Raul Follereau nasce a Nevers, in Francia, da una ricca famiglia di industriali. Nel 1918 incontra Madeleine Boudou, con la quale trascorrerà tutta la vita. Cattolico convinto, studia diritto e filosofia, e si fa notare come poeta, giornalista e conferenziere.
Nel 1935 seguendo come inviato speciale del giornale La Nation, le orme del missionario Charles de Foucauld, durante un safari in Africa, viene a contatto per la prima volta con la terribile realtà dei lebbrosi: la jeep con la quale viaggiava, costretta a fermarsi presso uno stagno, viene avvicinata dai lebbrosi, dai visi impauriti e dai corpi distrutti e rovinati dalla malattia, con un disperato bisogno di cibo, emersi dal fitto della foresta. Questo incontro cambia la sua vita.
Scioccato da ciò che ha visto, Follereau ritorna in Francia per fare qualcosa per quei "sepolti vivi" per coloro che chiama la "sottospecie umana condannata senza appello e senza amnistia". Ma l'Europa precipita nella catastrofe della Seconda guerra mondiale, e i nazisti cercano di arrestare anche Follereau che è considerato nemico del regime per averlo attaccato scrivendo una serie di articoli contro Hitler. Col pensiero fisso dei lebbrosi, durante il conflitto decide di raccogliere comunque fondi per la causa dei malati.
Nel 1953 con i soldi raccolti nei suoi giri di conferenze viene finalmente inaugurata in Costa d'Avorio la città dei lebbrosi con, al limitare della foresta, laboratori, radio, cinema, e ovviamente piccole case per ospitarli.
Intuendo come la realtà dei lebbrosi dovesse essere diffusa e grave in tutto il mondo, Follereau decide di compiere un giro del pianeta, dall'Africa all'Asia, attraverso le isole dell’Oceano indiano, e oltre, in tre anni analizza e comprende meglio il fenomeno di quella malattia a livello mondiale:
« Nel secolo XX del cristianesimo ho trovato lebbrosi in prigione, in manicomio, rinchiusi in cimiteri dissacrati, internati nel deserto con filo spinato attorno, riflettori e mitragliatrici. Ho visto le loro piaghe brulicare di mosche, i loro tuguri infetti, i guardiani col fucile. Ho visto un mondo inimmaginabile di orrori, di dolore, di disperazione »
Tornato in Francia inizia a tenere conferenze, e manifesta la sua rabbia attraverso giornali, libri, trasmissione televisive; compie l'equivalente di ben 31 volte il giro del mondo per raccogliere fondi per la cura della lebbra.
Capisce soprattutto che la malattia non sarebbe mai stata vinta senza risolvere anche altri problemi: la povertà, lo sfruttamento, la guerra, nati da altre "lebbre": l'indifferenza, l'egoismo, l'ingiustizia. Scrive ai capi di stato, propone lo sciopero dell'egoismo, intensifica le sue conferenze.
Promuove nel 1954 la Giornata mondiale dei malati di lebbra, celebrata tuttora in 150 paesi. Diventa ben presto un personaggio di livello mondiale tanto che nel 1963, per il suo sessantesimo compleanno, chiede in regalo sessanta autoambulanze per i lebbrosi del mondo (ottenendone 104).
Raoul Follereau muore il 6 dicembre 1977 a Parigi.
Nella sua lunga attività in favore dei lebbrosi è riuscito a guarirne circa un milione, ha percorso due milioni di chilometri e raccolto/distribuito ai malati milioni di dollari.
La sua opera continua a vivere e rinnovarsi nel lavoro di decine di organizzazioni che portano il suo nome. In Italia, l'opera di Raoul Follereau a favore dei malati di lebbra e del Sud del Mondo è continuata dall'AIFO - Associazione italiana amici di Raoul Follereau.