Gli uragani si sviluppano meglio in condizioni di caldo, e si formano in regioni dove la temperatura superficiale del mare supera i 26°C circa. Nel Nord Atlantico, il calore immagazzinato durante l’estate produce la stagione di picco degli uragani da Agosto ad Ottobre, mentre al largo dell’Australia settentrionale la stagione dei cicloni raggiunge il suo apice tra Gennaio e Marzo. Una volta che il mare inizia a raffreddarsi, le violente tempeste cicloniche sono rare, ma con l’aumento del riscaldamento globale, le zone di acque calde superficiali diverranno più estese e persistenti. Di conseguenza, la minaccia di uragani e tifoni è quasi certo che crescerà.
Con più calore a disposizione per generare correnti ascensionali, è probabile che le tempeste cicloniche divengano più frequenti, e che la forza di ogni tempesta aumenti. La quantità di umidità trasportata aumenterà. Gli uragani potrebbero anche spingersi più lontano dai tropici di quanto fanno ora, minacciando aree più a nord come il New England relativamente spesso. Al momento, questo pericolo è ancora ipotetico – i prossimi decenni mostreranno se è reale o no.
IL GIORNO DOPO
Scene di devastazione a Puerto Vallarta, in Messico, sulla costa del Pacifico, dopo il passaggio dell’uragano Kenna nell’Ottobre del 2002.