Farsi scomunicare come "soluzione"? 

No: è una deriva pericolosa 

e inconcludente.

Rimaniamo nell’Amore di Gesù.

 

13 gennaio 2024

 

Sia lodato Gesù Cristo!

 

Cari fratelli e sorelle.

Ho letto con molta attenzione la lettera E' giunta l'ora? Ecco perché sto pensando di farmi scomunicare a firma del signor Fabio Battiston. 

Lettera che il dottor Aldo Maria Valli ospita nel suo blog Duc in altum.

 

Desidero ora condividere con voi, cari fratelli e sorelle nel Signore, alcune semplici e chiare considerazioni.

Con la viva speranza - in Cristo, Dio e Salvatore - che, per Sua grazia, quanto dirò possa aiutare noi fedeli cattolici a mantenere la giusta rotta – nella Verità di Cristo – mentre la Barca di Pietro naviga in un mare fortemente, e sempre più, tempestoso.

 

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Il signor Battiston inizia la sua lettera scrivendo della “tragica situazione in cui si dibatte la Chiesa temporale”.

Egli, come non pochi altri credenti in Cristo, Signore e unico Salvatore, è rimasto comprensibilmente addolorato e sgomento a fronte dei recenti accadimenti, che hanno turbato il Tempo Natalizio, nonché i giorni precedenti la Natività di Nostro Signore Gesù Cristo.

 

Faccio riferimento:

 

1°) alla irricevibile Dichiarazione Fiducia supplicans (sulla quale ora non ritorno in quanto ne ho già parlato in due audio, in data 19 e 20 dicembre u.s.);

 

2°) alla notizia del libro blasfemo/pornografico, il cui autore è l’attuale prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, mons. Victor Manuel Fernandez.

Il quale, se vogliamo credergli, sostiene di essersi pentito subito – nel 1998 – di quel testo e di aver chiesto, già all’indomani della pubblicazione, che fosse ritirato dal commercio ( Quel libro di mons. Fernandez doveva sparire ).

 

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Teniamo presente, anzitutto, che, com’è noto, il male generalmente fa molto più rumore del bene.

Intendiamoci: con ciò non nego affatto i gravi e devastanti mali che attualmente deturpano il volto della Chiesa di Cristo in cammino nel tempo; mali gravi che sono, purtroppo, realtà palesi dinanzi a noi credenti, che ne siamo nel contempo addolorati e scandalizzati. Anche perché sono commessi da certe persone che stanno ai vertici della Gerarchia ecclesiastica.

E, inoltre – come se già queste deviazioni dottrinali e morali non bastassero – vi si aggiunge il silenzio omertoso – più o meno colpevole: questo lo giudichi Dio – di molti Vescovi e presbiteri.

 

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Ora però, cari fratelli e sorelle, quanto desidero sottolineare – e che emerge con chiarezza, tra le altre cose, nell’intervento del signor Battiston – è questo: condivido il dolore dell’autore – dolore che molti di noi portano nel cuore in questo tempo difficile – ma non posso assolutamente fare mia la conclusione alla quale egli giunge.

 

E cioè, in sintesi: facciamo attenzione, cari fratelli e sorelle, a non posare troppo lo sguardo delle nostre anime sui peccati e le gravi incongruenze di certi uomini di Chiesa, e a fissarlo troppo poco – questo nostro sguardo interiore – su realtà sostanziali e fondamentali.

 

Mi spiego meglio: da Jorge Mario Bergoglio vengono impartiti insegnamenti eterodossi - vedi, ad esempio, la Fiducia supplicans -.

E il Corpo della Chiesa è ferito da molti gravi scandali e peccati.

 

Però sta di fatto che, attualmente, i Santi Sacramenti elargiti nella Chiesa Cattolica sono tuttora pienamente validi.

Cristo Signore, lo Sposo sempre Fedele e Veritiero, sta al timone della Sua Chiesa: la ama profondamente e non la abbandona.

E la Sua Parola a Pietro: “… le porte degli inferi non prevarranno contro di Essa” (Matteo 16,18) è immutabile e vera.

 

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Quindi, in conclusione, cari amici: che cosa risolverebbe la proposta avanzata dal signor Battiston in questi termini:


Tutto ciò mi sta progressivamente spingendo verso una decisione (…). Sto parlando di un pubblico atto, fatto dinanzi a uno o più sacerdoti o a un vescovo, con il quale disconoscere apertamente Jorge Bergoglio come papa manifestando al tempo stesso il mio totale rifiuto – da credente – di accettare con ubbidienza qualsiasi suo atto, dichiarazione o documento, fosse anche il contenuto di una prolusione ex-cathedra. L’obiettivo? Quello di ottenere automaticamente la scomunica da parte di questa congrega di eretico-criminali.

E conclude:

Per tutto questo e per molto altro ancora, mi sto convincendo sempre più che la strada per una concreta possibilità di Salvezza sia quella che passa per un luogo chiamato scomunica!

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No, carissimi.

Per quanto il panorama ecclesiale sia segnato da molte umane miserie, per amor di Dio: non è, lo ripeto col cuore in mano, non è uscendo dalla Chiesa Cattolica che noi risolveremo la profonda crisi che Essa sta attraversando.

Al contrario, il Signore ci chiama a rimanere figli e figlie della Sua Chiesa: giovandole realmente con la vita vissuta in Grazia di Dio e continuando – per certi aspetti, oggi più che mai – a testimoniare la Luce fulgente della Sua Verità, e del Suo Eterno – e vero – Amore Misericordioso.

Quell’Amore Divino che non si stanca di chiamare ciascuno di noi, poveri peccatori, a conversione.

 

Sabrina Luraschi Corbetta