristo!

 

Cari fratelli e sorelle, la vera Pace - dono stupendo del Redentore nostro Gesù - regni nei vostri cuori.

Ho in animo la volontà di trattare di vari argomenti, inerenti la vita della Chiesa e il bene delle anime. 

Ciò che, a Dio piacendo, farò in questo periodo.

 

Oggi vi dico: prima di tutto, mi spiace sinceramente che in certe omelie dobbiamo ascoltare l’esposizione di veri e propri errori o, minimo che si possa dire, discorsi trattati solo in uno degli aspetti rilevanti, e che quindi risultano alquanto lacunosi e, ciò che è peggio, delle volte, fuorvianti.

Questo va a danno dei presenti, ai quali di fatto non viene annunciata la Verità di Cristo, ma al contrario un melenso buonismo, che sa tanto di luteranesimo e che non fa che aumentare ancor più il sonno mortifero in cui non poche persone già si trovano in quanto alla vita spirituale.

È per questa ragione che io in coscienza non posso tacere.

 

In un’omelia che abbiamo ascoltato di recente, il Dio di Gesù Cristo è stato presentato come “esclusivamente misericordioso”; o, dovrei dir meglio - dato che quella diffusa da tali sacerdoti è una grave deviazione dalla autentica Misericordia di Dio - un dio esclusivamente misericordista.

E cioè, detto in parole semplici: un falso dio che ti ama come sei - e fin qui non avrei nulla da ridire - ma che non ti chiama alla conversione, del cuore e della vita.

Capite bene, cari fratelli e sorelle, che tale predicazione non è più il vero Annuncio Evangelico che il Risorto affidò ai Suoi Apostoli prima di ascendere al Padre; ma, in modo delle volte persino mellifluo, diviene propagazione di eresie e gravi errori, che si rivelano poi molto perniciosi nella vita concreta del popolo di Dio e, per certi aspetti, anche nell’esistenza dei non credenti.

Perché, se la luce del mondo che ha da espandersi dalla Chiesa - il Signore stesso ha detto: “Voi siete la luce del mondo.” (Matteo 5,14) - diviene densa tenebra fumosa, come potranno gli uomini e le donne del nostro tempo essere illuminati dalla benefica e redentrice Verità di Cristo?

 

Preghiamo dunque, carissimi, il Signore della messe affinché doni alla Sua Chiesa pastori secondo il Suo Cuore, Misericordioso e Giusto.

 

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Oggi ritengo poi importante fare, da parte mia, quanto possibile per dissipare un serio fraintendimento che conduce una parte del clero a vedermi come sua nemica.

No, reverendi sacerdoti: io non sono affatto vostra nemica. Anzi!

 

Se dico ciò che dico è perché è una missione (in realtà non tanto facile) che mi è stata affidata.

E, anche se qualcuno potrebbe rimanerne scandalizzato, in umiltà esclamo con San Paolo: “Guai a me se non annunciassi il Vangelo!” (1Corinzi 9,16).

Certamente, sono consapevole di essere come un piccolo uccellino che cinguetta a confronto di quella mistica aquila che è l’apostolo delle genti, testimone della Risurrezione di Cristo Gesù Signore.

Ma anch’io, nel mio piccolo, in questo difficile e travagliato tempo, sono vocata ad annunciare Gesù, il Figlio di Dio, unico Salvatore degli uomini.

 

È per amore a Cristo e alla Sua Chiesa che pubblicamente parlo.

 

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Cari sacerdoti, vi confido dunque un episodio, risalente a quasi nove anni fa, con la speranza che anch’esso possa esservi utile a comprendere un po’ meglio il mio animo; ma soprattutto ad indicare qual è la via giusta da seguire, anche al presente: perché - non mi stancherò mai di ripeterlo - Gesù Cristo è lo stesso, ieri oggi e nei secoli!

Ne consegue che chi annuncia “cambi di paradigma” o dottrine che vanno oltre il Vangelo di Cristo è - con tutta evidenza - andato fuori strada.

Fosse pure il Vescovo di Roma.

 

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Come penso ricorderete, nell’autunno 2015 era in corso la seconda fase del sinodo sulla famiglia; sinodo che, in realtà, per certi aspetti, fu una vera e propria “presa in giro”: poiché Jorge Mario Bergoglio lo presentò, diciamo così, come avrebbe dovuto essere, e cioè uno strumento di valida consultazione; mentre in realtà lui - e non lui solo - già aveva deciso di aprire alla concessione - sottolineo io: alquanto errata ed arbitraria - dei Santi Sacramenti di Eucaristia e Confessione ai divorziati civilmente risposati: senza che sia più necessario, da parte di queste persone, astenersi dagli atti propri del Matrimonio.

Ciò che poi papa Francesco approvò di fatto nel capitolo VIII di Amoris laetititia, l’esortazione post-sinodale che fu pubblicata il 19 marzo 2016.

 

Ora, a motivo delle notizie che via via apprendevo in quei giorni, ossia che certi vescovi andavano avanzando proposte eterodosse – quelle appunto che, almeno in parte, trovarono poi spazio in Amoris laetitia – decisi di contattare Sua Eminenza il Cardinale Caffarra, il quale era ancora a pieno titolo l’Arcivescovo di Bologna e che fu, appunto, uno dei padri sinodali.

Gli manifestai il dolore della mia anima, dato che era purtroppo chiaro che alcune dichiarazioni di certi prelati andavano a minare gravemente la retta Dottrina Cattolica.

 

Trascorsi alcuni giorni, mi giunse, da questo santo e zelante pastore – che tanto ha operato nel corso della sua vita terrena per amore di Gesù Cristo e della Chiesa – la seguente risposta:

 

Cara Sabrina,

continua a pregare il Signore della Chiesa, ed offri la tua sofferenza per essa. Il Signore non ci abbandona.

Ti benedico col cuore

+ Carlo Card. Caffarra