"Per la strada vidi una ragazzina che tremava di freddo, aveva un vestitino leggero e ben poca speranza in un pasto decente... Mi arrabbiai e dissi a Dio: perché permetti questo? perché non fai qualcosa?
Per un po' Dio non disse niente. Poi improvvisamente quella notte mi rispose: Certo che ho fatto qualcosa. Ho fatto te!"
(da Bruno Ferrero, Diventare grandi)
Anche quest'anno partiamo da una nuova (possibile) origine della parola "Religione".
Infatti, pochissimi intellettuali propongono anche, come origine della parola "religione", il verbo latino
re-(e)ligere
(con crasi di una delle due "e"), così da adottare come possibile traduzione della parola Religione "eleggere", cioè
SCEGLIERE.
Per cui religione sarebbe la capacità di saper scegliere...
Se così fosse, quest'ultimo anno della secondaria di primo grado avremo il pretesto per aprire una riflessione su un fondamentale compito dell'uomo adulto: quello di saper scegliere. Ma scegliere cosa?
"Religione" non mette la sua attenzione su che cosa noi faremo da grandi, ma aiuta a imparare a scegliere chi vorremmo essere da grandi (onesti o disonesti? buoni o cattivi?), come vorremmo vivere la nostra vita, cosa è veramente bene per noi.
Insomma, Religione insegna a stabilire il proprio PROGETTO esistenziale. La parola progetto deriva da pro - gettare, cioè stabilire le fondamenta della nostra vita, su che cosa decidiamo di far poggiare la nostra vita, per che cosa viviamo, per che cosa vale la pena di vivere.