Sabrina si rivolge a Cristina Scuccia

18 aprile 2023

 

Cara Cristina, ti giunga cordiale il mio saluto.

Prima di entrare nel merito di ciò che sento chiaramente in cuore di dirti, faccio tre brevi premesse; brevi ma necessarie, onde evitare spiacevoli fraintendimenti.

 

- Anzitutto preciso che se ho deciso di darti del tu, anche se non ci conosciamo, non è per mancanza di rispetto verso la tua persona, ma perché ti parlo con il cuore in mano. E questa modalità confidenziale mi è parsa dunque più opportuna.

 

- Poi aggiungo che non ti parlo, credimi, come una persona che ne guarda un’altra dall’alto in basso, ma al contrario come mi rivolgerei a una sorella, se l’avessi.

 

- La terza cosa che tengo particolarmente a precisare, è che ho deciso di rivolgermi a te in questa forma, confidenziale ma allo stesso tempo pubblica, per il fatto che quanto esporrò riguarda scelte che non appartengono alla tua vita privata (perché se così fosse stato, mai mi sarei permessa di parlarne su internet), bensì avvenimenti che sono ampiamente di pubblico dominio.

E, se è vero che riguardano te in prima persona, per le loro conseguenze spirituali e sociali vengono a influire anche sulla vita di molti altri fratelli e sorelle in umanità; e, non esclusi, anche i fratelli e le sorelle nella Fede in Cristo.

 

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Alcuni giorni fa, ho appreso dalla lista delle “ricerche di tendenza” (quella, per chi non lo sapesse, che appare in automatico all’apertura del motore di ricerca) che hai deciso di partecipare ad un reality.

Ho quindi trovato un’intervista che hai recentemente rilasciato ad un noto quotidiano nazionale: https://www.corriere.it/spettacoli/23_aprile_15/01-spettacoli-documentoccorriere-web-sezioni-b97e15d4-dae6-11ed-8ccb-9633461aaadc.shtml

 

Ci sono delle risposte, tra quelle che hai dato alla giornalista, le quali hanno suscitato in me dei seri interrogativi, che vorrei oggi pacatamente esporti.

Quelle che seguono sono riflessioni e domande che sono emerse nella mia mente e nel cuore, di credente e di donna, a seguito dell’attenta lettura di tale intervista.

 

Ma, prima di entrare nel merito, desidero farti una confidenza: non mi vergogno di dirti che ieri, quando ho visto su internet il video di quella che fu la tua professione perpetua dei voti religiosi, io ho pianto.

Questo perché, anche se, cara Cristina, nell’intervista affermi che “tu sei sempre tu”, sinceramente il contrasto che ho visto guardandoti mentre dicevi il tuo Eccomi al Signore alcuni anni fa ( https://www.youtube.com/watch?v=U9Cmx0ZKUlY ) e, d’altra parte, il modo in cui ti atteggi nel video col quale diffondi il tuo ultimo singolo… ecco, tale contrasto è stato talmente forte che ne ho acutamente sofferto.

 

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Dal titolo della tua più recente canzone Felicità è una direzione ero poi risalita, mediante una semplice ricerca in rete, al testo.  

Quando l’ho letto, confesso di non aver colto quale sarebbe il messaggio positivo che intendi trasmettere alle persone tramite questa canzone. Nell’intervista dici infatti che ami trasferire messaggi importanti con la musica.

Avevo pensato, quindi, a partire dal titolo che parla di felicità, che questo canto fosse “di contenuto”.

 

Dopo di ciò ho trovato, e visionato, il relativo video.

A questo punto, dato che hai affermato che sei tuttora pregna di quei valori a cui sei stata allenata sin da piccola, pacatamente chiedo: gentile Cristina, di quali valori stai parlando?

Perché certamente il tuo cuore – come ogni cuore umano – lo giudica solo Dio; ma quel che si vede nel video è ben altro che valori.

 

- Nell’intervista dici che, in merito alla proposta di partecipare a questo reality, avevi paura, che ci hai messo molto tempo, che venendo da una vita diversa (cioè quella religiosa) avevi molti dubbi; ma che poi hai capito che in qualsiasi contesto tu sei sempre tu con i tuoi valori.

 

Cara Cristina, ci tengo molto che tu sappia che chi ti parla non è una bigotta, né una legalista.

Quando si tratta di cambiamento di stato di vita sono completamente convinta che possano succedere dei fatti nella vita di una persona che le facciano comprendere che quel cambiamento di stato di vita è conforme alla Volontà di Dio: e quindi, in concreto, al vero bene, presente ed eterno, della persona che in tal modo decide.

Inoltre, questo non sono soltanto io a pensarlo: ci sono fior di libri seri di spiritualità cattolica che trattano di questo delicato e importante discernimento.

Cioè, detto in termini semplici: il cambiamento di stato di vita non è sempre un bene e non è sempre in modo assoluto un male.

Per poterne dare, nel singolo caso, una retta valutazione morale, è necessario operare un accurato discernimento che si basa su vari e rilevanti fattori.

Ma, evidentemente, questo mio audio non è realizzato per trattare di un argomento spirituale così complesso.

 

Desidero però dire almeno due cose:

 

- la prima: la paura, a cui fai riferimento nell’intervista, è sempre una cattiva consigliera; quindi, è giusto non bloccarsi in essa.

Ma, d’altra parte, cara Cristina: la soluzione per uscirne e per crescere, superando i propri limiti e timori, è mettersi in gioco in un reality di quel genere?...

 

- La seconda: Santa Teresa d’Avila, nei suoi scritti mirabili (nota: nel Libro della mia vita questa grande Serva di Dio tratta più volte di tale argomento), ha affermato che il Signore fa una grande grazia a coloro cui concede di vivere con persone buone, virtuose; lei stessa, con umiltà che è verità, afferma che quando frequentava persone buone migliorava, e quando invece ne frequentava di meno buone tendeva a peggiorare.

Se la grande riformatrice del Carmelo così si è espressa, non saremo certo noi più di lei!

Cioè voglio semplicemente dire che quel Cristo che non segue le mode del mondo - ieri come oggi e come sarà sempre, sino alla fine del mondo - esorta ciascuno di noi a evitare ciò che è male. Anzi, diciamolo pure nel modo più classico e preciso: a fuggire le occasioni prossime di peccato grave.

Mi sono permessa ricordartelo, come umilmente lo dico anche a me stessa – ché non sono perfetta, ma un’anima in cammino -, proprio perché tu dici di essere ancora pregna di quei valori che vivevi prima.

 

- Sono rimasta particolarmente colpita quando alla domanda se ti manca qualcosa di suor Cristina, hai risposto: “Nulla, a parte l’abito.”.

Tu che avevi trascorso vari anni nella vita religiosa, sai meglio di me, cara Cristina, che quell’abito non è solo un tessuto di stoffa cucita che riveste il corpo; ma ha un profondo significato religioso ed esistenziale: esso è un chiaro segno esteriore di appartenenza al Cristo, Dio e Sposo.

 

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- Affermi di provenire da un percorso di dolore, e questo merita molto rispetto e delicatezza.

Però non ti nascondo la mia perplessità nel leggere, come hai detto, che se mediante la tua vicenda anche una sola persona troverà il coraggio di cambiare la sua vita, ne sarà valsa la pena.

Ma cosa significa questo? Che consideri le scelte mondane che stai attuando un bene? Qualcosa che sarebbe auspicabile che anche altri facessero?

Il bene e il male, secondo te, sono tali a seconda di ciò che via via uno sente in cuore? (come una farfalla che vola di fiore in fiore) senza alcun riferimento morale oggettivo?

 

Hai scelto la carriera di cantante e - se ho ben capito, da quello che si legge in rete - per questa hai rinunciato alla vita religiosa.

Ma lascia che ti dica, con il cuore in mano, che da certi passaggi dell’intervista traspare che sei una persona tuttora in ricerca… facendo varie “esperienze radicali”: cerchi sì, ma che cosa?

E dove pensi di trovare quello che estinguerà la sete d’amore e di felicità che hai in cuore?

Cara Cristina, cosa può darti il mondo?

Suppongo che, nell’immediato, sia piuttosto esaltante ballare come hai fatto in quel video… Ma quando le luci del palcoscenico si spengono, cosa rimane?

 

Dato che, pur non conoscendoti di persona, mi è dato comprendere che, per certi aspetti, non stai percorrendo una via buona, ti auguro di vero cuore di rientrare in te stessa e di pensare attentamente alla direzione che stai dando alla tua vita; e, considerando inoltre che sei una persona famosa, e ormai donna, anche a quello che stai trasmettendo ad altri, giovani e meno giovani, con le tue scelte pubbliche attuali.

 

- Sempre in tale intervista, affermi di essere una persona riservata; che per non urtare le sensibilità indosserai in questo reality una versione del costume rivisitata, dei pantaloncini e non il bikini…

Sinceramente, in che cosa consista la tua riservatezza, cara Cristina, io non sono riuscita a capirlo.

Infatti, come si può dire di essere una persona riservata quando si partecipa ad un programma tv di tal genere? Come si coniugano le due cose? Te lo chiedo pacatamente.

 

Inoltre: spesso, di noi donne, parlo in generale (come ti fa notare anche la giornalista), viene giudicato il corpo.

E ciò costituisce, in questa società schiava dell’apparire e di mille deludenti vanità, un notevole depauperamento e svilimento della persona umana.

 

Certamente ognuno che sia maggiorenne è libero di agire come meglio crede; ma permettimi di dirti, cara Cristina, che è veramente una cosa che dà molto dolore al cuore constatare la grande morbosità di cui quel mondo ti sta circondando, e la malizia con la quale sarai guardata in tv da chissà quante persone: maschi, ma non escluse certe femmine; malizia accresciuta in modo esponenziale, in certe anime corrotte, per il fatto che in passato eri stata un’anima consacrata al Signore.

 

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- Non oserei mai paragonare i sacrifici che si affrontano nella vita religiosa a motivo della professione dei voti di povertà, castità e obbedienza, alle “privazioni” alle quali si sottopongono gli ospiti di questa alquanto discutibile isola televisiva… anche questa tua affermazione lascia basiti.

 

- Quando poi ti vien chiesto se ti piacerebbe partecipare al festival di Sanremo, rispondi in modo affermativo, aggiungendo che metti tutto nelle mani della provvidenza.

 

La Divina Provvidenza, a me è stato giustamente insegnato, si occupa – e provvede, appunto – a riguardo di cose serie.

Essa viene invocata con fede per implorare la soluzione positiva di situazioni umanamente gravi, e magari anche particolarmente intricate.

 

Dio - il Dio di Gesù Cristo - non opera certo al fine che tu riesca a cantare a Sanremo…

 

Anche il riferimento al Natale nel testo del tuo ultimo singolo non è rispettoso di Dio e della Religione.

 

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Quello che ti dico in conclusione, cara Cristina, non riguarda te sola: è un modo distorto di valutare del quale molte persone sono schiave (magari senza neppure esserne chiaramente e pienamente consapevoli).

Il punto è questo: si sta spesso a vedere cosa dice la gente: “Cosa penseranno le persone se adesso mi comporto così, mentre prima erano abituate a vedermi in un altro modo…”.

 

Ma la Persona più importante di tutte – l’Unico Vivente in mezzo a tanti morti: il Signore, del Quale abbiamo compassionato le atroci sofferenze, patite per noi tutti, nella Settimana Santa da poco rivissuta; e che ora, nel glorioso Tempo di Pasqua, lodiamo, esaltiamo e magnifichiamo risorto e sempre Vivo per intercedere per ciascuno di noi presso il Padre Suo dolcissimo -, questo Gesù, cara Cristina, Colui al Quale ti eri spiritualmente sposata con la professione perpetua, ti sei chiesta che cosa pensi Lui adesso?...

 

 

Ti ho confidato, nella prima parte di questo audio - che ho sentito fortemente in animo di realizzare - il mio pianto… ho motivo di credere che quello del Signore Gesù, il dolore del Suo Cuore Sacratissimo, al vedere certe cose… sia molto più intenso, profondo e forte.

 

Il Creatore ti ha fatto dono di una bella voce, ma non è così che Lui si attendeva che tu l’usassi.

 

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Cari fratelli e sorelle.

Il mondo inganna: attrae molti con le sue effimere seduzioni; ma il demonio, e coloro che hanno scelto di appartenergli, sono così: ti usano e poi, quando non servi più ai loro fini, ti buttano via.

 

Il Signore Gesù, ricco di Infinita e inesauribile Bontà, al contrario, è sempre pronto a riaccoglierci: quando riconosciamo umilmente di aver sbagliato e ci mettiamo in cammino per ritornare al Suo Cuore.

 

Domenica 16 aprile abbiamo festeggiato con la Chiesa Sposa, la Festa della Divina Misericordia. 

Gesù stesso disse a Suor Faustina:

 

«L'umanità non troverà pace finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia».

 

(Dal “Diario” di Santa Faustina Kowalska)

 

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Cara Cristina; lo Spirito Santo ti illumini a comprendere la sincera benevolenza che mi ha ispirata a parlarti come ho fatto; nonostante tutte le critiche e le derisioni a cui andrò incontro a causa di ciò.

 

Ti auguro sinceramente ogni vero bene.

 

Sabrina