Il riscaldamento climatico attuale può essere dovuto, almeno in parte, a cambiamenti diversi dalle più alte concentrazioni di gas serra. Può essere una tendenza naturale in cui la Terra esce dalla Piccola Era Glaciale, un periodo freddo durato dal 15° alla metà del 19° secolo. Il riscaldamento può anche essere causato da oscillazioni naturali. L’Oscillazione Nord Atlantica è rimasta fortemente positiva per gran parte degli anni ’90. Ha portato inverni miti sull’Europa e aumentato il flusso d’acqua più calda nel Bacino Artico, sciogliendo il ghiaccio marino sul posto. L’anno più caldo degli ultimi tempi (1998) fu dovuto interamente ad un forte El Niño. Il ritiro dei ghiacciai dell’Africa tropicale, spesso imputato al riscaldamento globale, è dovuto a ridotte precipitazioni nevose; non è stato registrato alcun aumento di temperatura. Anche i cambiamenti dell’attività solare possono influenzare il clima. Nel corso della storia, i periodi in cui sono state registrate poche macchie solari hanno coinciso con condizioni di freddo. Un periodo di bassa attività delle macchie solari, chiamato il Minimo di Maunder, è stato la parte più fredda della Piccola Era Glaciale. In contrasto, quando l’attività solare aumenta, come ha fatto negli anni ’90, il vento solare, un flusso di particelle dal Sole, si intensifica. Questo devia le radiazioni cosmiche, comprendenti particelle cariche che reagiscono con le molecole atmosferiche innescando la formazione delle nuvole. Un’aumentata attività solare perciò porta ad una ridotta nuvolosità. Meno luce solare viene riflessa dalla sommità delle nuvole e più calore viene assorbito dalla superficie, facendo alzare la temperatura dell’aria. Alcuni scienziati credono che questo spieghi il riscaldamento sperimentato negli anni ’90, ma altri rimangono scettici.
ATTIVITÀ SOLARE
Le macchie solari riflettono le variazioni dell’attività solare. Hanno due regioni distinte: un centro scuro, chiamato ombra, e un’area circostante più chiara e più calda, la penombra.