Coroncina di riparazione a Dio

e per implorare la grazia 

dell'eterna salvezza



Santa Quaresima 2023

 

Sia lodato Gesù Cristo!

 

Care sorelle e cari fratelli, la Pace del Signore sia con voi.


Prima di tutto, preciso che la Coroncina che vi invito ad elevare a Dio, non è stata “inventata” da me; infatti, è composta anche da una giaculatoria già esistente: la preghiera che si eleva sui grani piccoli, la quale è una abbreviazione di quella che Nostra Signora del Rosario insegnò, nel corso della terza Apparizione, il 13 luglio 1917 (vedi: https://www.fatima.pt/it/pages/narrativa-delle-apparizioni- ), dopo aver mostrato ai tre pastorelli la tremenda realtà dell'Inferno eterno, in cui cadono i poveri peccatori.

 

***

 

Ho sentito in cuore di comporla nel seguente modo.

 

Si usa una corona del Rosario della Beata Vergine Maria:

 

- sui grani grossi, si dice:

 

“Eterno Padre, io Ti offro la Persona di Tuo Figlio – il Tuo eterno Amante Gesù Cristo – in riparazione di tutti i delitti, i peccati, le miserie di noi uomini, e soprattutto di coloro che sono più lontani dal Tuo Cuore Amante e Buono.”

 

- sui grani piccoli, si ripete per dieci volte:

 

“O mio Gesù, perdonaci, liberaci dal fuoco dell’Inferno, porta in Cielo tutte le anime.”

 

- Al termine della corona, si ripete per tre volte:

 

“O Maria, Madre col Cuore alla Croce confitta, prega per noi.”

 

- Quindi, si conclude dicendo:

 

“Benediciamo il Signore.

Rendiamo grazie a Dio.”


 




Annotazioni sulla Coroncina di riparazione a Dio

 



 

“Eterno Padre, io Ti offro la Persona di Tuo Figlio – il Tuo eterno Amante Gesù Cristo – in riparazione di tutti i delitti, i peccati, le miserie di noi uomini, e soprattutto di coloro che sono più lontani dal Tuo Cuore Amante e Buono.”

 

Questa accorata preghiera è invito a contemplare il nesso profondo che unisce l’Eterno Amore che è – da sempre e per sempre – tra il Padre e il Figlio, e l’Opera della Redenzione di tutti gli uomini e le donne (di ogni tempo e di ogni luogo), attuata dalle Tre Divine Persone: in perfetta Unità e Ciascuna nelle operazioni Sue proprie:

 

1°) Il Padre: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna.” (Gv 3,16)

 

2°) Il Figlio – per amore di Dio Padre e delle umane creature decadute nel peccato, e da esso profondamente deturpate – vuole e desidera offrire tutto Sé stesso nell’Immolazione cruenta della Morte, la più disonorevole: la Crocifissione.


Il Cristo del Signore, infatti, afferma: “Per questo il Padre mi ama: perché Io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da Me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio.” (Gv 10,17-18)

 

3°) Lo Spirito Santo - il Vincolo eterno di Infuocata Carità che ineffabilmente congiunge il Padre e il Suo Verbo glorioso – è l’Amore stesso.

La Sorgente eterna che anima tutte le Opere Trinitarie, e segnatamente quella - sopra ogni altra sublime - della Redenzione del genere umano.

Lo Spirito Santo è l’Essenza stessa dell’Unico e Trino Signore: “Dio è amore. (1Gv 4,8)


 

 


 

1) “O mio Gesù”.

 

O dolcissimo e soavissimo Nome, Delizia eterna degli Angeli e dei Beati in Cielo!

 

Ma anche noi che siamo tuttora pellegrini in questo esilio, possiamo invocare così il nostro Signore e Dio: perché Lui è nato, ha patito, è morto ed è risorto per ciascuna persona umana.

Ognuno di noi può dunque dire, con tutta verità: “Per me”.

 

PregandoLo con le parole: “O mio Gesù”, in semplicità d’animo e con viva fede, riconosco che Dio è il mio Salvatore e il mio Redentore.

 

 

2) E, infatti, questa Coroncina continua con l’implorazione: “perdonaci”.

Poiché io chiedo perdono per i miei peccati; ma l’anima credente non può certo dimenticare di essere, nel contempo, anche parte del corpo mistico di Cristo.

 

E così, come nel Pater il Signore Gesù ci ha insegnato a rivolgerci a Dio chiamandoLo Padre nostro, in questa Coroncina di riparazione, il cuore medita che siamo tutti poveri peccatori – chi più, chi meno: questo lo giudica Dio – e si apre alla fervente ed umile richiesta di perdono per ogni anima – comprese quelle che stanno espiando in Purgatorio – e prega: “perdonaci”.

 

 

3) Continuiamo supplicando: “liberaci dal fuoco dell’Inferno”.

 

A prima vista questa petizione potrebbe sembrare espressa in modo molto imperfetto; il verbo “preservaci” parrebbe più indicato.

 

Infatti, una volta che un’anima sia caduta di sua propria volontà nell’abisso infernale – poiché ha deciso di ostinarsi sino alla fine della vita sulla terra in uno stato di consapevole, deliberata e radicale opposizione a Dio: ciò che nella autentica Dottrina Cattolica definiamo peccato mortale ed impenitenza finale – è certo che non vi è più alcun rimedio per essa. Ne vi sarà mai.

Sottolineo questo, dato che della tremenda realtà dell’Inferno – dogma di Fede – quasi mai nessuno ha il coraggio di parlare ai giorni nostri.

 

Secondo la Fede Cristiana Cattolica, l’Inferno è eterno: non avrà mai fine nei suoi inenarrabili tormenti, per ogni anima che - rifiutando Dio Amore Misericordioso - ha scelto di precipitarsi in tale abisso orrendo e tenebroso.

 

 

Quando, elevando questa Coroncina, preghiamo il Signore Gesù con le parole: “liberaci dal fuoco dell’Inferno”, intendiamo senza dubbio implorarLo affinché ci preservi dalla dannazione eterna; ma non solo.

 

Vogliamo, con questa petizione, esprimere anche i seguenti concetti:

 

- la persona che commette peccato mortale, si trova già di fatto, almeno per certi aspetti, a vivere fin da questa terra in una condizione “infernale”.

Poiché, consentendo alla colpa grave, l’anima si è separata dalla Carità Divina; ha perso la Sua Santa Grazia, cioè lo stato di amicizia con Dio.

Compiendo ciò che è male, e male grave, al cospetto del Signore – secondo la Sua Santa Legge: Legge di Sapienza e di Vita vera – si è resa schiava dei demoni. Rigettando il giogo soave di Cristo, il peccatore si è imposto da sé stesso il giogo di ferro – atroce, tormentoso e schiavizzante – del diavolo.

 

- Il peccato poi, anche quando sia sopravvenuta la Confessione delle colpe gravi e l’anima sia dunque ritornata nello stato di Grazia santificante – cioè nella partecipazione, nel vincolo dello Spirito Santo che la inabita, alla Vita Divina: quella stessa Vita che nel Santo Battesimo ci è stata donata: grazia inestimabile! – lascia però, ordinariamente, delle conseguenze in colui/colei che lo aveva deliberatamente voluto: di fatto, o preferendo a Dio un bene inferiore e transeunte, o praticando qualsiasi genere di malvagità o di grave omissione.

Rimangono nell’anima dei disordini che devono essere risanati: affinché la persona, che aveva offeso l’Amore, possa tornare ad amare Dio con tutto il cuore e al di sopra di ogni cosa.

 

- Certamente il Signore ha perdonato l’anima che si è sinceramente pentita del male commesso: il Sangue di Cristo l’ha efficacemente lavata mediante la Sacra Assoluzione, impartita dal sacerdote cattolico.

Le colpe – anche quelle più gravi e nefande - una volta che siano state validamente assolte, sono cancellate: dinanzi a Dio non ci sono più.

 

- Ma il danno e i disordini - tristi conseguenze che i peccati hanno lasciato nell’anima - richiedono una riparazione anche da parte del penitente: ecco, dunque, la necessità della conversione, dell’ascesi cristiana, della preghiera, della penitenza; e delle opere di misericordia, spirituale e corporale.

Giova ricordare che “la carità copre una moltitudine di peccati.” (1Pt 4,8)

 

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A questo punto, gradisco sottolineare due aspetti primari:

 

- il primo: sappiamo - ed è, questo, un Immenso Dono! per il quale non ringrazieremo mai a sufficienza Dio Redentore – che la principale Riparazione ed Espiazione di tutti i peccati del mondo è stata operata dal Signore Gesù, con la Sua dolorosissima Passione e la Sua Morte in Croce.

Ma siamo pure consapevoli – come ci insegna l’Apostolo Paolo – che c’è la necessità di cooperare all’opera di salvezza (nostra e altrui) completando in noi stessi ciò che manca ai patimenti di Cristo (Col 1,24);

 

- il secondo: è bello e consolante – dona gioia al cuore - pensare che convertirsi significa volgersi verso la Luce, che è Dio stesso.

 

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Ecco perché, cari fratelli e sorelle, imploriamo Gesù Salvatore con le parole: “liberaci dal fuoco dell’Inferno”.

Cioè non solo – cosa, questa, primaria – dal totale, rovinoso fallimento della vita, che è la dannazione eterna, dopo la morte corporale.

 

Ma liberaci, o Signore, anche da quel fuoco interiore che i pensieri e gli atti cattivi hanno acceso nell’anima peccatrice, che aveva consentito alle passioni malvagie.

Ad esempio: il fuoco dell’ira, dell’odio e del rancore; le fiamme infernali aizzate dai vizi impuri; il triste e satanico fuoco dell’invidia; la fiamma smorta della tiepidezza nel servizio di Dio e della pigrizia nell’adempimento dei doveri del proprio stato.

 

 

4) Eleviamo quindi il cuore e la mente alla vera Patria, e preghiamo: “porta in Cielo tutte le anime”.

 

Sì, mio Signore: portaci tutti Lassù, in Paradiso.

Là ove Tu, o Pietosissimo, accogliesti il buon ladrone: colui che, consapevole della propria colpevolezza e allo stesso tempo fiducioso nella Tua sconfinata Bontà, Ti supplicò nell’Ora del Tuo supremo Martirio.

 

Tu ci hai creati, o Dio, per Te.

E solo in Te – quaggiù nella Grazia e in Cielo nella Gloria – noi possiamo essere nella vera Pace e nella autentica Gioia: doni del Tuo Santissimo Spirito.

Tu solo, Signore – Eterno Oceano di Carità -, puoi estinguere quella sete di vero e puro amore che abbiamo in cuore. Così sia!

 

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5) “Maria, Madre col Cuore alla Croce confitta”.

 

Ci rivolgiamo per tre volte – tre volte in onore della Trinità Eterna – a questa Madre dolcissima, e La imploriamo primariamente in quanto Corredentrice, con Cristo – Suo Dio e Suo Figlio -, poiché noi crediamo per fede che Maria è la Tutta Santa: Colei sulla quale satana mai poté, neppure minimamente, prevalere.

L’Immacolata è tutta splendore di Grazia.

 

RivolgendoLe dunque le parole suddette, facciamo umile e devoto appello a tutto il dolore mistico che Ella patì, durante la Passione redentrice del Figlio, e, in special modo, nel tempo in cui stette accanto al Divino sanguinante Crocifisso.

 

Imploriamo Maria Addolorata, perché, con confidenza di figli, nutriamo limpida speranza che, mediante la Sua materna intercessione, il Signore ci elargirà le immense grazie della sincera conversione a Lui, della perseveranza finale e della Vita eterna: la giovinezza eterna, in perenne, luminosa e beatifica Comunione di Amore con le Tre Divine Persone.

 

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6) “Benediciamo il Signore. Rendiamo grazie a Dio.”.

 

La Coroncina si conclude con questa semplice e sintetica formula di lode e di ringraziamento alla Santissima Trinità, perché siamo convinti che quanto abbiamo chiesto - elevando queste suppliche con cuore sincero, ed essendo le domande presentate conformi alla Volontà di Dio – ci sarà donato.

 

Il Divino Maestro, nelle pagine immortali del Vangelo, ci conforta: “Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato.” (Mc 11,24)

 

O Infinita Misericordia del Sacro Cuore di Gesù, noi confidiamo in Te!


 

Sabrina Luraschi Corbetta