A seguito della rimozione

di S.E. mons. Strickland

 

Sant’Alberto Magno, Vescovo e dottore della Chiesa - 15 novembre 2023

 

Sia lodato Gesù Cristo!

 

Cari fratelli e sorelle nel Signore, la Pace di Cristo dimori nei vostri cuori.

 

In questi giorni ho avuto modo di leggere vari articoli riguardanti la deposizione dal governo pastorale della diocesi di Tyler (USA) del Vescovo mons. Joseph Strickland; rimozione ad opera di papa Francesco.

 

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In merito a questa vicenda, desidero riaffermare per parte mia quanto già detto pubblicamente dal Cardinale Muller: https://rorate-caeli.blogspot.com/2023/11/cardinal-muller-on-stricklands-sacking.html ; e cioè, in estrema sintesi: il provvedimento attuato nei confronti di questo Vescovo texano è chiaramente un abuso del Diritto Divino dell’Episcopato.

 

L’ennesimo abuso commesso da Jorge Mario Bergoglio – certo non da solo – verso persone che - giustamente: per fedeltà alla perenne Verità di Cristo - non accettano di omologarsi al cosiddetto nuovo corso bergogliano e “sinodale”.

 

Persone, tra le quali ci sono anche pastori della Chiesa Cattolica (com’è nel presente caso), che pubblicamente dissentono dalle posizioni: sostanzialmente eretiche e in discontinuità con il vero Magistero della Chiesa, portate avanti da colui che attualmente siede sul soglio petrino, a quanto appare in modo sempre più arrogante e autoritario.

 

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Tra gli articoli accostati su tale argomento, quello del dottor Geneletti, pubblicato in data 12 novembre: https://www.varesenews.it/2023/11/sei-licenziato-firmato-papa-francesco/1764512/ , ritengo richieda una pacata parola di chiarimento.

 

A scanso di qualsiasi spiacevole fraintendimento, premetto a quanto sto per esporre che in me non vi è alcuna intenzione polemica.

Semplicemente, desidero sia chiaro che non si possa trarre, da questa deplorevole ed ingiusta rimozione di un Vescovo cattolico, una lezione di leadership aziendale, come appunto propone il dottor Geneletti.

 

Infatti, la Chiesa fondata da Gesù Cristo - come voluta da Dio stesso - non è un’azienda profana nella quale il consiglio direttivo possa decidere, fondandosi più o meno su valori etici, quali fini perseguire e quali mezzi adottare per incrementare il bilancio attivo.

 

Il papa – nel caso presente Jorge Mario Bergoglio – non può arbitrariamente “decidere lui” le regole in base alle quali un Vescovo vada rimosso.

 

E, in primis, non può assolutamente arrogarsi il diritto di cambiare, secondo le mode del mondo e del momento, la Legge Divina: proprio perché la Chiesa che Gesù Cristo stesso ha voluto fondare non è una qualsiasi “organizzazione democratica” nella quale ciò che pensa la maggioranza diviene decisione e, conseguentemente, azione pratica: prassi volta al conseguimento di un dato fine.

 

In modo particolare, faccio ora riferimento a queste affermazioni tratte dall’articolo su menzionato:

 

Rispetto per l’autorità e le decisioni: Quando i leader sfidano apertamente le decisioni e le direttive delle autorità superiori, aprono la porta a tutti per fare lo stesso e questo può portare alla confusione, al limite al caos, e certamente all’inefficienza del funzionamento operativo.

 

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Ritengo, cari fratelli e sorelle, che la questione – che concerne, appunto, non una qualsiasi realtà aziendale, ma, purtroppo! lo stato in cui versa, in questi anni, la Chiesa Cattolica – vada considerata esattamente nei termini opposti a quelli proposti da questo giornalista.

 

Cioè, detto in parole semplici: la prova che, come cristiani cattolici, stiamo attraversando è estremamente grave, nonché molto dolorosa: poiché è precisamente il papa – quindi la massima autorità visibile a capo della Chiesa Cattolica - colui che, in aspetti per niente affatto secondari, sta (e non da un giorno) creando confusione, proprio perché lui per primo è infedele al sacro mandato ricevuto da Cristo: di confermare i fratelli nella vera Fede.

 

“Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la Mia Chiesa…” (Matteo 16,18-19) disse il Signore a Simone figlio di Giona, quando lo costituì a capo della Sua Chiesa.

Sì, tu che sei il papa sei - per Volontà dell’Eterno - la pietra sulla quale Nostro Signore desidera si edifichi il tempio santo, fatto di pietre vive – persone battezzate che vivono in Grazia di Dio – in cammino sulla terra verso la Meta ultima: il Cielo.

 

Ma non dimentichiamo che poco dopo (Marco 8,31-33) è lo stesso Cristo a dire a Simon Pietro: “Lungi da Me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini.”; e questo avviene precisamente quando l’Apostolo non si pone alla sequela dell’unico Divino Maestro, Gesù Cristo; ma, al contrario in quel momento – proprio lui che sarà il primo papa – rimproverando il Signore, si fa in certo modo ministro del diavolo, poiché di fatto rifiuta lo scandalo della Croce.

 

Il papa – qualsiasi papa validamente eletto – edifica la casa per eccellenza del Signore: che è la santa Chiesa, nella misura in cui fonda il proprio insegnamento magisteriale sulla Roccia eterna, che è Cristo Signore, vero Dio e vero uomo.

La Roccia fortissima - invincibile - che è Gesù Cristo, l’unico Salvatore degli uomini. Colui che si è volontariamente umiliato fino alla morte di croce per rialzare la Sua creatura prediletta: l’uomo, caduto in potere del peccato e della morte.

 

Cristo solo è veramente quella Pietra che, scartata dai costruttori, è divenuta Pietra angolare (Salmo 117,22).


Quindi: l’insegnamento petrino - di oggi e di sempre - è da accogliere solo nella misura in cui esso è fedele all’immortale Vangelo del Figlio di Dio.

Tutto il resto viene dal maligno, che è il padre della menzogna, l’autore di ogni eresia e maestro di rovinosi inganni: e, come tale, va completamente rigettato.

 

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In conclusione, cari fratelli e sorelle: siamo chiamati a pregare con viva fede, e con fervente amore a Dio e alle anime, affinché il Signore - Dio Misericordioso e Pietoso - si degni presto intervenire, secondo i Suoi benevoli disegni, a porre rimedio al vero e proprio sfacelo perpetrato in ambito dottrinale, morale, e quindi pratico, da Jorge Mario Bergoglio e da tutti coloro che sostengono e avallano quelle che sono le sue palesi e ostinate posizioni eterodosse.

 

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Il Sacro Cuore, infiammato di ardente Carità per ciascuno dei Suoi figli, tocchi le loro anime, sì che essi si ravvedano e compiano santamente quell’alto e sacro ministero a cui l’Eccelso li ha, con incommensurabile Bontà, chiamati.

Alla maggior gloria di Dio, per la consolazione del Cuore Santissimo di Gesù Redentore e per il vero bene delle anime immortali, che Cristo ha riscattato col Sangue Suo Purissimo.

 

Così sia.

 


Sabrina Luraschi Corbetta