MANDELA

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Nelson Rolihlahla Mandela (Mvezo, 18 luglio 1918 – Johannesburg, 5 dicembre 2013) politico sudafricano e primo presidente a essere eletto dopo la fine dell'apartheid nel suo Paese.

Mandela è il cognome assunto dal nonno. Il nome "Rolihlahla" (letteralmente "colui che provoca guai") gli fu attribuito alla nascita; "Nelson" gli fu invece assegnato alle scuole elementari. Il nomignolo Madiba era il suo nome all'interno del clan di appartenenza.

A 23 anni, per non sottomettersi all’obbligo di sposare una ragazza scelta dalla sua tribù, fugge a Johannesburg dove studia Legge e si unisce all’Africa National Congress, il partito di opposizione alla politica di negazione dei diritti della popolazione nera, fornendo assistenza legale gratuita ai confratelli neri oppressi dalle leggi razziali.

Venne arrestato diverse volte, fino al 1960 quando abbracciò la lotta armata, studiando campagne di sabotaggio contro l’esercito e obiettivi di governo. Arrestato ancora nel 1962, viene condannato a 27 anni di carcere. Rifiutando ogni compromesso di rinnegare la lotta in cambio di una riduzione di pena, restò in carcere fino alla fine della pena. Durante questo periodo di detenzione però arriva a credere in una lotta non violenta, rinnegando la violenza armata come soluzione dei problemi.

Rilasciato dopo pressioni internazionali nel 1990, divenne il leader del movimento anti-apartheid e dell'attivismo anti-segregazionista e del suo partito, l'African National Congress (ANC), ed ebbe un ruolo determinante nella caduta del regime sudafricano.

Concorse contro l’allora presidente De Klerk e vinse le elezioni divenendo presidente del suo paese nel 1994, nelle prime elezioni multirazziali del Sudafrica, rimanendo in carica fino al 1999. Ma dimostrò grande coraggio e apertura chiedendo proprio all’antagonista di fare da vice presidente.

Così, insieme al presidente Frederik Willem de Klerk, co-protagonisti dell'abolizione dell'apartheid di inizio anni Novanta, ottenne il premio Nobel per la Pace nel 1993. Soprattutto incentrò la sua azione politica sull’abbattimento delle leggi razziali e l’equilibrio pacifico internazionale.

Dopo aver lasciato la carica di presidente nel 1999, continuò instancabile la sua lotta a favore dei diritti umani, divenendo in breve l’uomo più conosciuto e amato del pianeta.

Morì il 5 dicembre del 2013 a Johannesburg, avvolto dalla fama mondiale e duratura del suo carisma straordinario.