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Oskar Schindler (Svitavy, 28 aprile 1908 – Hildesheim, 9 ottobre 1974) è stato un imprenditore tedesco, famoso per aver salvato durante la seconda guerra mondiale circa 1.100 ebrei dallo sterminio (Shoah), con il pretesto di impiegarli come personale necessario allo sforzo bellico presso la sua fabbrica di oggetti smaltati, la D.E.F. (Deutsche Emaillewaren-Fabrik), a Cracovia.
Nacque in Austria-Ungheria, successivamente visse in Cecoslovacchia, assieme alla popolazione di lingua tedesca. Dopo l'annessione di questa alla Germania nazista si trasferì a Cracovia. Qui produsse pentole e, in seguito, munizioni. Inizialmente, solo a scopo di lucro decise di sfruttare il lavoro sottopagato degli ebrei. Ma, in seguito, iniziò a difendere attivamente i suoi operai ebrei.
Sostenendo che alcuni lavoratori (spesso incompetenti) erano essenziali per il buon andamento della fabbrica, e qualsiasi danno che veniva fatto loro risultava per lui un danno con richieste di risarcimento al governo, e grazie alle sue buone conoscenze e corrompendo ufficiali nazisti, riuscì a far lavorare circa 1.200 lavoratori ebrei.
Quando dovette assistere al rastrellamento del 1942 nel ghetto di Cracovia e all’uccisione selvaggia degli ebrei, utilizzò ancor più le doti di diplomatico di cui era in possesso per salvare i suoi operai. Si accordò con Amon Göth, il comandante del campo di concentramento di Cracovia, per il trasferimento di 900 ebrei nell'adiacente complesso industriale, dove sarebbero stati relativamente al sicuro dalle angherie delle guardie tedesche.
Quando l'Armata Rossa era ormai prossima a liberare Cracovia, i tedeschi distrussero i campi e uccisero gran parte degli internati. Schindler, tuttavia, riuscì a spostare 1.100 "lavoratori" in una fabbrica a Brunnlitz in Cecoslovacchia, sottocampo del complesso di Gross-Rosen (ottobre 1944).
Nel trasferimento, il convoglio della forza lavoro femminile, che partì a distanza di una settimana da quello maschile, venne deviato per un errore burocratico al campo di concentramento di Auschwitz. Schindler riuscì tuttavia a farselo restituire, e tutte le donne raggiunsero definitivamente Brunnlitz, dove vennero poi liberate nel maggio del 1945.
Alla fine della guerra Schindler riuscì a emigrare in Argentina. Ritornò in Germania solo nel 1958. Visse in povertà gli ultimi anni della sua vita, riuscì a sbarcare il lunario solo grazie all'ospitalità ed al sostegno economico di alcuni degli ebrei che aveva salvato.
Sepolto a Gerusalemme, sulla sua lapide è scritto il titolo di “Giusto tra i giusti” (massima onorificenza israeliana) per l’eroico indimenticabile salvataggio di quei 1200 ebrei.