Che Gesù sia un personaggio storico importante e positivo, un grande maestro di vita, sono tutti d'accordo. Qualcosa invece spacca la storia: che Gesù di Nazaret sia realmente risuscitato dopo morto, come dicono i suoi seguaci. Troppi dubbi, troppe domande: perché, per esempio, se era così famoso, è poi stato arrestato? Com’è veramente morto? e dov'è sparito il suo cadavere? Il suo cadavere, scomparso dopo la morte, è stato rubato dalla tomba? O forse era stato messo nel sepolcro ancora vivo, mentre lui era come svenuto? oppure è davvero risorto, cioè morto e poi tornato in vita (una cosa, certo, incredibile)?
Sappiamo che durante la festa di Pesah del 784 a.U.c. (cioè dalla fondazione di Roma, o 30 d.C.) Gesù di Nazaret viene arrestato e portato dinanzi al procuratore romano Ponzio Pilato con l'accusa di essere un terrorista (sovversione contro l'imperatore). Gesù si trovava a Gerusalemme per la Pesah e aveva affittato una stanza per celebrarla con i suoi amici, non essendo loro della città. Dopo la cena, Gesù si reca con i suoi discepoli in un giardino (un orto di ulivi, detto Getsemani) per dormire gratuitamente. Qui viene arrestato (grazie alla soffiata di uno dei 12, Giuda) e portato dinanzi ai sacerdoti del Tempio per trovare un’accusa plausibile per metterlo a morte. E con quell’accusa viene portato davanti a Pilato, l'indomani, all'alba.
Subito Pilato capisce la sua innocenza, ma per non scontentare la folla autorevole, fa flagellare l'imputato. Il flagello era una pena inflitta con una specie di frusta a più fili di cuoio alla fine dei quali c’erano pallini di piombo o chiodi ricurvi che infliggevano dolorosissime ferite (spesso il candidato moriva sotto i colpi ripetuti). Ma Gesù non muore e viene riportato da Pilato con in testa una corona (quale burla della sua regalità) di spine infitte nel capo e nella faccia.
Pilato cerca di rimetterlo in libertà, ma nel frattempo la folla è cresciuta ed è stata istruita a gridare: "A morte!". Neppure il tentativo di barattarlo con un pericoloso condannato (Barabba) riesce a farle cambiare idea. Gesù è condannato a morte!
La pena capitale romana era la decapitazione per i ricchi e i romani, o la crocefissione per i criminali e i poveracci. Gesù è caricato sulle spalle del patibolo (il pezzo di legno trasversale) e percorre qualche chilometro per le vie della città insultato, spinto, sputato, colpito con pietre, ecc. Con lui, altri due criminali. Giunge su una collinetta che sovrasta la città e ben visibile, detta Golgota (per i suoi molti scheletri), luogo dove si trovava infilzata la palizzata a cui sarebbero stati appesi i condannati.
Sono circa le nove del mattino: i condannati vengono completamente denudati e inchiodati (o legati) alla sbarra orizzontale e issati alla palizzata. I chiodi non erano che una crudeltà un più ma non la vera pena: il supplizio era rimanere appesi per giorni senza cibo, acqua, sotto il sole cocente, mangiati dagli animali, fino al sopraggiungere della morte per soffocamento, o per collasso.
Verso le ore tre del pomeriggio Gesù spirò. Ma quella sera sarebbe iniziata la festa di Pesah. E così verso le cinque del pomeriggio, i sacerdoti chiedono a Pilato che i corpi potessero essere tolti dalla vista della città. Pilato incarica dei soldati per tagliare le gambe ai condannati e finirli. Gesù, però, che appare già morto, riceve un colpo di lancia al costato dal quale escono (secondo i testimoni) sangue (e allora era vivo?) e acqua. Acqua poteva uscire solo dal muscolo diaframmatico, che sostiene cuore e polmoni, trasformando così in colpo mortale.
I condannati venivano di solito lasciati in pasto ai cani randagi. Gesù, però, viene comprato da un ricco cittadino (Giuseppe d'Arimatea) che gli dà sepoltura nel suo ancora nuovo giardino privato. La sepoltura avveniva immergendo per qualche ora il cadavere in una vasca piena di oli per imbalsamazione e poi fasciato con due teli, uno sulla testa e uno avvolgente l'intero corpo, più volte allacciati; infine messo dentro il loculo nella roccia. Una pietra ostruiva l'ingresso dell'ambiente per impedire agli animali di cibarsene. Inoltre, gli ebrei avevano voluto mettere dinanzi all'ingresso per quella notte anche delle guardie per evitarne il furto.
Passa lo Shabat di Pesah. L'indomani mattina, all'alba, due donne del gruppo di Gesù vanno alla tomba per finire le operazioni di sepoltura, troppo rapidamente interrotte a causa del calar del giorno. Ma trovano la tomba vuota e corrono a Gerusalemme dai discepoli per avvisarli. I discepoli (i primi sospettabili per un eventuale furto) cadono dalle nuvole e pensano anch'essi che qualcuno abbia violato la sacralità dei defunti rubando il cadavere. Pietro e Giovanni vanno a controllare. E qui…
...trovano qualcosa che non torna. Riflettiamo: se qualcuno avesse rubato il cadavere avrebbe lasciato i teli alla rinfusa oppure gli avrebbe portati con sé; se invece il presunto cadavere si fosse risvegliato da una morte solo apparente (coma, svenimento), gli apostoli avrebbero trovato i teli strappati dallo stesso mentre ne usciva da dentro. Invece, i teli sono esattamente nello stesso posto dove erano stati messi due giorni prima, dentro il loculo, perfettamente stesi, e ancora allacciati come si usava; addirittura il sudario del capo era ancora all'interno del telo grande...(N.B.: noi, chiamiamo quel telo Sindone)
Quella sera dopo il Sabato Gesù appare ai discepoli che stavano per cenare nella stanzetta che li aveva ospitati due giorni prima (la stessa dell'ultima cena). Passa attraverso il muro (fantasma?) ma prende in mano pane e calice del vino (corpo?). Manca Tommaso che dubiterà della parola dei suoi compagni. Ma otto giorni più tardi, ancora durante la sera dopo il Sabato, Gesù riappare loro (fantasma o corpo?) e rivolto a Tommaso lo invita a credere in lui. Tommaso reciterà così la prima, stupenda, preghiera della storia del cristianesimo: "Mio Signore e mio Dio!"…
Per loro è evidente: Gesù è Dio!